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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Santa Cesarea Terme

“Acque agitate” alle Terme. Serra replica al consigliere Vadrucci

Il presidente della società non ha gradito le esternazioni del consigliere regionale in merito alle "gestioni disastrose" e replica con forza alle accuse: "Dovrebbe leggere con ragione i documenti che spiegano i bilanci"

SANTA CESAREA TERME - Da Porto Miggiano alle Terme. Le polemiche a Santa Cesarea sembrano ormai ordinarie. Il presidente della società Terme, Salvatore Serra, non ha gradito le  affermazioni del consigliere regionale del Pdl, Mario Vadrucci, in merito alle “disastrose gestioni” che si starebbero perpetrando nell’azienda. Per Serra, sarebbe importante che Vadrucci dicesse “dove ha preso i dati relativi al bilancio delle Terme al 31 dicembre 2011”: “Perché delle due l’una – afferma -, o il consigliere ha capacità chiromantiche non comuni, oppure – sempre che i dati siano veri – è stato informato fuori dall’esercizio corretto del diritto di informazione dei soci da chi, adottando questa modalità, utilizza lui stesso la società come un carrozzone”.

“Detto questo – aggiunge Serra -, è molto probabile, per le cause già indicate nella relazione sulla gestione degli ultimi bilanci di esercizio, che la società realizzi anche per il 2011 un risultato negativo già consapevolmente previsto”. Il tutto dovuto agli effetti derivanti dalla rivalutazione effettuata nel 2008, dove si è deciso di procedere sia alla ristrutturazione degli stabilimenti sia alla riconsiderazione del patrimonio: “Il consigliere Vadrucci dovrebbe rileggere – afferma -, con le lenti della ragione e non con quelle del politico, i documenti che accompagnano e spiegano i bilanci di esercizio degli ultimi anni della Società che ad ogni buon conto cerco di sintetizzare”.

Nel corso dell’anno, la società ha continuato a svolgere l’attività intrapresa anni addietro di ristrutturazione degli impianti termali, con una forza media impiegata attestatasi, nell’ultimo triennio, a 60 unità: “Nell’anno 2004 – precisa Serra - la forza media impiegata era di 47 unità e nel successivo era di 51 unità”. A dimostrazione, quindi, dell’aver saputo coniugare con sforzi di uguale intensità il miglioramento delle condizioni di lavoro e il mantenimento dei livelli occupazionali.

“Non sfuggirà – asserisce il presidente delle Terme -, inoltre, al consigliere Vadrucci, che la società opera in un settore sanitario caratterizzato negli ultimi dieci anni da provvedimenti legislativi, principalmente di origine centrale, che hanno eroso le risorse disponibili sia attraverso minori trasferimenti sia attraverso una più restrittiva politica di erogazione delle cure. Non sfuggirà al consigliere Vadrucci che in altre parti del territorio nazionale, si assiste, invece, a fenomeni di senso contrario. In periodi come gli attuali caratterizzati da bassa occupazione, la Società si è distinta per aver agito in modo opposto. E questo non può essere un demerito”.

“Certo – prosegue Serra -, se fosse stato possibile realizzare il piano di investimenti approvato dal consiglio di amministrazione e discusso dall’assemblea degli azionisti che includeva anche il Nuovo centro termale, molti elementi di negatività strutturale sarebbe stati abbondantemente superati. Ciò non è stato possibile sia per motivi connessi all’intervento della magistratura, ma anche per motivi di ostruzionismo, non solo politico, ancora non del tutto chiari ai più ma che non sono sfuggiti sicuramente ad un occhio attento come quello del consigliere Vadrucci”.

Serra, infine, sottolinea che, sempre dai documenti ufficiali della società depositati al registro delle imprese, il patrimonio netto della stessa al 31 dicembre 2010 (ultimo bilancio approvato) ammonto a circa 15 milioni di euro e che i risultati negativi realizzati dalla società “non incideranno sulle tasche dei cittadini pugliesi a differenza di quanto sostiene, in maniera strumentale, il consigliere Vadrucci”.

Dal presidente delle Terme l’invito a Vadrucci alla documentazione, per accorgersi delle “vere criticità che ingessano la gestione” dell’azienda: “Si accorgerà, altresì, che la società – ribadisce - è costretta a difendersi da alcuni incomprensibili atti del Comune di S. Cesarea come quello di ricorrere al Tar (questi con dispendio di soldi pubblici) per rivendicare a sé, togliendola alla ‘Terme Spa’ di cui è azionista, la concessione per l’uso delle acque”.

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