"Toccare per credere": donazione del Rotary Club alla città di Lecce
Nel pomeriggio del 23 maggio in un locale di proprietà del Comune di Lecce, ubicato all’ingresso delle Mura Urbiche, si terrà la Cerimonia conclusiva del Service “Toccare per credere” con il quale il Rotary Club Lecce Sud donerà alla Città di Lecce alcune riproduzioni di monumenti cittadini.
Detta cerimonia costituisce l’atto finale di un articolato progetto che ha visto il coinvolgimento di più professionalità, diverse per tipologia ed esperienza lavorativa, impegnate in varie organizzazioni pubbliche e private, che sono riuscite a realizzare un service rotaryano, grazie ad una coprogettazione che ha permesso di tradurre le conoscenze sulla Lecce del Cinquecento trasmesse dagli storici in manufatti che riproducono su scala le strutture architettoniche presenti a Lecce, con l’obiettivo di renderle fruibili in maniera agevole anche a persone con disabilità visiva.
L’attività progettuale è stata indirizzata alla scelta dei monumenti cittadini- riprodotti utilizzando tecnologie quali la stampa 3D e il taglio laser, sviluppate in co-working sia da imprese high-tech che dell’artigianato locale, che per le loro caratteristiche fossero in grado di rappresentare momenti significativi della storia bimillenaria della città sul cui territorio vari popoli con differenti culture nel tempo hanno lasciato traccia indelebile della loro presenza. Si è quindi privilegiato il complesso monumentale che unificando il tempo e lo spazio racchiude quasi in un abbraccio l’intero Centro Storico: i bastioni , le mura, porta Napoli.
Questa Porta, sorta sul luogo dell’antica Porta S. Giusto e denominata anche Arco di Trionfo, è situata su un preesistente tracciato di mura messapiche e romane e venne innalzata nel 1548 in onore dell’Imperatore Carlo v d’Asburgo su disegno di Gian Giacomo dell’Acaja, in segno di gratitudine per le opere di fortificazione realizzare a Lecce in un momento storico in cui la città ebbe l’invidiabile privilegio di essere la seconda città del Regno. L’opera fu autorizzata dal Governatore Ferrante Loffredo che, tra le altre, promosse la costruzione delle robuste mura bastionate.
Dopo aver descritto le opere che il progetto ha realizzato, appare opportuno illustrare la specifica finalità dello stesso e come esso si inserisca, quasi come tessera di un mosaico, in un disegno più generale volto ad intercettare una più ampia platea di turisti che comprenda anche coloro che, essendo del tutto o in parte privi della vista, possano tuttavia apprezzare le bellezze monumentali che offre il territorio cittadino attraverso il tatto. In tale ottica il progetto “Toccare per credere” mira a realizzare concretamente l’enunciato del’art. 27 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo: “Ogni uomo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della Comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici”.
Secondo le stime del Piano di azione globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo sono 285 milioni le persone che soffrono di disabilità visive: di queste, 39 milioni sono cieche. In Italia, invece, le stime dell’ISTAT indicano in 362 mila le persone non vedenti ed in quasi 1 milione e mezzo gli ipovedenti. Per tutti questi utenti è necessario progettare esperienze turistiche, utilizzando il Design for All, ovvero una progettazione sistemica che possa valorizzare e coinvolgere allo stesso modo la diversità umana, tenendo conto delle reali abilità di ogni singolo segmento.
Il progetto “Toccare per credere” concorrerà certamente ad aumentare l’offerta di accoglienza turistica nel segmento specifico delle persone con disabilità visiva che, una volta intercettate, generalmente viaggiano con almeno due accompagnatori, generando una notevole leva di sviluppo; la sua realizzazione contribuirà a rendere più agevole la conoscenza dei monumenti presenti nel territorio anche alle persone anziane normodotate, oltre che essere di stimolo alla conoscenza diretta delle opere d’arte da parte dei più giovani.
Ovviamente un progetto così complesso sul piano tecnico e con auspicata ampia ricaduta sul territorio non si sarebbe potuto realizzare senza il coinvolgimento del Comune che lo ha condiviso, ritenendolo coerente con priorità ed assi di intervento definiti nell’ambito delle proprie politiche economico-sociali e mettendo a disposizione un ambiente idoneo alla allocazione di detti manufatti e le diverse professionalità per l’elaborazione del progetto nei suoi aspetti tecnici, giuridici, organizzativi .Parimenti necessario è risultato l’apporto dell’Associazione “Città tra le mani”, soggetto istituzionalmente impegnato nella realizzazione di interventi mirati all’integrazione ed all’inclusione delle persone con disabilità visive, che ha fornito il proprio know-how culturale specifico, oltre alle scansioni dei monumenti realizzati in 3D. La realizzazione dei manufatti ha visto coinvolte anche Fab Lab Lecce e Start Smart srl Lecce che con la professionalità dei propri tecnici sono riuscite a coniugare l’obiettivo di realizzare manufatti su scala particolarmente ridotta, tali da poter essere toccati , maneggiati e letti attraverso i caratteri Braille sugli stessi incisi e riprodurre in modo perfetto i monumenti selezionati.
Va anche sottolineato il contributo di Kubico srl Galatina di PI.Mar srl di Cursi e di S C Engineering di Galatina che hanno assunto il ruolo di proficui partners.
Un ringraziamento particolare va rivolto al Prof. Paul Arthur di Unisalento che ha fornito preziosi suggerimenti per la definizione delle scelte progettuali.
Un’ultima annotazione riguarda la scelta del luogo ove sono esposti i manufatti ,attualmente n. 3 - oltre il tavolo su cui sono collocati che nella linea geometrica con cui è stato disegnato arieggia l’andamento delle mura perimetrali cittadine- ma che in futuro potrebbero essere implementati ,stante la disponibilità degli spazi: non è un caso che l’ambiente, come detto ubicato all’ingresso delle Mura Urbiche, sia confinante con il Palazzo Giaconia, conosciuto anche come Palazzo Lopez Y Rojo, costruito nel 1547 da Monsignor Giaconia, Vescovo di Castro sul suolo di sua proprietà, di stile durazzesco catalano e che da anni ospita l’Istituto per Ciechi Anna Antonacci.