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Politica Corigliano d'Otranto

Adottato dopo 43 anni a Corigliano d’Otranto il piano urbanistico generale

Nella seduta di ieri, il consiglio comunale ha approvato con sei voti favorevoli e due astenuti il nuovo pug, che sostituisce il vecchio programma di fabbricazione: un cammino nel segno della perequazione e della partecipazione

CORIGLIANO D’OTRANTO – Quarantatre anni di attesa, ma finalmente, nella seduta di ieri, 23 gennaio, il consiglio comunale di Corigliano d’Otranto ha approvato con 6 voti favorevoli e 2 astenuti il nuovo piano urbanistico generale che sostituisce il vecchio programma di fabbricazione. Si tratta di una tappa storica per il paese, di un lavoro che consegna alle nuove generazioni un’idea di sviluppo  in sintonia con le nuove esigenze del territorio e, soprattutto, in ottemperanza alle nuove norme legislative.

Sette anni di lavoro intenso caratterizzato da trasparenza, partecipazione e copianificazione che fanno del Pug uno strumento urbanistico nato dal basso, dal coinvolgimento in ogni  fase di tutti i cittadini: assemblee pubbliche con cittadini, tecnici, soggetti portatoti di interesse. Partecipazione attiva e telematica via web. E poi il primo èrotocollo d’intesa per “un percorso di accompagnamento” con la Regione preso a modello e diffuso poi all’intera Puglia.

La parola chiave che è alla base dell’intero piano è “perequazione”, un concetto cioè che stabilisce l’equità di tutte le previsioni, sia tra i diversi cittadini, coinvolti nei processi di interesse collettivo e di trasformazione, sia tra pubblico e privato attraverso meccanismi di compensazioni e premialità.

“Per decenni le amministrazioni che si sono succedute, hanno in ogni campagna elettorale, sostenuto la necessità  di adeguare un vecchio  e obsoleto programma  di fabbricazione risalente agli anni ’70 – ha chiarito il sindaco Ada Fiore -, ma mai nessuno e dico nessuno, ha avuto la forza e la determinazione per arrivare fino alla fine”.

“Adottando il nuovo Pug – prosegue -, abbiamo dimostrato che fare politica o amministrare  una comunità, può avere senso solo se si riescono a superare le difficoltà, se si è capaci di disegnare nuovi orizzonti, di aprire il cuore alla speranza e forse, perché no, anche ai sogni. Perché senza idealità, senza la capacità di progetti a lungo termine, senza lo sforzo di disegnare un futuro possibile, la politica rischia di essere il contentino del giorno, l’aspirina per il raffreddore, e non un cardiotonico a lungo termine”.

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