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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

An trema e corre a Palazzo per votare l'aumento Irpef

Stmani il gruppo consiliare di An aveva disertato il Consiglio comunale di Lecce per dire no all'aumento dell'Irpef. Poi, saputo che sarebbero giunti voti dall'opposizione, ha fatto marcia indietro

Quando ai nove del gruppo consiliare di Alleanza nazionale è giunta voce che il punto numero tre all'ordine del giorno in discussione nel consiglio comunale che si stava tenendo questa mattina a Palazzo Carafa a Lecce sarebbe passato, nonostante la loro assenza dietro i banchi della maggioranza, grazie al voto di almeno tre consiglieri all'opposizione tranne quelli del Pd, si sono precipitati in aula consiliare per votare favorevolmente all'aumento dell'addizionale Irpef, l'imposta sul reddito dei leccesi, dello 0,7 per cento. Come dire: "Quota importante della maggioranza, caro sindaco Perrone, che ti piaccia o, siamo noi". Questa, almeno, la lettura in volgo della performance pensata da An che con questo fuori programma ha ripreso per capelli la propria leadership, altrimenti destinata a fare i conti con la paventata ipotesi di una nuova, ibrida, maggioranza che avrebbe potuto delinearsi da qui a pochissimo a Palazzo di città. Non è che con questa singolare soluzione-tampone i problemi del sindaco sono finiti qui. Anzi. La crisi che ha spezzato in due la maggioranza continua ad esserci ed è sotto gli occhi di tutti.

Ma causa di tutto questo pasticcio è davvero l'Irpef? Al di là dei buoni propositi, come la mozione presentata dall'opposizione per fare pesare meno ai cittadini l'aumento dell'imposta sul reddito - escludere cioè dalla tassa i redditi più bassi e dal 2009 la riduzione progressiva della stessa fino al suo azzeramento -, la benedetta addizionale, passata poi in consiglio con 27 voti per il sì e 10 per il no, è sembrata ad un certo punto una sorta di pretesto per beghe politiche mai sanate all'interno dell'attuale maggioranza nientemeno che dai tempi della formazione dell'esecutivo subito dopo l0elezione a primo cittadino di Paolo Perrone. Al quale gli si può dire di tutto tranne che non aver dimostrato senso di responsabilità e impegno nell'affrontare una situazione così complessa che va avanti dal giorno del suo giuramento. Non solo politica, ovviamente, ma difficilissima nel fare quadrare i conti delle casse comunali mentre la situazione finanziaria vive una condizione drastica.

L'assise cittadina convocata per questa mattina dal presidente del Consiglio Eugenio Pisanò è iniziata intorno alle 11. Ma come era nelle previsioni, supportate anche dalle dichiarazioni al vetriolo rilasciate ieri dal gruppo di An, la maggioranza si è ritrovata orfana di ben suoi otto consiglieri (unico autorizzato dal partito a presenziare in consiglio Roberto Martella). E già prima di giungere al terzo punto all'ordine del giorno, il capogruppo del Pd all'opposizione Antonio Rotundo ha esordito rivolgendosi al sindaco Perrone dicendo che non sarebbe stato il caso di "recitare la commedia, dato che il vuoto di quei banchi la dice lunga sulla crisi di governo cittadino e sul fatto che l'approvazione del bilancio non sarebbe potuta seguire per la mancanza del numero legale. Vi è in atto - ha detto - una dichiarazione di voto contraria del Consiglio prima ancora di porre la questione all'ordine del giorno".

Ovviamente l'opposizione ha puntato il dito contro l'aumento delle tasse comunali, Irpef, ovviamente, quello 0,7 per cento in più che i leccesi saranno costretti a pagare e che faranno entrare nelle casse comunali 8 milioni e 400mila euro. Il nocciolo della questione, su cui il gruppo del Pd ha fatto valere le proprie ragioni, è il "tradimento" che Perrone avrebbe perpetrato nei confronti dell'elettorato. In altre parole la promessa durante la campagna elettorale di non aumentare le tasse ed ora invece venuta meno.

Il sindaco, da parte sua, pur ammettendo la situazione delicata in cui versano le casse comunali, ha però ribadito di non volersi sottrarre alle sue responsabilità, dovendo "tappare buchi", cercando di risanare la voragine della "Lupiae servizi", ammortizzando le spese per gli incarichi, fronteggiando spese in corso con le società impegnatesi con l'amministrazione.

E così, sulla scia della discussione protrattasi per oltre due ore e mezzo, intorno alle 13.45 ecco giungere in aula il gruppo consiliare di An. Il campanello di allarme che almeno tre consiglieri dell'opposizione avrebbero potuto sposare, in parte, la causa di Perone e dei suoi, ha fatto smobilitare il gruppo di Alleanza nazionale: Paolo Cairo, Vittorio Calogiuri, Francesco Gazzella, Maria Rosaria Ferilli, Fausto Giancane, Francesca Mariano, Vittorio Solero e Angelo Tondo. Grande assente, il vice sindaco Adriana Poli Bortone. Ha detto Tondo nel suo intervento: "Ci è dispiaciuto che non c'è stato dialogo e che il sindaco sia scivolato sulla collaborazione con la sinistra e la chiusura nei nostri confronti. Ci è dispiaciuto molto. Ora proponiamo che l'aumento dell'Irpef lasci fuori le famiglie con reddito basso e che dal 2009 si vada verso l'azzeramento della tassa".

I lavori del consiglio riprendono intorno alle 16.30 per discutere sull'approvazione del Bilancio. Assai prevedibile il sì della maggioranza.

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