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Giovedì, 25 Aprile 2024
Tra le tre strutture provinciali / Caprarica di Lecce

Forno crematorio a Caprarica: un comitato spontaneo dice no

La protesta di alcuni cittadini che hanno incontrato gli amministratori locali per esprimere il dissenso

CAPRARICA DI LECCE – Ancora un forno crematorio oggetto di polemiche nel Salento: era già accaduto nel 2016 a Botrugno, dove si era sollevato il fronte del no alla proposta progettuale presa in analisi dall’amministrazione comunale. Che la questione fosse diventata nel tempo spinosa lo dimostrano le battaglie legali e le diffide, che avevano investito i vari progetti.

Ora l’epicentro delle proteste è Caprarica di Lecce, comune inserito tra i tre del Salento destinati a ospitare un forno crematorio: nei mesi scorsi, infatti, la Provincia di Lecce, d’accordo con le amministrazioni comunali competenti, aveva individuato Lecce, Caprarica e Ugento come possibili luoghi di riferimento per le strutture, sulla base delle candidature pervenute in seguito all’avviso pubblicato sul finire del 2021.  

Un comitato spontaneo di cittadini di Caprarica di Lecce, però, non sembra essere convinto dall’individuazione del territorio del proprio comune per accogliere un impianto del genere: ecco perché ha avviato una raccolta firme, per esprimere il proprio dissenso al progetto di realizzazione nel cimitero comunale, localizzazione già approvata dal consiglio comunale e da Palazzo dei Celestini, di un forno crematorio di elevata potenzialità di cremazioni annue (dal comitato parlano di sei salme al giorno).

Il primo motivo per cui il comitato si dice contrario sono la vicinanza della struttura al centro abitato, ai fondi rustici coltivati, alla zona PIP e a luoghi sensibili (palestra, auditorium e giardini pubblici). All’attenzione, poi, ci sarebbe il rischio inquinamento ambientale, per i fumi emessi durante il   funzionamento: polveri, monossido di carbonio, ossidi di zinco e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti, tra cui il mercurio sovente presente nelle otturazioni dentali.

I membri del comitato sottolineano anche gli effetti dannosi che andrebbero a cumularsi con quelli già esistenti della discarica del vicino comune di Cavallino e della centrale a biomasse di Calimera. Secondo il comitato spontaneo, inoltre, i quotidiani passaggi nel passe di cortei funebri, oltre a “disagi psico-visivi”, condizionerebbero in negativo l4 attività agricole, artigianali, commerciali e turistiche, perché porterebbero ad associare il paese “a circostanze tristi e a situazioni insalubri”.

I promotori del comitato evidenziano anche che Caprarica sarebbe il paese più piccolo d’Italia “a offrire questo tipo di servizio”: “Non è un’opportunità per il paese – affermano -, il cui cimitero non ha carenza di loculi, forse solo per altri paesi o città, dove sussiste il problema di loculi e una scelta ampia di cremazione”.

Intanto, ieri pomeriggio, il comitato ha incontrato gli amministratori: quest’ultimi hanno continuato a ritenere l’opera un beneficio per il paese, ascoltando le ragioni, però, di quanti sono contrari alla struttura: “Non abbiamo niente – chiariscono – contro l’amministrazione e la Provincia, ma contro la singola scelta di realizzare un’opera non condivisa da tutta la popolazione, non adeguatamente informata. La tutela della salute pubblica e la salvaguardia dell’Ambiente sono più importanti dei presunti vantaggi economici di una struttura crematoria”.

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