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Giovedì, 25 Aprile 2024
Green Andrano

Quante brutte sorprese laggiù: ripuliti i fondali della marina di Andrano

Pneumatici, bottiglie di plastica e di vetro, pezzi di ferro, corde, cerchi in lega di auto e altro ancora. Il Comitato porto ha messo in piedi una squadra di sub e pescatori e fatto pulizia

ANDRANO – Se state pensando a una discarica abusiva nelle campagne, come ce ne sono tante disseminate nel Salento, stavolta siete fuori strada. I rifiuti appena elencati sono stati “pescati” – è davvero il caso di dire -, nei fondali della marina di Andrano.

A ripulire il tratto ci ha pensato, ieri, domenica 8 agosto, il Comitato porto, che ha messo in piedi una squadra composta da pescatori e sub volontari. Si tratta di un’iniziativa ribattezza “Pulizia dei fondali”, alla sua prima edizione e svoltasi nell’ambito dell’Unione dei Comuni di Andrano, Spongano e Diso. La campagna di bonifica è stata portata avanti con il patrocinio del Comune di Andrano e con la collaborazione di protezione civile e gruppo sommozzatori del coordinamento di Lecce.

E, dunque, dal porticciolo fino alla Grotta Verde, per tutta la mattinata. i sub e i pescatori hanno fatto la spola per ripulire uno dei più tratti di mare più belli del versante levantino, orientato verso il cuore del Parco regionale costiero Otranto-Leuca-Bosco di Tricase.

Pulizie in fondo al mar

“L’obiettivo raggiunto – ha commentato Antonio Panico, presidente del Comitato porto marina di Andrano, costituitosi nel 2017 – è stato quello di rendere il nostro mare più limpido non solo in superficie ma anche nelle sue profondità, diventate negli anni una discarica a causa della scelleratezza di alcune persone. Questo gesto è un’esortazione, dunque, ad amare la propria terra e a prendersene cura”.

Già nell’aprile del 2019 associazioni locali avevano ripulito lo stesso tratto di scogliera, a terra, mentre il Comitato porto aveva tenuto con gli studenti alcuni incontri dal titolo “Il mare e il suo habitat”, per formare i più piccoli a diventare cittadini “attivi” del mare e, quindi, tutori della sua conservazione e cultura.

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