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Venerdì, 24 Marzo 2023
I dati

Reati ambientali, Salento al tredicesimo posto con 501 infrazioni accertate

Nel tradizionale "rapporto Ecomafia" di Legambiente la Puglia è sul podio nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale con Bari, Foggia, Lecce e Taranto tra le 20 province italiane più colpite dai reati

BARI – La Puglia con 3.042 infrazioni accertate, pari al 9,9% del totale nazionale, si attesta sul podio nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale: è un “primato” di cui andare poco fieri che emerge dal tradizionale rapporto sull’Ecomafia, prodotto da Legambiente, che evidenzia numeri preoccupanti per quanto riguarda la regione e il territorio salentino.

Bari, Foggia, Lecce e Taranto, infatti, sono tra le venti province italiane più colpite dai reati ambientali. In Puglia, nel 2022 sono 984 i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine, 2.714 le persone denunciate e 62 quelle arrestate. Il Salento, in particolare, si assesta al tredicesimo posto per infrazioni accertate con 501 reati attestati.

Inoltre, tra il 2017 e il 2021 in Puglia sono stati commessi 16.347 reati ambientali, 15.219 le persone denunciate, 157 le ordinanze di custodia cautelare e 5.161 i sequestri eseguiti dalle forze dell’ordine e dalle capitanerie di porto. La provincia più colpita è Bari (con 4.743 reati, 4.190 persone denunciate, 42 arresti e 2.135 sequestri), Lecce è la terza dopo Foggia con 2.837 illeciti (sono esclusi dalle classifiche provinciali i dati dei carabinieri Tutela ambiente e patrimonio culturale, disponibili soltanto su base regionale).

A livello generale, nel 2021, in Italia i numeri degli eco reati restano alti e non scendono sotto quota 30mila (in flessione del 12,3% rispetto al 2020) con una media di 84 al giorno, circa 3,5 all’ora: quasi il 44% del totale si concentra in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. In Puglia tra il 2017 e il 2021 sono stati accertati ben 16.347 reati ambientali e 15.219 le persone denunciate.

Sono, invece, 59.268 gli illeciti amministrativi contestati, con una media di 162 al giorno, 6,7 ogni ora. Sommati ai reati ambientali, raccontano di un Paese dove vengono accertate ogni ora circa 10 violazioni di norme poste a tutela dell’ambiente. Ad agevolare questa ondata di reati lo strumento della corruzione: 115 le inchieste censite da 16 settembre 2021 al 31 luglio 2022, con 664 persone arrestate, 709 persone denunciate e 199 sequestri. 14 i comuni sciolti per mafia nel 2021 e 7 nel 2022, a cui vanno aggiunti gli ultimi in ordine di arrivo, Anzio e Nettuno (RM). Dati che si traducono da una parte in ferite insostenibili per l’ambiente, la cui tutela dallo scorso 22 febbraio è entrata tra i principi fondamentali della Costituzione italiana, e dall’altra in un bottino d’oro per gli ecomafiosi che nel 2021 hanno fatturato 8,8 miliardi di euro.

Il ciclo del cemento, i rifiuti, i reati contro la fauna

Per quanto riguarda il ciclo del cemento, la Puglia si conferma al terzo posto con 1.033 reati (il 10,9% sul totale nazionale), 1.070 persone denunciate, nessun arresto e 320 sequestri effettuati.  A livello nazionale, Foggia, Lecce, Bari, e Taranto sono rispettivamente al nono, decimo, tredicesimo e diciannovesimo posto con 175, 167, 144 e 92 infrazioni accertate. Tra il 2017 e il 2021, inoltre, sono stati 4.871 gli illeciti, 5.266 le persone denunciate, 21 le ordinanze di custodia cautelare e 1.583 i sequestri.

Nel ciclo illegale dei rifiuti la Puglia scende al quarto posto, rispetto al terzo del precedente dossier, con 755 infrazioni accertate (l’8,9% sul totale nazionale), 901 persone denunciate, 61 arrestate e 362 sequestri effettuati; a livello nazionale, Bari, Foggia, Lecce e Taranto sono rispettivamente al terzo, sesto, diciottesimo e diciannovesimo posto con 251, 182, 99 e 94 infrazioni accertate. Impressionante il numero di arresti scattati tra il 2017 e il 2021 per contrastare la filiera illegale dei rifiuti, in particolare per quanto riguarda i traffici illeciti che vedono purtroppo la Puglia protagonista da tempo: 120 le ordinanze di custodia cautelare.

Per quanto riguarda i reati contro la fauna e il racket degli animali (bracconaggio, il commercio di fauna protetta, tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, nuove norme contro il maltrattamento degli animali, ecc), la Puglia si conferma al secondo posto con 588 infrazioni accertate (il 9,5% sul totale nazionale) 525 persone denunciate, nessun arresto e 255 sequestri effettuati. Nella classifica nazionale 2021 dell’illegalità contro la fauna, a livello nazionale, Lecce è dodicesima a livello nazionale con 125 reati accertati. Analizzando il periodo tra il 2017 e il 2021, inoltre, questa risulta essere la seconda filiera dell’illegalità ambientale è quella contro la fauna, con 4.206 infrazioni, 3.834 persone denunciate, 5 arresti e 1.745 sequestri: dopo Bari, nella classifica provinciale, si colloca Lecce (682 illeciti).

