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Agevolazioni e pari opportunità: l'ateneo aiuta le studentesse madri

UniSalento ha varato alcune misure per donne con figli fino ai cinque anni di età, in gravidanza dall'ottavo mese o con diagnosi di gravidanza a rischio

LECCE – Conciliare il tempo dello studio con gli impegni della vita privata non è facile per nessuno. Ma, nel caso delle studentesse che sono anche madri, sostenere gli esami universitari può diventare una vera impresa.

L’ateneo salentino ha voluto tendere una mano alle donne, adottando alcune misure tese a creare le condizioni di studio più favorevoli, alleggerendo il carico di lavoro per le giovani mamme. Il Senato accademico ed il Consiglio d’amministrazione dell’Università del Salento hanno così votato favorevolmente all’introduzione di appelli straordinari, esoneri, prove parziali per il superamento degli esami e sospensione temporanea degli studi.

Tali misure sono rivolte, in particolare, alle studentesse non lavoratrici con figli fino ai cinque anni di età o in gravidanza dall’ottavo mese o con diagnosi di gravidanza a rischio.

Nei mesi scorsi il rettore Vincenzo Zara ha personalmente portato l’argomento all’attenzione degli organi d’ateneo, anche sulla base di una nota della consigliera di parità della Provincia di Lecce, Filomena D’Antini, che sollecitava l’università ad “adottare interventi in favore delle studentesse madri che svolgono il lavoro domestico e lavori di cura all’interno delle proprie mura domestiche”.

Le agevolazioni previste dall’ateneo sono state presentate stamattina in conferenza stampa presso la sede del rettorato, alla presenza anche del prorettore vicario Domenico Fazio, della consigliera di parità della Provincia di Lecce Filomena D’Antini e delle referenti del rettore alle Pari opportunità, Claudia Sunna e Marisa Forcina.

“La tutela della maternità, garantita dal legislatore nazionale per le lavoratrici – ha sottolineato oggi Zara stampa - è invece meno sviluppata in riferimento alle madri che svolgono lavoro domestico. Fanno eccezione la legge 493 del ‘99, che ha istituito una polizza contro gli infortuni domestici, e alcuni riconoscimenti giurisprudenziali e amministrativi”.

“In particolare nel primo caso, la ratio è quello di considerare il lavoro domestico come un vero e proprio lavoro, anche se non retribuito – ha proseguito il rettore - . Alla luce di tale questo dato, pur non potendo l’università riconoscere alle madri che svolgono lavoro domestico gli stessi diritti di cui godono le lavoratrici madri, ha ritenuto di adottare una serie di iniziative e opportunità a sostegno delle studentesse madri, in modo da consentire loro di meglio conciliare la vita universitaria con la famiglia e la maternità stessa”.

Ecco, nel dettaglio, le agevolazioni previste: il diritto a usufruire degli appelli straordinari già previsti nel regolamento didattico di ateneo per gli studenti fuori corso; il diritto a usufruire di esoneri e prove parziali con riduzione dell’obbligo di frequenza; la possibilità di usufruire del tempo parziale; la possibilità di richiedere la sospensione degli studi per l’anno accademico corrispondente o successivo alla data di nascita del figlio.

“Infine è in corso di valutazione – ha concluso il rettore - la possibilità di prevedere l’esenzione dalle tasse universitarie, previa valutazione dell’impatto economico in commissione tasse”. “Il mio obiettivo - ha aggiunto la consigliera D’Antini - è quello equiparare il lavoro delle donne madri al lavoro tout court, affinché la donna madre veda riconosciuto il proprio impegno”.

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