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Amministrative a Copertino: veleni e spaccature tra le coalizioni in campo

A circa un mese dalle elezioni, situazione convulsa: Pd cerca l'alleanza col Ncd e apre al centrosinistra di Schito che replica: "Dialogo tardivo". A destra passo indietro di Rosafio. Pando cerca interlocutori. Sorride solo il M5S

COPERTINO - Manca poco di più di un mese alle elezioni amministrative per il rinnovo di numerosi consigli comunali e, nella partita, la gara più attesa è quella che si gioca a Copertino, dove, però, lo scenario politico locale appare frastagliato, magmatico, in costante evoluzione. Un tutti contro tutti che, nella corsa per comporre le coalizioni, serve, come da tradizione, contraddizioni, equivoci, ripensamenti e un quadro ancora tutto da definire. Sorride solo il M5S, che, non facendo accordi con i partiti classici, ha già chiuso il cerchio e si gode alla distanza quanto accade altrove.  

La situazione nel centrosinistra

Si parte dal centrosinistra locale, dove si sta consumando una logorante battaglia che ha già portato ad una doppia e distinta candidatura a sindaco: com’è noto, qualche settimana fa, i partiti di area avevano chiesto un accordo alla luce del sole, per trovare una figura unitaria, che potesse trainare il centrosinistra copertinese alla competizione elettorale contro l’amministrazione uscente.

Il Partito Democratico ha ritenuto, invece, di dover passare dalla convocazione delle primarie interne per individuare la figura più adatta, confidando che le altre realtà di sinistra avrebbero dato alla distanza il proprio sostegno al volto uscito vincitore dai gazebo. Ad avere la meglio è stata Anna Inguscio6x3-prova-1-2, che battendo Luigi Del Prete, risulta essere a tutti gli effetti la candidata del Pd, assieme alle civiche “Copertino Democratica” “Passione Democratica” e Movimento Libero Cittadino.

Ma Inguscio non ha ricevuto il pieno sostegno di altre forze di centrosinistra (ossia “La Puglia per Vendola”, “Sinistra Ecologia e Libertà”, “Comunisti Italiani”, “La Casa dei Popoli” e le civiche “AlbaNuova”, “Partecipazione Democratica” e “Per il Centrosinistra”), che avevano fatto pressione per un metodo diverso di scelta della candidatura, ed hanno preferito ricompattarsi attorno alla figura di Sandrina Schito.

Il Pd starebbe provando ad intraprendere una trattativa che, sulla base di quanto avviene a livello nazionale con i governi Letta e Renzi, porti il Nuovo Centrodestra dentro un’unica coalizione. Com’è noto, gli alfaniani locali, che dapprima sembravano pronti a supportare il sindaco uscente, Giuseppe Rosafio, hanno proposto d’accordo con l’Udc la candidatura di Renato Mazzotta. Ma quest’ultimo sarebbe pronto, in caso di una intesa più larga, a fare un passo indietro.

Nelle ultime ore, tuttavia, dalla segreteria provinciale si sarebbe mandati segnali distensivi alla candidata del centrosinistra, per riaprire la strada del dialogo anche in virtù del possibile e probabile (vista la frammentazione) ballottaggio. Ma Schito, in una nota, giudica “tardivo” e “fuori tempo” l’interesse del segretario provinciale, Salvatore Piconese, e del giovane Abaterusso, sottolineando che il malessere del Pd sia evidente da tempo ed emerso dalle dimissioni del coordinatore cittadino, Maurizio Vetrugno, dalla fuoriuscita di numerosi tesserati e dirigenti, e dalla perdita di radicamento sul territorio che renderebbe necessaria “l’alleanza innaturale con la destra, al fine di sperare di poter giungere al ballottaggio”.

“Ma la città – afferma - ha già sperimentato alchimie politiche innaturali e difficilmente ricadrà nell’errore. Evidentemente questo elemento innervosisce i dirigenti provinciali e locali del Pd che per giustificare le proprie scelte nella sezione, che ha visto la vittoria di Civati, tendono a scaricarne la responsabilità alla nostra coalizione composta da persone che hanno fortemente e per anni fatto opposizione all'attuale amministrazione Rosafio-Mazzotta e hanno ricercato l'unità del centro sinistra”.

Schito10171662_1459344700965648_2084983900_n-2 ribadisce di non essere interessata alle beghe interne del Pd, poco interessanti per la cittadinanza, che chiede “risposte concrete da una classe dirigente che deve dimostrare di formulare proposte adeguate ai bisogni”: “Sarà solo questo – conclude - il terreno sul quale siamo disposti al confronto. Stupisce che per i dirigenti provinciali la controparte politica sia proprio la coalizione di centro sinistra piuttosto che la compagine di Forza Italia e della destra che per cinque anni ha paralizzato la città e che adesso il Pd si accinge ad imbarcare”.

La situazione nel centrodestra e negli altri schieramenti

Tutt’altro che serena la situazione nel centrodestra, dove il sindaco uscente, Giuseppe Rosafio, dopo essere scaricato a vantaggio del consigliere provinciale, Pierluigi Pando, aveva deciso di restare in campo e provare a difendere la sua amministrazione con una civica che si appoggiasse a Ncd ed Udc. Ma la candidatura di Renato Mazzotta, per conto degli alfaniani e dei centristi, ha portato lo stesso Rosafio a fare un passo indietro e ad essere, al momento, fuori dai giochi.

In stallo anche la posizione di Mazzotta, in virtù delle trattative in corso tra Pd e la sua coalizione. In campo, sicuro della propria candidatura con Forza Italia ed alcune civiche resta Pando, che, proprio in questi giorni, ha incassato l’adesione del Movimento Regione Salento. Lontano al momento un possibile accordo con i Fratelli d’Italia, che, dopo una consultazione dal basso dei propri iscritti e simpatizzanti ha scelto come proprio candidato, Vincenzo De Giorgi.

Altro nome in campo è quello di Alessandro Trono, candidato per il Movimento Cinque Stelle. Ufficiale dell’esercito, 47 anni, sposato da 15 anni, padre di 2 figli, spiega attraverso il web che, si potrà impegnare direttamente e “senza compromessi con i politicanti di professione – per il vero cambiamento del nostro paese”.

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