La conferenza di presentazione del report e le dichiarazioni

Ecomafia 2022

I dati e le storie dei reati ambientali, sono stati presentati in una conferenza tenutasi a Bari, presso l’Università degli studi “Aldo Moro”, organizzato da Legambiente Puglia, Arpa Puglia, Uniba e Link Bari. All’evento hanno partecipato Ruggero Ronzulli, presidente Legambiente Puglia, Roberto Voza, direttore Dipartimento di Giurisprudenza Uniba, Stefano Bronzini, rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Antonia Bellomo, Prefetto di Bari, Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia (in collegamento streaming), Pietro Petruzzelli, assessore all’ambiente Comune di Bari, Enrico Fontana, responsabile Osservatorio nazionale ambiente e legalità Legambiente, Vito Bruno, direttore Arpa Puglia, Vincenzo Bruno Muscatiello, professore Diritto Penale Uniba, Alessio Coccioli, procuratore aggiunto Procura di Bari, Renato Nitti, procuratore Barletta-Andria-Trani, Eguenia Pontassuglia, procuratore di Taranto, Silvio Marco Guarriello, procuratore aggiunto e coordinatore gruppo reati ambientali Procura di Foggia, Antonio Negro, procuratore aggiunto Procura di Brindisi, Giulia Lenoci, Link Giurisprudenza Bari, Anna Grazia Maraschio, assessora all’Ambiente Regione Puglia e Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente.

“Quello delle ecomafie – ha commentato Ronzulli di Legambiente Puglia – è un tema che deve essere sempre più raccontato nei territori, ed è per questo che abbiamo deciso di presentare il rapporto presso l’Università e tra gli studenti. È fondamentale che ci sia sempre più coscienza e consapevolezze di questi fenomeni, affinché possano essere combattuti con un’alleanza strategia tra cittadini e forze dell’ordine”.

“Arpa Puglia – ha dichiarato il direttore generale Bruno - è impegnata tra le tante attività anche nel contrastare i reati ambientali. Ma la vera sfida è vincere la partita della prevenzione. Questo si può fare in due modi: rendendo sempre più efficace e performante l’azione dell’Agenzia quale organo tecnico scientifico nei procedimenti finalizzati al rilascio delle Autorizzazioni ambientali, e investendo sulle giovani generazioni, sia attraverso il reclutamento del personale, che nello sviluppare una sensibilità ambientale che deve diventare patrimonio comune di tutti i cittadini”.

 “È fondamentale non abbassare la guardia nei confronti degli ecocriminali – ha affermato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -, ora più che mai visto che sono stati assegnati i primi finanziamenti dei bandi del Pnrr e presto si apriranno i tanti cantieri dell’agognata transizione ecologica. In tutto ciò il sistema di prevenzione e repressione dei reati descritti nel Rapporto non è stato rafforzato come si sarebbe dovuto fare”.

“L'Italia continua a subire l'aggressione della criminalità ambientale – afferma Enrico Fontana -, che si concentra in particolare nelle quattro Regioni a tradizionale presenza mafiosa, nell'ordine Campania, Sicilia, Puglia e Calabria, dove è stato accertato dalle forze dell'ordine e dalle capitanerie di porto il 43,8% dei reati contro l'ambiente”.

Le proposte per contrastare il fenomeno

Sono 10 le proposte di modifica normativa per rendere più efficace l’azione dello Stato a partire dall’approvazione delle riforme che mancano all’appello e su cui il governo Meloni deve dare delle risposte concrete, anche in vista della prossima direttiva europea sui crimini ambientali. Tra queste occorre approvare anche in questa legislatura la costituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (la cosiddetta Commissione Ecomafia); inserire i delitti previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo (423 bis) tra quelli per cui non scatta la tagliola dell’improcedibilità, approvare il ddl contro le agromafie, introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali, emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente.

Nei mesi di giugno e luglio 2022 Legambiente Puglia ha organizzato la prima edizione di Festambiente Puglia, evento itinerante che si è posto lo scopo di sviluppare una cultura della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente utilizzando linguaggi diversi come l’arte e la musica insieme a dibattiti e tavole rotonde con cittadini e istituzioni. In quell’occasione Legambiente ha premiato il lavoro svolto da Istituzioni, Amministrazioni locali, Forze dell’Ordine, Procure e imprese virtuose nella lotta ai reati ambientali e nel lavoro svolto per creare un ambiente sostenibile e protetto. Legambiente Puglia continua a monitorare le attività di prevenzione e tutela ambientale accendendo un nuovo faro sulle storie positive della regione con il premio Festambiente Puglia 2023 nel corso della prossima estate.

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