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Giovedì, 28 Marzo 2024
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“Avvincente storia dell’oblio”: l’intimismo di un ingegnere biomedico in versi

E' il titolo di una originale raccolta poetica, minimalista sin dalla copertina. L'autore ha realizzato un collage lungo dieci anni

LECCE – Il patchwork di versi, raccolti in una decina di anni e lasciati in quel preciso ordine cronologico. Seguendo la spontaneità “forzata” del proprio solco evolutivo. Si intitola “Avvincente storia dell’oblio” il volume di un giovane poeta salentino, Antonio De Mitri. Ingegnere biomedico dopo la maturità scientifica, a 37 anni si occupa di ben altro: distribuzione e marketing di una multinazionale e start-up, ricoprendo anche il ruolo di presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio Lecce. Un vissuto poco conforme ma con-forme. Plurisfaccettato.

Le sue settanta pagine - edite da Italic e apprezzate dal noto critico letterario, scomparso nel mese di aprile, Giorgio Barberi Squarotti- sono uno slalom tra “desistenza”,  “recessione passionale” e persino “ex patati et patata”: questi i titoli di alcune delle mini raccolte che inframmezzano il volume. L’inquietudine prende sotto braccio l’allusione per farsi non banale calembour. Non scomposizione ludica. Ma dosaggio chirurgico. Posologia infinitesimale. Sebbene, questo sì,  alcuni versi strizzino anche l’occhio all’ironia e al nonsense.

Sottoutilizzata nel numero, potenziata nella semantica, la parola viene intrecciata a maglie larghe. Ma è proprio in quegli spazi, pieni di vuoto, che De Mitri rappresenta, persino graficamente, rendendo i suoi versi visivi. Oltre che violentemente uditivi, grazie a ritmo e punteggiatura. “Non si può scrivere. di niente o del mondo. Ma iscriversi. dal mondo passando. all’avvincente storia dell’oblìo”. Sono i versi, centrali, che danno titolo alla raccolta. Avvincenti, appunto, ma tutt'altro che destinati all'oblìo.

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