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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Gomorra": dipinto agghiacciante di una storia vera

Il film diretto da Matteo Garrone è tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano, autore sotto scorta perché minacciato di morte dalla camorra proprio a causa del contenuto del libro

"Gomorra"
Regia di Matteo Garrone. Con: Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra, Salvatore Abbruzzese
Genere: drammatico
Durata 135'
Produzione Italia

"Gomorra" è il titolo del film diretto da Matteo Garrone e tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano, autore sotto scorta perché minacciato di morte dalla camorra proprio a causa del contenuto del suo libro-denuncia che ha venduto oltre un milione di copie e che è stato tradotto in 47 paesi. Alla sceneggiatura del film ha partecipato lo stesso Saviano insieme ad Ugo Chiti, Gianni Di Gregorio, Maurizio Bracci e Massimo Gaudioso. La pellicola è stata presentata in questi giorni al festival di Cannes dove ha riscosso un grande successo di pubblico e critica, tanto da far sperare nella Palma d'oro. Girare questo film per Garrone non è stato per niente facile, la camorra aveva inizialmente posto un veto, pretendeva di leggere la sceneggiatura e di modificarla. Solo coinvolgendo nella realizzazione tutti gli abitanti di Scampia, il quartiere ghetto alla periferia di Napoli in cui la pellicola è ambientata, si è potuto compiere il miracolo.

Il film rispetto al romanzo è stato necessariamente semplificato, si è scelto di puntare l'attenzione su cinque storie in particolare, cinque episodi che, però, affrescano significativamente la realtà di Scampia. Don Ciro (Gianfelice Imparato), il serafico porta soldi che paga , per mantenerle, le famiglie dei detenuti affiliati al clan, Franco (il meraviglioso Toni Servillo) che di professione fa lo stakeholder, il trafficante di rifiuti tossici, Pasquale il sarto (Salvatore Cantalupo) che, lavorando in nero, confeziona abiti d' alta moda per le grandi marche di abbigliamento, Totò e Simone, novelli Scarface, che non hanno paura di niente e non accettano padroni e, infine, la storia di Maria (Maria Nazionale) che subirà le conseguenze trasversali della scissione del figlio rispetto al clan cui appartiene il padre. Cinque storie brevi (questo era quanto appariva sul cartello del ciak durante le riprese, per non svelare subito il vero titolo del film) ma significative, ambientate nelle vele di Scampia, quasi una scenografia post atomica.

Storie che rappresentano la realtà di chi ogni giorno vive in prima linea. C'è chi fa la guerra e chi la subisce, ma soprattutto chi pensa che la camorra sia una famiglia accogliente che, in fondo, ti offre più di quanto ti chiede in cambio, l'alveo in cui crescere protetti dallo Stato e dalle sue regole. Ne viene fuori un dipinto agghiacciante senza alcuna retorica, molto lontano da quelli ammiccanti e attraenti sulla mafia, un film in cui non si fa alcuna apologia della criminalità. Garrone e Saviano mostrano, senza vergogna, l'altra faccia del Belpaese, quella meno affascinante e più sporca, che somiglia tanto ad un incubo ma che purtroppo è molto reale, un volto malato che in molti, per anni, hanno preferito nascondere, ma che ora, finalmente, nessuno vuole più tacere.

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