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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Siccità in Puglia: riconosciuto lo stato di calamità tra gennaio e settembre

Poche piogge e l’impatto sull’agricoltura si è fatto sentire: Coldiretti parla di una impresa su dieci a rischio chiusura sul territorio regionale

LECCE - Perso un terzo della produzione a causa della siccità, riconosciuto lo stato di calamità da gennaio a settembre in tutta la Puglia. Da oltre il 50 per cento delle olive in meno, al 35 per cento della frutta e della verdura, del grano, delle foraggere per l’alimentazione del bestiame, del miele, per Coldiretti Puglia sono gravi i danni anche sugli allevamenti di cozze e ostriche.

L’associazione di categoria ha fatto sapere che nel decreto del Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare si legge la “Dichiarazione dell'esistenza del carattere di eccezionalità  degli eventi calamitosi verificatisi nei territori della Regione Puglia dal primo gennaio al 30 settembre 2022”. E aggiunge che gli agricoltori della regione hanno dovuto dire addio quest’anno a una bottiglia di passata di pomodoro su 5 con l’esplosione dei costi di produzione che hanno tagliato le semine, la siccità e le temperature roventi che hanno ridotto drasticamente il raccolto del pomodoro.

“Ma ci sono anche aree dove, non arrivando acqua, gli agricoltori sono stati costretti – aggiunge Coldiretti Puglia – ad abbandonare le colture, dopo i costi stellari, causati dalla ripercussione della guerra in Ucraina, sostenuti per arare i terreni, seminare e far crescere ortaggi e frutta, perché non possono irrigare”. Non solo siccità, purtroppo, ma una combinazione di fattori che hanno a che fare coi rincari del gasolio, con la guerra e con la difficoltà per alcuni di abbeverare gli animali nelle stalle e le alte temperature.

Sempre secondo quanto riportato da Coldiretti, una impresa agricola su 10 (l’11 per cento) versa in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa un terzo del totale si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo le elaborazioni del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

Sui campi – continua la Coldiretti regionale – pesano rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari: si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, a cui si aggiungono rincari di oltre il 30% per il vetro, del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

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