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I Giovani democratici occupano la sede del partito: "Ora ci devono ascoltare"

Luciano Marrocco è il segretario Giovani democratici della provincia di Lecce. Questa mattina, come succede un po' in tutta Italia, hanno occupato simbolicamente la sede leccese del Pd. "Piuttosto che bruciare le tessere, vogliamo dare un segnale diverso"

LECCE – Quelli del M5S ci sono arrivati prima di loro, a scrollarsi di dosso la riverenza verso i vescovi dei partiti. Anzi, alla base c’è il presupposto che il baciamano non esiste nemmeno nel Dna del Movimento. Di più. E' la prima simbologia da capovolgere. Una rivoluzione copernicana, per come vanno le cose in Italia. Tanto che quelli del M5S, emeriti signor nessuno, siedono oggi nel Parlamento italiano. Guarda un po’. Quegli altri, invece, i Giovani democratici,  hanno dovuto attendere lo spappolamento del loro partito, disintegratosi di fronte l’elezione del Presidente delle Repubblica, mica una cosa da niente, per capire che forse è il momento di scrollarsi il timore di chiedere considerazione concreta ai loro capipartito. Quante anticamere, quante le lunghe attese, quante sopportazioni per farsi notare. “Ma i vecchi fanno finta di niente, e decidono sempre loro”. E’ il senso di responsabilità? “Sì, vabbè”.

E i Giovani democratici invece crescono. Come lava che sale nella gola del vulcano. Con le loro parole, nuove, mutate nel lessico del Web, idee per un futuro diverso, ma solo mormorate all’orecchio del compagno di partito, quasi come fossero carbonari. I Giovani democratici. "Non sia mai l’onorevole asolta quel che davvero penso di lui".  Un renziano in casa? O un grillino Pd? 

Ma oggi la casa non c’è più. Con la figuraccia rimediata per la elezione del Capo dello Stato, il Pd si sta vedendo sfondare le porte dai suoi giovani. E corrono già i titoli di coda: The End, suonata dai Doors, in Apocalypse now. Ora glielo dice pure Grillo  (ieri sera a Udine in tour elettorale, ndr), alla notizia di Bersani dimissionario: “Non è la mia vittoria, è la vittoria dell’Italia. Ma io credo nei giovani del Pd. Ora sta a loro. Ce ne sono di fantastici. I giovani, i giovani del Pd… Prendete il partito in mano, io vi spingo, e mandate a fare in culo queste cariatidi che avete da trent’anni”. 2-245-4

Luciano Marrocco è il segretario dei circa 350 Giovani democratici (dai 14 ai 29 anni) della provincia di Lecce. Questa mattina, come è successo un po’ in tutta Italia, hanno occupato simbolicamente la sede leccese del Pd provinciale, in via Tasso. 

Segretario Marrocco, perchè l’occupazione della sede del vostro partito?
E’ un momento molto difficile per noi e di fronte alle tessere bruciate volevamo dare un segnale diverso nel nostro territorio. Sono sei anni che come Giovani democratici ci impegniamo nel partito e non vogliamo che tutto questo vada vanificato. Con questa manifestazione intendiamo dire che, di fronte ad una classe dirigente di ormai ex, c’è una nuova classe politica, fatta non solo di giovani, che non accetta di assistere allo sgretolamento del partito a causa dei rancori che intercorrono tra la vecchia classe dirigente, che utilizza il proprio partito e l’elezione del Presidente della Repubblica per fare valere rivincite e rivalse”. 

Se in questo momento lei si trovasse ad eleggere il Presidente della Repubblica, chi voterebbe?
Dal primo turno in poi avrei votato sempre Stefano Rodotà.

Perché?
Rodotà è una personalità che viene dal nostro mondo, che in tutti questi anni si è distinta per le battaglie dei beni comuni e per i diritti. E se c’è un errore che il Partito democratico ha fatto, e che non può essere attribuito solo nella figura del segretario Bersani, è quello di non avere anticipato il Movimento 5 Stelle nel proporre questa candidatura. Purtroppo in questo momento il mio partito non è nemmeno in grado di fare eleggere Rodotà.

Cosa pensa quando Grillo, rivolgendosi al Pd, dice: “Convergete su Rodotà, con lui al Colle si aprono praterie per un governo? 

Molte battaglie del Movimento, a cui appartegono tanti nostri ex militanti, sono comuni. Ma c’è da dire che in questi due mesi il Movimento ha avuto possibilità enormi di aprire ad un vero cambiamento che partisse dal Parlamento per poi espandersi in tutto il Paese. Fino ad oggi, però, non lo ha fatto per ragioni di calcolo. Credo invece che sia arrivato il momento per il Pd, come per il Movimento 5 Stelle, di mettere da parte entrambi queste strategie. Insieme possiamo dare un governo al Paese.

E perché allora il Pd non vota compatto per Rodotà?
Non lo so. Molto probabilmente perché non vede quella figura a garanzia di una larga intesa nel Parlamento. Il Pd ha preferito puntare su altri nomi, senza accorgersi che così facendo stava perdendo pezzi. 

Cosa provano i ragazzi del Pd di fronte all’ascesa del Movimento 5 Stelle, ai vostri “colleghi” che oggi siedono in Parlamento grazie ad un clic, senza essere stati costretti a perseguire la massacrante trafila che impongono i vecchi partiti?  

Una bella sofferenza. A fronte di tanti sacrifici che facciamo, perché mossi solo dalla passione politica, del tempo che sottraiamo alla nostra vita privata per dedicarlo all’attività politica, con le nostre risorse, senza rimborsi, sì, ed è per questo che il finanziamento ai partiti, così com’è, non ci va bene, anche perché contributi non ne vediamo, a fronte dell’impegno, dicevo, non vediamo una risposta. E non in termini personali, di incarichi, di poltrone, ma di considerazione per questo nostro impegno, per le nostre idee. Siamo stati antesignani nella provincia di Lecce della crisi del Pd. In questa provincia il partito è quasi inesistente. Se oggi la nuova generazione non sbatte i pugni sul tavolo, rischia di rimanere vittima delle loro stesse beghe.   

Lei si definisce un renziano?
No. E non ritengo giusto il comportamento di Renzi. Anche lui ha contribuito a picconate la stabilità del Partito democratico. 

Bersani di dimetterà dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. Chi vorrebbe come segretario nazionale del suo Partito?
Bersani è stato un punto di riferimento importante per noi, e che ai giovani del Pd ha tenuto molto. Ma restiamo delusi e smarriti. In questo momento non saprei che nome fare. 

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