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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Reati ambientali, Salento al nono posto con oltre 800 infrazioni accertate

Nel rapporto Ecomafia 2020 di Legambiente la Puglia sale al secondo posto con circa 3600 illegalità verificate e contestate. In provincia di Lecce preoccupano fenomeni di abusivismo e cemento selvaggio

LECCE - La Puglia con 3.598 infrazioni accertate (pari al 10,4 per cento sul totale nazionale), sale tristemente al secondo posto nella classifica generale dell’illegalità ambientale. Sono stati 1.020 i sequestri effettuati, 3.200 le persone denunciate e 7 quelle arrestate sul territorio regionale. Resta, in particolare, sul podio per i reati legati al ciclo dei rifiuti, del cemento e dell’abusivismo edilizio e quelli contro la fauna. E i territori di Bari e Lecce figurano ancora fra i primi dieci falcidiati da fenomeni illegali.

La provincia di Lecce, nel dettaglio,  con 814 infrazioni accertate, risale al nono posto su scala nazionale (seconda dopo quella di Bari su scala regionale) per quanto riguarda i reati legati al rapporto annuale sulle ecomafie presentato da Legambiente sulla base del monitoraggio e dei dati del 2019. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, sono state catalogate nel nuovo report annuale realizzato da Legambiente con il sostegno di Cobat e Novamont, che ha analizzato i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e dell’agenzia delle dogane e dei monopoli.

Dal rendiconto emerso globalmente che  anche nel 2019, il ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, la filiera agroalimentare, il racket degli animali e lo sfruttamento delle energie rinnovabili rimangono i settori prediletti degli ecocriminali. I reati contro l’ambiente sono in aumento: 34.648 quelli accertati lo scorso anno, pari a circa 95 al giorno, 4 ogni ora, con un incremento di +23.1% rispetto al 2018. Da capogiro il business potenziale complessivo, stimato in 19,9 miliardi di euro per il solo 2019 (3,3 miliardi in più rispetto all’anno precedente) e che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 miliardi. A spartirsi il fatturato, insieme a imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi sono stati 371 clan (tre in più rispetto all’anno prima) attivi in tutte le filiere.

Nella classifica regionale 2019 dell’illegalità ambientale, come detto, la Puglia sale al secondo posto (lo scorso anno era al terzo) con 3.598 infrazioni accertate (il 10,4% sul totale nazionale), 1.020 sequestri effettuati, 3.200 persone denunciate e 7 arrestate, mentre in quella provinciale Bari, Lecce, Foggia e Taranto sono rispettivamente al quinto, nono, tredicesimo e diciassettesimo posto con 1.012, 814, 647 e 513 infrazioni accertate.

“Nel rapporto Ecomafia 2020 la Puglia sale al secondo posto nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale con 3.598 infrazioni accertate, con Bari e Lecce le province più colpite dai reati” dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, “non diminuiscono l’abusivismo edilizio, i reati legati al ciclo dei rifiuti e quelli contro la fauna. La nostra Regione rimane in balia degli abbandoni e della combustione illecita dei rifiuti, mentre latitano gli abbattimenti degli edifici abusivi che continuano a essere sporadici. I numeri pugliesi di Ecomafia 2020 sono il frutto del capillare lavoro di controllo del territorio e di contrasto alle illegalità ambientali svolto in tutta la regione dalle Forze dell’Ordine e dalla magistratura, che nel 2019 ha contestato i delitti ambientali in 36 casi in applicazione della legge sugli ecoreati”.

Come evidenziato nel resoconto nel ciclo illegale dei rifiuti la Puglia rimane al secondo posto con 835 infrazioni accertate (l’8,8% sul totale nazionale), 965 persone denunciate, 6 arrestate e 314 sequestri effettuati. Nella classifica provinciale Bari e Foggia sono rispettivamente al settimo e nono posto con 233 e 185 infrazioni accertate. Dal 2002 all’ottobre 2020, in Puglia ci sono state 81 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, circa il 16,5% delle inchieste su tutto il territorio nazionale. Queste hanno portato a 219 ordinanze di custodia cautelare, 645 persone denunciate e coinvolto 94 aziende con oltre 6 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrate.

Solo il lockdown ha fermato per un breve periodo i piromani dei rifiuti. Nella classifica sugli incendi negli impianti di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti in Italia, dal 1 gennaio 2013 al 17 ottobre 2020 la Puglia si piazza al settimo posto con 81 incendi negli impianti.

Il dato che preoccupa più da vicino però il Salento e la provincia di Lecce è quello relativo alla classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, dove la Puglia sale al secondo posto con 1.350 infrazioni accertate (l’11,8% sul totale nazionale), 1.365 persone denunciate e 335 sequestri effettuati. Su scala provinciale Lecce, Bari, Brindisi, Foggia e Taranto sono rispettivamente al secondo, dodicesimo, quindicesimo, diciannovesimo e ventesimo posto con 471, 293, 205, 185 e 181 infrazioni accertate.

Per quanto riguarda il racket degli animali (corse clandestine di cavalli, combattimenti clandestini, traffico di animali da compagnia, commercio illegale di specie protette, macellazione clandestina, abigeato, bracconaggio e pesca di frodo), la Puglia scende al terzo posto con 801 infrazioni accertate (il 9,9% sul totale nazionale), 716 persone denunciate, un arresto e 320 sequestri effettuati.

Nella classifica provinciale dell’illegalità contro la fauna nel 2019, Bari, Lecce, Taranto e Foggia si piazzano rispettivamente al sesto, quindicesimo, diciottesimo e ventesimo posto con 318, 148, 132 e 124 infrazioni accertate. Diverse le operazioni svolte dai carabinieri forestali contro l’abbattimento illegale di uccelli acquatici e svernanti presenti nelle zone umide della provincia di Foggia e della Bat.

La corruzione resta tra i peggiori nemici dell’ambiente. Dal 1 gennaio 2019 al 17 ottobre 2020, in Puglia ci sono state ben 13 inchieste sulla corruzione in materia ambientale, con 30 persone arrestate, 110 denunciate e 13 sequestri effettuati. Una delle vicende più emblematiche sull’intreccio tra corruzione e ambiente riguarda l’operazione T-Rex, inchiesta della Guardia di Finanza di Taranto che ha indagato sull’ampliamento della discarica di Grottaglie.

Sul fronte dell’archeomafia, l’aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico, la Puglia, una delle regioni più ricche di reperti archeologici, ma anche di tombaroli attivi, nella classifica nazionale dell’arte rubata 2019 sale al 5° posto con 47 furti di opere d’arte. 

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