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Anziani su barelle traumatiche per giorni al pronto soccorso di Copertino

La denuncia arriva dal consigliere comunale Alessandro Nestola

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

Il Pronto Soccorso di Copertino non può continuare ad essere parcheggio per pazienti in attesa di ricovero: parliamo dei soggetti fragili, spesso anziani, che attendono anche cinque giorni prima di essere spostati in reparto. Ciò che più indigna è che aspettino il ricovero su barelle traumatiche inappropriate perché idonee ad immobilizzare pazienti in caso di incidente. Attendere per ore su una barella del genere, con un sottile materasso, è disagevole per un giovane figuriamoci per un anziano più predisposto a piaghe da decubito.

Tutto ciò non dipende ovviamente dal personale del pronto soccorso, sempre operativo e sottodimensionato nonostante un numero di accessi che supera quello di alcuni ospedali di primo livello, ma da come vengono dirottati i pazienti tra gli ospedali dell’ASL Lecce. Il San Giuseppe, depotenziato con la chiusura di importanti reparti, è ormai meta privilegiata per i casi che riguardano i pazienti anziani: quelli che nessuno vuole, perché critici. Così tanti che i reparti, pieni e attenti alle regole per il covid19, non riescono a ricoverarli in tempi rapidi.

Mi domando perché nessuno di questi casi venga preso in carico dalle strutture accreditate, alle quali sembrano giungere solo i pazienti “belli”, più semplici da trattare, meno impegnativi. Il risultato? Nonostante il Pronto Soccorso di Copertino sia sprovvisto dell’Unità di Osservazione Breve Intensiva (O.B.I.), ai due letti ricavati dal personale si aggiungono quotidianamente barelle rigide e vicine tra loro, al contrario di quanto previsto dal distanziamento di sicurezza imposto dalla pandemia.

Continuo a non comprendere come mai i lavori strutturali siano sempre finalizzati a spostare reparti anziché crearne di nuovi, come sta avvenendo per l’Ortopedia, sempre più “reparto a parte” dell’Ospedale, o potenziare gli esistenti. Mi domando, e domando ai manager della sanità pubblica, quella pagata con le tasse degli onesti cittadini: non sarebbe meglio investire in lungodegenza dato che è questa la fine che volete far fare al San Giuseppe?

Visto che della Terapia Intensiva non se ne parla, nonostante gli annunci di imminenti aperture perennemente rimandate e nonostante le centinaia di migliaia di euro donate dalla generosa BCC di Leverano, e visto che gli interventi che si vogliono svolgere a Copertino riguardano pazienti con livelli ASA 1 e 2 (pazienti sani o con malattia lieve) mi domando, e domando questa volta alla politica tutta, locale e regionale: cosa volete fare del San Giuseppe? Perché Fasano, grazie ad una classe dirigente presente e unita, è riuscito ad avere un nuovo e bellissimo ospedale, la Provincia di Bari continua a ristrutturare gli esistenti, mentre noi dobbiamo tirare a campare tra mille sacrifici in attesa che apra il mega-fantastico polo di Melpignano?

Perché attendere che il pronto soccorso di Lecce esploda, soprattutto in vista della stagione estiva? Perché continuare ad insistere con Gallipoli e Scorrano di primo livello quando Copertino a pieno regime faceva numeri di molto superiori con interventi di livello? Chiedo che si intervenga, questa volta senza bugie, proclami e inaugurazioni con le massime autorità perennemente rimandate: i cittadini e gli operatori vogliono un ospedale efficiente. Chi fino ad oggi non è riuscito a garantire ciò non può assolutamente permettersi il taglio del nastro, ma solo manifesti di scuse alla città.

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