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Sono troppi i conigli sull'isola omonima, l'habitat naturale adesso è a rischio

L'introduzione illecita di specie domestiche a scopo attrattivo sta provocando un disastro per la vegetazione protetta

PORTO CESAREO – “Fare figli come conigli” è un modo di dire che cela una base scientifica consolidata (la strategia è la stessa di pesci e batteri, di riproduzione indefinita). E l’assenza totale di contenimento di questa strategia insita nel Dna, laddove manchino predatori per mantenere un equilibrio, può essere devastante per un habitat naturale.

E’ esattamente quanto sta accadendo, e non sembri un paradosso, proprio nell’Isola dei Conigli davanti a Porto Cesareo, così conosciuta a livello popolare , anche se si tratta di un nomignolo, quella che in dialetto si direbbe una ‘ngiuria. In realtà, si chiama Isola Grande, sebbene tanto grande non sia: si estende, infatti, per appena 12 ettari. 

Il nome con cui molti la conoscono, nasce da una vicenda: si narra che qui, in passato, siano stati allevati per brevi periodi, a scopo alimentare, proprio esemplari di conigli, poi scomparsi. Forse è anche per questo motivo, e a spiegarlo sono i carabinieri forestali del Nucleo tutela biodiversità di San Cataldo, cioè per suscitare più fascino e attrattiva turistica verso l’isola, che ignoti hanno introdotto tempo addietro diverse coppie di conigli domestici. 

Ma le conseguenze, di fronte a esemplari che per definizione si riproducono in maniera seriale, potrebbero essere molto serie per l’habitat. La mancanza sull’isola di antagonisti, infatti, ha fatto sì che la popolazione di conigli crescesse in breve tempo a dismisura, fino a superare le cento unità. Con un carico insostenibile sulla vegetazione protetta. Di cui, inevitabilmente, si nutrono.

L’Isola Grande è un sito tutelato, ritenuto di notevole importanza naturalistica. E’ compresa nel parco regionale “Palude del Conte e duna costiera” e nella zona speciale di conservazione istituita ai sensi della direttiva habitat. Ed è anche lambita dall’Area marina protetta di Porto Cesareo. 

DSCN3636-2-4I carabinieri, con la consulenza scientifica del botanico Pietro Medagli dell’Università del Salento, in questi giorni, hanno accertato il numero spropositato di conigli presenti e i danni che stanno provocando alla vegetazione erbacea e arbustiva protetta, minacciando anche specie rare o habitat prioritari per la conservazione della biodiversità. Rischiano di diventare un ricordo l’Iris revoluta, endemica, o le praterie di Salicornia glauca. Tanto che è stata inviata un’informativa di reato alla Procura della Repubblica di Lecce.

I reati ipotizzati dai carabinieri forestali sono di abbandono di animali, deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto e introduzione di specie animali estranee, che possano alterare l'equilibrio naturale dell’area protetta. Si preannunciano, quindi, controlli più intensi per individuare gli autori dell’introduzione. Tutto questo, mentre il mondo accademico e le autorità stanno cercando di individuare il modo per salvaguardare l’isola, nel rispetto delle norme nazionali ed europee.

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