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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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“Visioni di pace”: libro e video nel ricordo di don Tonino Bello e della sua marcia a Sarajevo

Martedì 27 dicembre la presentazione del nuovo progetto curato da Giancarlo Piccinni e Elvira Zaccagnino, e video, con la regia e la colonna sonora di Michele Lobaccaro, dedicato alle riflessioni sulla guerra e sulla pace

ALESSANO – Celebrare don Tonino Bello e le sue “visioni di pace”. Un evento martedì 27 dicembre ad Alessano, alle 18,30, a trent’anni dalla marcia a Sarajevo del 1992 lanciata dal vescovo salentino e che portò 500 pacifisti e lo stesso don Tonino Bello a Sarajevo nel pieno del conflitto tra serbi e croati.

In programma infatti la presentazione del libro e del video di “Visioni di Pace”:  previsti saluti di Osvaldo Stendardo, sindaco di Alessano, e i famigliari di Don Tonino Bello. Intervengono Giancarlo Piccinni, presidente Fondazione don Tonino Bello, Michele Lobaccaro, autore Messa Laica per don Tonino Bello, Elvira Zaccagnino, direttrice la Meridiana.

 L’associazione Culturale Nur e le edizioni La meridiana in partnership con la Fondazione Don Tonino Bello, ha deciso di raccogliere in un libro e in un video che oggi diventa uno strumento prezioso per orientarsi in mezzo a giorni che vedono il ritorno dello scontro fratricida in Europa. Il 16 dicembre è uscito Visioni di Pace, un manuale che ricostruisce il pensiero di don Tonino Bello sul tema della convivialità e sul ruolo che la Puglia ha nel bacino del Mediterraneo, proponendo un’antologia dei suoi testi sul tema della pace.

E al prodotto editoriale è associato un video documentario Visioni di Pace che con la regia e la colonna sonora, della Messa Laica per Don Tonino Bello, di Michele Lobaccaro, restituisce le Visioni di Pace di don Tonino in una narrazione dove i luoghi della Puglia risuonano con quell’idea che la vide come terra vocata ad essere arca di pace. Il lavoro intende intercettare e rendere manifesta le potenzialità della Puglia per la sua collocazione geografica, per la sua storia che fin dalla Magna Grecia l’ha portata ad essere luogo di arrivo di culture altre, ponte tra oriente e occidente: luogo in cui la naturale propensione all’incontro e all’accoglienza si fa laboratorio di pace e convivialità.

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