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Martedì, 23 Aprile 2024
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Xylella: nasce “Olivami” per riforestare il Salento: come adottare a distanza gli alberi d’olivo

La prima richiesta arriva dall’Inghilterra, dove sono stati adottati 100 alberi presso il Comune di Carpignano Salentino. Ecco cosa sapere

Rigenerare gli oliveti del Salento distrutti dalla Xylella con l’adozione a distanza degli alberi.

È l’obiettivo di Olivami, l’associazione che punta a riforestare le zone depresse e a tornare a produrre olio di qualità. Chi adotterà un albero di olivo provvederà alla piantumazione, a sostenere la cura nei primi anni di vita e infine a rendere la pianta produttiva ma soprattutto entrerà a far parte della grande comunità rurale di Olivami.

CARPIGNANO - SALENTINO La prima richiesta di adozione è arrivata dall’Inghilterra: 100 alberi di olivo adottati da un manager che trascorre le vacanze nel Salento e che ha chiesto di poter seguire, giorno dopo giorno, la rinascita degli alberi piantati a Carpignano salentino.

L’associazione fondata il 31 gennaio 2022 a Martano da Alessandro Coricciati, Simone Chiriatti, Cosimo Valente, Cristian Caracuta e Gianfranco D’Amico promuove, attraverso il sito web olivami.com e i suoi canali social, l’adozione a distanza di uno o più ulivi di nuova generazione. Per ogni adozione verrà piantato un nuovo ulivo che sostituisce quello colpito dalla xylella. È possibile adottare più alberi. 

“Per ogni ulivo adottato, spiega il presidente di Olivami Alessandro Coricciati,  verrà riconosciuto ogni anno, simbolicamente, un litro di olio d’oliva Evo, che verrà spedito direttamente a casa dell’adottante, insieme ad un certificato riportante la quantità di Co2 sottratta all’ambiente grazie alla riforestazione. Al momento dell’adozione viene fornito un certificato riportante il nome del contadino virtuale  e la localizzazione dell’albero, in modo da poter seguire concretamente la crescita della pianta. L’adottante potrà partecipare alla raccolta delle olive e recarsi nella campagna dove dimora il suo albero in qualsiasi momento, alloggiando in strutture ricettive convenzionate ad un prezzo più favorevole. Un viaggio esperienziale nel cuore del Salento per seguire da vicino la storia del proprio albero e quella di un’intera comunità. Abbiamo coinvolto gli anziani contadini,  depositari di saperi e tecniche agricole,  che seguono con passione e speranza il percorso di Olivami e i giovani che hanno scelto di non abbandonare la terra". 

I fondi raccolti tramite l’adozione verranno devoluti direttamente agli agricoltori che fanno parte dell’associazione per supportarli economicamente sia nella piantumazione che nella conduzione dei nuovi ulivi. L’obiettivo di Olivami è ricostruire il paesaggio del Salento, restituendo tradizioni, cultura, lavoro e l’antica bellezza del territorio distrutto dal batterio xylella e contribuire attivamente a contrastare il cambiamento climatico attraverso la piantumazione di nuovi ulivi, che sono tra le piante con la maggiore capacità di sottrazione di Co2 dall’ambiente.

L’associazione, inoltre, si impegna a promuovere presso gli associati l’utilizzo di tecnologie innovative, dai super droni ai trattori a guida autonoma, dall’intelligenza artificiale alla consulenza degli esperti,  con l’intento di favorire l’adozione di tecniche agricole 4.0 e insieme contribuire ad abbattere l’impatto ambientale della conduzione dei nuovi uliveti.

L’adozione è già aperta sia a privati che ad aziende che vogliano manifestare concretamente il loro interesse nella ricostruzione del Salento. È possibile effettuare l’adozione direttamente dal sito web dell’associazione selezionando la quantità e la specie di alberi che si intende adottare.  Subito dopo l’adozione si riceverà un’e-mail di conferma riportante tutte le caratteristiche dell’ordine e il certificato di adozione. Una targhetta sul tronco dell’ulivo segnalerà il nome dell’adottante. Una rinascita raccontata da nonno Raffaele e dal piccolo Giulio nello spot dell’associazione che sintetizza il dramma vissuto dagli agricoltori negli ultimi anni con la perdita di 21 milioni di ulivi e la speranza dei giovani contadini di ricostruire il paesaggio (qui il video).

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