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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Amministrative a Lecce: lo scenario nel centrodestra, i nomi sondati, le ipotesi

Tra i consiglieri comunali, che non vogliono subire imposizioni, serpeggia l’idea delle primarie, mentre la convergenza su una figura unitaria dipende sostanzialmente dall’accordo tra Fitto e Marti

LECCE – Comunque la si veda in prospettiva, l’ipotesi di una candidatura unitaria del centrodestra alle prossime elezioni amministrative leccesi – primavera del prossimo anno – passa da un’intesa piena, ma tutt’altro che scontata, tra Raffaele Fitto e Roberto Marti. Ministro il primo, senatore il secondo.

Trascorrono gli anni, ma restano loro gli attori principali dello scenario, forti anche della vittoria alle ultime politiche trainata dalla leadership di Giorgia Meloni che ha rilanciato le quotazioni di uno schieramento che sul territorio, oramai da diversi anni, ha perso la forza che aveva una volta, a causa di divisioni profonde, scelte sbagliate oltre che del giudizio degli elettori.

C’è poi anche un altro leccese nelle postazioni di governo ed è quello investito dalla maggiore responsabilità cui, evidentemente, corrisponde anche un maggiore potere: è Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ex magistrato e da sempre vicino al pensiero conservatore. Le sue incombenze, tuttavia, sono tali e tante che non sembra plausibile un suo protagonisto attivo per le scelte sullo scacchiere locale. Va pure considerato che per vincere le amministrative, oltre al profilo del candidato, serve una dote in particolare, quella di saper mettere in piedi liste forti. Se ne sono viste di liste che hanno ottenuto meno preferenze del numero delle firme necessarie per la loro presentazione.

Fatta questa premessa, si può mettere meglio a fuoco l’intreccio tra ipotesi attuali e variabili per il futuro, tenendo comunque ben presente che in politica possono accadere talmente tante cose in un anno da vanificare ogni ragionamento e aprire scenari al momento impensabili.

C’è anche da dire, d’altra parte, che il tempo però scorre e i consiglieri comunali di minoranza scalpitano per avviare sul serio la contesa elettorale con il sindaco uscente, Carlo Salvemini, e con l’area civica e progressista che lo ha sostenuto. Per questo hanno iniziato a riunirsi, soprattutto a cercare di mettere dei paletti. “Non subiremo imposizioni dall’alto” hanno detto. In molti, soprattutto i più giovani, temono di essere relegati perennemente al ruolo di portatori d’acqua e di rimanere così esclusi dai ruoli chiave, quelli che poi agevolano e legittimano ambizioni di livello superiore. Ecco dunque che il fuoco di sbarramento di questa prima linea si potrebbe tradurre in una sola parola: primarie.

Questa richiesta cadrebbe soltanto davanti a un nome irresistibile, uno di quelli della cosiddetta società civile a cui dire di no significherebbe darsi una zappa sui piedi: il sogno nel cassetto resta quello di Saverio Sticchi Damiani, popolare presidente del Lecce oltre che avvocato e docente di diritto amministrativo. C’è un precedente e risale al 2019 quando, con i buoni uffici di Marti, suo amico di vecchia data, venne fatto un tentativo, ad alti livelli, ma non se ne fece nulla per le stesse ragioni per le quali l’ipotesi sarebbe impraticabile anche oggi se la proposta si ripetesse: oltre all'attività professionale, che assorbe la gran parte del suo tempo e delle energie e che ha come epicentro Roma, si affianca la gestione del club – impegnato sul campo per la permanenza in serie A e, più in generale, nel consolidamento nel calcio che conta - che richiede, comunque, sforzi non indifferenti. Di fatto sarebbe impossibile aggiungere a tutto questo l'eventuale responsabilità di governo di una città di medie dimensioni per popolazione ma metropolitana per estensione del suo territorio, con borghi e marine.

Spostandoci invece sul terreno delle opzioni praticabili, gode di un certo favore quella che porta il nome di Ugo Lisi, anche lui avvocato e già deputato per tre legislature, eletto con il Popolo della Libertà. Dalla sua Lisi ha il fatto di aver mantenuto rapporti buoni e cordiali con più o meno tutte le forze del centrodestra anche se nel 2019 sostenne Adriana Poli Bortone nella sua corsa parallela a quella di Erio Congedo, vincitore delle primarie. Per questo al momento sembra essere nelle condizioni di riunire le varie anime dello schieramento. Il fatto di essere da luglio scorso assessore nella giunta comunale di Galatina può essere interpretato come una sorta di viatico verso un altro obiettivo.

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Sono stati sondati, più o meno informalmente, Antonio De Mauro, di recente riconfermato presidente dell’Ordine degli avvocati e Antonio Pasca, presidente della sezione leccese del Tar Puglia. Entrambi avrebbero declinato l’invito anche per riguardo al profilo istituzionale che hanno in ragione dell'incarico che ricoprono.

Diversa, ma solo in parte, la posizione di Giuseppe Tamborrino, noto commercialista, presidente del collegio sindacale dell’Us Lecce e già presidente di Lupiae Servizi durante il primo mandato di Paolo Perrone. Ha la responsabilità di uno studio professionale importante in città e, da buon conoscitore dei fatti politici leccesi – è amico dell’ex sindaco, ma anche di Erio Congedo e di entrambi ha seguito da vicino le vicende –, non può correre il rischio di rimanere invischiato nel gioco dei veti incrociati. È stimato in diversi ambienti, ha un profilo indipendente (per quanto il suo riferimento sia sempre stato il centrodestra) e non è uno di quelli che farebbero il sindaco sotto tutela. Oggi, insomma, non ci sarebbero le condizioni per avviare un ragionamento serio.

Rispetto a questo scenario, più defilato c’è il profilo di Simona Manca, già vice presidente della Provincia e, secondo alcuni “addetti ai lavori”, anche quello di Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento.

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