"Un amore impossibile ma eterno", Daniela Maruccia al centro tò Kalòn di Itaca a Martano
MARTANO - Quest'anno al Centro tò Kalòn dell’associazione Itaca Min Fars Hus, a Martano in via Marconi 28, il 25 Novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, si vivrà all'insegna della testimonianza diretta e della riflessione autentica, senza false mediazioni, in compagnia della scrittrice Daniela Maruccia, autrice del romanzo autobiografico "Un amore impossibile ma eterno" (Bastogi Libri 2020), già più volte presentato nel Salento e perciò già noto ai lettori e agli amici di tò Kalòn e non solo, ma sempre fonte originale di analisi e di meditazione per chi voglia comprendere i passaggi più sottili e difficili che attraversano l'esistenza delle donne vittime della violenza familiare e di genere.
Insieme a Daniela tò Kalòn ospiterà il regista Gino Brotto, autore del cortometraggio "1996", liberamente tratto dal romanzo di Maruccia e magistralmente interpretato da Anna Laura Ruberto, Francesca Piri ed Emily De Pace per la sceneggiatura di Mattia De Pascalis, le musiche di Riccardo Notarpietro, da un'idea di Rosanna Verter per la direzione artistica di Rita Marra.
Il regista Gino Brotto coglie, con l'immediatezza dell'immagine, il senso più profondo della testimonianza etica di Daniela Maruccia, riconsegnandoci la sua storia in una dimensione spirituale intensa e coinvolgente. Il cortometraggio sarà proiettato in apertura di serata per offrire ai presenti un'ulteriore occasione di riflessione e di dibattito accanto alla lettura del romanzo.
Daniela Maruccia, con la sua sensibilità e intelligenza e con la sua scrittura tecnicamente perfetta e ricca di suggestioni, è in grado di accogliere il lettore in un universo di dolore che mantiene sempre il legame con l'istinto di sopravvivenza, con la vita e con la voglia di vivere. La storia autobiografica di Francesca, che vede ogni suo sogno di bambina infrangersi di fronte agli orrori e alle violenze compiute da un padre padrone, protetto da un contesto sociale patriarcale e repressivo, è una storia infinita che avvolge e coinvolge la vita di tante donne nel passato e nel presente e, apparentemente, senza sconti nel futuro.
Nel patriarcato, inteso come pensiero unico, che annulla ogni possibile alternativa e assume la donna come "costola dell'uomo", l'identità femminile si annulla nell'unica dimensione possibile, quella della riproduzione sotto il controllo e il dominio maschile.
Il patriarcato, infatti, inteso come gabbia ideologica soffocante e al tempo stesso paradossalmente 'leggera' e inconsapevole, non è frutto di una scelta culturale e storica, come può esserlo la parità e l'uguaglianza uomo/donna, ma un retaggio antropologico ancestrale, frutto di millenni di dominio maschile, che il mito e la filosofia greca ci raccontano come violenza e come sopruso.
Chi, come Daniela, ha vissuto in prima persona ciò che racconta sa bene che le parole non bastano di per sé, se non si accompagnano alla consapevolezza fisica e spirituale del dolore come occasione di riscatto e di rinascita.
Il suo percorso intellettuale, illuminato dalla scelta della scrittura come esigenza espressiva e come rivincita verso il pregiudizio e la sottomissione, lo dimostra, delineando una via maestra di liberazione che si estende a tutte le donne.
Sotto questo profilo la lettura/rilettura del romanzo di Daniela Maruccia offre la possibilità di una visione ampia della valenza catartica della scrittura, che non si riduce solo ad un esercizio del dire, ma implica una 'visione' della realtà, un'interpretazione che non esclude il mistero del sottinteso, del non detto, del simbolico e persino dell' "esoterico", come sostiene l'autrice, inteso come quella parte della storia lasciata alla libera interpretazione del lettore, in base alla propria sensibilità e alle proprie aspettative.
Anche per questo il romanzo di Maruccia non è soltanto una denuncia, ma il delinearsi di una speranza di rinascita e di superamento della cultura della morte, propria del patriarcato, in nome della cultura della vita, che non può non partire dalle donne consapevoli del proprio genere e della propria libertà.
Anche perciò occorrono le parole, le narrazioni che liberano e danno la consapevolezza, le informazioni e le relazioni che solo una comunità attiva può garantire e promuovere.
Il problema della violenza di genere si affronta con la conoscenza e la collaborazione, con l'educazione e l'ascolto, con la 'sorellanza' e il coinvolgimento degli uomini educati alla "buona volontà".
È con questo obiettivo che a to Kalòn si è deciso di inaugurare un nuovo percorso collettivo di consapevolezza di genere, attraverso la costituzione di un "Seminario Permanente di Osservazione della differenza di genere" la cui conduzione sarà affidata a Daniela Maruccia, già attiva in molte iniziative di tò Kalòn. La sua presenza sarà garanzia di conoscenza e sensibilità, per dare fiducia a chi vuole raccontare e raccontarsi, per raccogliere testimoni e testimonianze, per dire sempre e comunque il proprio pensiero.
Una serata di grande importanza il 25 Novembre 2023 a to Kalòn. Ancora un cominciamento. Ancora un’alba. Ancora un percorso. (A.S.)