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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Agricoltori inviperiti sotto la sede della Regione: "La xylella richiede misure urgenti"

Muraglia di Coldiretti: “Oggi abbiamo formalizzato la nostra sfiducia nei confronti dell’assessorato e lo ribadiremo a Emiliano”. Cezzi di Confagricoltura Lecce: "Occorre autorizzare gli espianti"

LECCE - Volevano la testa, in senso chiaramente metaforico, dell'assessore Di Gioia. E la convocazione del tavolo tecnico su xyella a Lecce, anziché a Bari. Alla fine Coldiretti, in aperta polemica, ha abbandonato anzitempo il vertice convocato per oggi proprio con il referente regionale dell'Agricoltura.

“Oggi abbiamo formalizzato la nostra sfiducia nei confronti dell’assessorato e lo ribadiremo personalmente lunedì pomeriggio al presidente Michele Emiliano”, ha tuonato il presidente regionale Muraglia che si è posto in posizione particolarmente critica anche verso il decreto legge Centinaio, definito una “scatola vuota” perché intende destinare “briciole” a un territorio che fa i conti con 1,2 miliardi di euro di danni all’olivicoltura e relativo indotto.

Ma anche i 30 milioni di euro stanziati con Fondi Cipe per il 2019 risultano essere, per l'associazione degli agricoltori, del tutto insufficienti. Le risorse saranno così ripartire: 15 milioni di euro andranno alle aziende olivicole colpite dalla grave fitopatia per il ripristino della potenzialità produttiva, mentre gli altri 15 milioni saranno destinati ad altre attività.

“Nel dettaglio 3 milioni di euro andranno alla ricerca e alla sperimentazione, 4 milioni alla prevenzione della diffusione della Xylella, 2 milioni per il potenziamento del servizio fitosanitario  per il supporto alle attività ispettive e 1 milioni di euro per la comunicazione istituzionale e altri 5 milioni per un non meglio precisato rilancio dell’economia nelle aree danneggiate”, ha lamentato Muraglia.

“Il decreto legge ha stanziato risorse insignificanti e la copertura dei costi sostenuti dalle imprese – ha aggiunto - non è proporzionale all’effettivo costo, ma viene assegnato un identico ammontare, a prescindere dal danno”. “Solo nell’area infetta rientrano 183mila ettari e 22 milioni di alberi e i fondi Ueper monitoraggi e test di campionamento, pari a 3 milioni di euro per tutto il territorio italiano e per altri 7 patogeni della stessa categoria, sono un somma ridicola”, ha proseguito il presidente Coldiretti.

Coldiretti è quindi pronta a proporre emendamenti al decreto che vanno nella direzione di aumentare le deroghe ai vincoli paesaggistici ed idrogeologici per consentire agli agricoltori di espiantare gli arbusti infetti liberamente.

“Abbiamo bisogno di regole semplici, i vincoli vanno eliminati nell’interesse della nostra olivicoltura e della nostra economia. La Puglia copre la metà dell’olivicoltura nazionale e la stiamo distruggendo”, ha ammonito il presidente regionale.

Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce, ha ricordato che “neppure con il piano di sviluppo regionale (Psr) Di Gioia è riuscito ad aiutare gli olivicoltori dell’area infetta, con 536 aziende finanziabili con il bando per la ricostituzione del patrimonio olivicolo che, dopo tre mesi di istruttoria, non hanno ricevuto la necessaria autorizzazione all’espianto degli alberi infetti, nonostante sia passato in Consiglio regionale il 21 dicembre scorso, su sollecitazione di Coldiretti, la norma di semplificazione che permette di derogare ai vincoli ambientali, forestali e idrogeologici di carattere regionale”.

“Ciò avrebbe consentito – precisa Cantele - di sbloccare subito almeno 200 pratiche di olivicoltori che devono reimpiantare. Sono 16 milioni di euro bloccati a cui si aggiungono 32 milioni di euro di un altro bando del Psr per gli investimenti delle imprese olivicole dell’area infetta, il cui avviso pubblico è stato approvato l’8 marzo ed è ancora al palo anche il bando del Psr per i frantoi, altri 50 milioni di euro tuttora inutilizzati”.

Coldiretti è drastica ed è tornata a denunciare “l’immobilismo totale” per i frantoi, costretti a vendere le macchine di produzione, e per i vivaisti che hanno le mani legate e non possono movimentare le piante all’interno dell’area infetta, “dopo aver speso erroneamente tempo e soldi per dotarsi di impianti di termoterapia che non sono serviti a nulla per mancanza di una firma su una autorizzazione”.

Più morbida la posizione di Confagricoltura Lecce che non vuole puntare il dito contro un solo uomo, ma restituire a ciascuno le proprie responsabilità. Senza tralasciare quelle delle amministrazioni locali “che non hanno saputo farsi valer con i piani alti”, come ha stigmatizzato il presidente Maurizio Cezzi.

“Al di là degli incontri, però, non cambiano i problemi – ha denunciato lui-. Prendiamo atto con soddisfazione della vicinanza di Emiliano e Di Gioia, ma ricordiamo loro che sono 5 anni che non riusciamo a raccogliere un euro dalle nostre campagne. Il sistema si è impantanato e la burocrazia deve essere snellita.

Confagricoltura se l'è presa anche con la Soprintendenza che bloccherebbe le azioni della Regione Puglia: “Occorre autorizzare gli espianti. In seconda battuta servono risorse che finanzino l'operazione perché questi non possono essere fatti mettendo le mani nelle tasche degli agricoltori”.

“Serve anche un piano organico per il territorio che comprenda anche le zone in cui la nuova olivicoltura e i reimpianti non si potranno fare, perché manca l’acqua e mancano le infrastrutture, quindi bisognerà immaginare di coltivare altro. La xylella, stando all’evidenza scientifica, non si può curare, ma si può rimediare al danno che ha creato”, ha concluso Cezzi.

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