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Qualità della ricerca dal 2011 al 2014: arretra l'Università del Salento

Secondo l'agenzia nazionale di valutazione l'ateneo leccese si trova al 62esimo posto e avrà una riduzione della quota premiale del finanziamento ordinario

LECCE – Secondo la valutazione della qualità della ricerca nel periodo 2011-2014, l’Università del Salento ha perso quattro punti percentuali rispetto alla prima rilevazione, relativa al periodo 2004-2010 e si colloca quasi sul fondo della classifica che riguarda gli atenei, statali e non, gli enti di ricerca e i consorzi universitari.

Secondo i primi dati sintetici diffusi dall’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca, presso la cui sede romana si è tenuta oggi una conferenza stampa a cura del presidente, Andrea Graziosi, l’Università del Salento si trova infatti al 62esimo posto, davanti solo a Reggio Calabria, Catania, Urbino “Carlo Bo” e Messina. Un dato in controtendenza con quello medio del Sud e delle Isole che indica una restringimento della forbice rispetto al Centro Nord: sono 13 su 23 gli atenei meridionali e insulari con un saldo positivo rispetto alla prima valutazione dell’Anvur.

Il giudizio elaborato su 118mila prodotti della ricerca universitaria italiana da 450 esperti italiani e stranieri (e 14mila revisori) è importante perché influisce sulla ripartizione della somma di 1,4 miliari di euro che è la quota premiale del fondo ministeriale di finanziamento ordinario. In pratica se la differenza tra l’indicatore specifico Iras 1 (che si ricava dalla somma dei voti dei prodotti della ricerca di ogni sede) e la quota dimensionale dell’ateneo è positiva, allora ci sarà un finanziamento superiore al “peso” (in base al numero di addetti) che quell’università ha nel sistema nazionale.

Un altro dato messo in evidenza dall’Anvur riguarda il voto medio ottenuto dai docenti e ricercatori assunti o promossi dal 2011 al 2014: le loro performance sono infatti superiori del 30 per cento rispetto a quelle degli altri colleghi.  Per contestualizzare, bisogna dire che in alcuni atenei, compreso quello salentino, c'è stata una certa resistenza ad accettare il sistema di valutazione e che, comunque, quando saranno resi noti i risultati per singoli settori disciplinari (16 in tutto) si potranno avere ulteriori elementi di analisi. 

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