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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Anche nel Salento scocca di nuovo l'ora del Cavaliere

La coalizione a sostegno di Berlusconi stravince alla Camera ed al Senato. In provincia di Lecce anche le roccaforti storiche di sinistra votano per il Partito delle libertà. E ora le amministrative

L'Italia s'è destra, ma con qualcosa che la Lega. A grosse responsabilità. I numeri per governare ci sono, e che ora si governi. Silvio Berlusconi ed il suo seguito fanno incetta di voti, fra Camera e Senato, ma devono confrontarsi con il Bossi del Nord. Problemi? Si vedrà. Certo è che ora questo Paese sbilenco chiede che si raddrizzi la pedana. Lo stivale marci sicuro verso la stabilità. Più facile a dirsi, che a farsi. Ad Alfredo Mantovano, quando già nel pomeriggio la sinistra era rossa più che mai, ma per il bagno di sangue, intervistato durante la maratona di TeleRama, è venuto un brivido freddo sulla schiena. "Brutta eredità", o qualcosa del genere. E si riferiva al governo Prodi.

Come sempre, si tira in mezzo quanto fatto dagli altri. Mani avanti per non cadere indietro. Così come, fra gli sconfitti, c'è chi inneggia da copione ad una presunta semi-vittoria. "E' nato il Pd, viva il Pd - si sente un po' ovunque -, volto nuovo con Veltroni leader verso il futuro". Veltroni, sì, che però le ha buscate. Insomma, vecchi leit-motiv della politica. Chi subentra addita i perdenti, al-governo-avete-fatto-guai, chi ha perso, ha comunque vinto, in qualche modo, e non chiedeteci come o perché. E' l'Italia, viva l'Italia.

Sarà, ma intanto i numeri dicono che vince, anzi, stravince la coalizione a sostegno di Berlusconi. Praticamente ovunque. Voto reazionario, e forte. Segno che Prodi ha strafallito. Vince, il Cavaliere, ma non si può non tenere conto di un "partito" degli astenuti, che avanza di un 3 per cento, rispetto al 2006. E' un partito, in qualche modo, fatto di qualunquisti, delusi, incazzati e strafottenti. Un partito che prende molto più de "La sinistra l'arcobaleno", per dirne una, il movimento un Bertinotti pallido che scompare dalla scena. Giorno infausto.

Cambiano i nomi, i volti sono gli stessi. Ora si chiama Pdl, come dall'altra parte si chiama Pd. Prima si chiamavano in altra maniera, se si fossero chiamati nello stesso modo del passato, il voto sarebbe andato lo stesso a Berlusconi. Gli italiani sono molto più europei dei loro rappresentanti ed hanno capito che è meglio l'alternanza dei Governi, nomi a parte, per sperare in qualcosa. Poi, se cambieranno anche i nomi di chi ci sta dietro, tanto meglio. Per ora, Prodi ha fallito, ridiamo la palla a Berlusconi. Insomma, fatti chiamare come diavolo ti pare, ma fai qualcosa lì, a Roma, oltre a fotterti uno stipendio che i più si possono scordare.

E intanto, le tivù vanno, a colpi di audience. Oggi, fanno tutti i conti. Passiamo a fine serata sotto il comitato di Ugo Lisi, quello preso a pietrate qualche giorno fa, e dietro al vetro scorgiamo verso mezzanotte un manipolo di stoici davanti alla tv a seguire L'A Tv. Ci sembra che stia parlando Sandro Frisullo, ma potremmo sbagliarci, forse è un altro. Certo, in quel momento c'è qualcuno di sinistra al microfono. Nessuno che fiati o che faccia una pernacchia. Cavolo, una volta i leccesi erano più arguti. Anche qui domina il "politically correct"?

Vince, la destra (ma è destra? Si offenderanno quelli de La Destra?), e in provincia di Lecce è una sorta di megasuffragio. Verso mezzanotte, quando mancavano ancora alcuni seggi, al Senato la coalizione del Cavaliere si attestava sul 45,722 per cento, quella dello sfidante sul 36,399. I conti fateli voi. Alla Camera, un altro 45,1 contro un 36,2. Ed i conti fateli ancora voi. Fatto singolare: pure i comuni notoriamente roccaforti della sinistra hanno svoltato. E intanto, si attende tutti di sapere i sindaci dei quindici comuni chiamati al voto. Gli exit-poll, probabilmente attendibili, hanno già inquadrato la situazione. Insomma, fate voi.

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