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"Cento milioni pronti per la stabilizzazione dei precari Cnr": Bellanova sollecita il governo

Le risorse per i contratti sono già disponibili. La senatrice Pd esorta l'esecutivo a farsi carico del problema: "La ricerca serve come il pane e gli studiosi devono restare in Italia"

LECCE - Le risorse per stabilizzare i contratti ci sono: parola di Teresa Bellanova. La senatrice del Pd ha invitato il governo gialloverde a farsi carico del percorso di stabilizzazione dei ricercatori precari del Cnr. Rispettando, sostanzialmente, le indicazioni della legge Madia.

La copertura economica, soprattutto, sarebbe già disponibile e ammonterebbe a 100 milioni di euro. La parlamentare, già sottosegretaria al Lavoro dell’esecutivo Renzi, si è riallacciata alla protesta messa in scena, qualche giorno dietro, dai professionisti del Cnr di Lecce. I ricercatori, una ventina in tutto che attendono notizie sul rinnovo contrattuale, hanno organizzato un flash mob nella sede leccese del Cnr.

Il loro è un vero e proprio dramma lavorativo che si ripercuote sulla qualità della ricerca scientifica italiana. In 20, infatti, sono rimasti tagliati fuori dal percorso di stabilizzazione, iniziato a dicembre, messo in atto per 60 colleghi precari. L’obiettivo della scenografica protesta era duplice perché da un lato manca la proroga del rapporto di lavoro, dall’altro sembra allontanarsi la prospettiva di una stabilizzazione professionale.

Bellanova si è fatta portavoce del disagio dei lavoratori, moltissimi di loro ritornati in Italia da prestigiosi Centri di ricerca internazionali e ora nel cosiddetto limbo dei precari sospesi, ricordando che “chi ha scelto di operare in Italia deve poter restare”.

I senatori del Pd, prima firmataria Bellanova, questa mattina hanno depositato un’interrogazione parlamentare. A loro giudizio, infatti, la stabilizzazione è un obiettivo realizzabile con le risorse decise prima dal governo Gentiloni, tramite lo stanziamento di 40 milioni di euro a fronte di un obbligo al cofinanziamento per altri 20 milioni. L’esecutivo guidato da Conte ha poi aggiunto altri 34,5 milioni di euro, vincolati con la stessa finalità.

Il plafond, che ammonta quindi a 94,5 milioni di euro, “rischierebbe peraltro di essere impoverito se l’intenzione manifestata dall’ente, di ritagliare i 20milioni di cofinanziamento dai 34,5 milioni, dovesse confermarsi, riducendo così la somma a disposizione e di conseguenza anche il numero di stabilizzazioni”, si legge nel testo dell’interrogazione.

“Il Cnr può stabilizzare le ricercatrici e i ricercatori precari applicando la norma Madia – ha affermato la senatrice - e utilizzando le risorse già stanziate: parliamo di circa 100 milioni di euro che non devono, assolutamente, essere ridotti stornando la quota parte di cofinanziamento cui l’ente deve ottemperare”.

“Per questo chiediamo al governo  di vigilare perché  i ricercatori, sottoposti a inqualificabili rinnovi contrattuali anche di 15 giorni, possano tranquillamente pensare che la ricerca è il loro futuro qui in Italia, senza essere costretti a fare valigie rivolgendosi altrove”, ha aggiunto.

E ancora: “Questo Paese ha bisogno come il pane di ricerca e innovazione, e noi non possiamo assolutamente tradire la fiducia di chi, invogliato anche dalle politiche precedenti messe in campo dai nostri governi, ha scelto di tornare. Significherebbe venire meno a un patto generazionale e tradire generosità, intelligenza, competenze. L’unica cosa che non possiamo permetterci”.

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