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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Approvato il "bilancio di guerra" del Comune: favorevole anche il M5S

Alle consolidate difficoltà finanziarie che vengono da lontano si aggiungono i mancati introiti durante il lockdown, ma la spesa sociale resta invariata

LECCE - Con 20 voti favorevoli, compreso quello del consigliere di minoranza del M5S, Arturo Baglivo, e sei contrari questa mattina è stato approvato il Bilancio di Previsione 2020-2021 del Comune di Lecce. Un “bilancio di guerra” come lo ha definito il sindaco, Carlo Salvemini, riportando la situazione dei conti di Palazzo Carafa all’indomani dell’emergenza Covid e del calo drastico di entrate tributarie provocato dalla sospensione delle attività economiche durante il lockdown.

Un'ulteriore tegola sui conti dell’ente, già impegnato nella manovra di riequilibrio dei conti approvata dal ministero dell’interno e ancora sub-iudice da parte della Corte dei Conti e gravato da ulteriori operazioni di salvataggio dei conti messe in campo dall'amministrazione di Paolo Perrone a partire dal 2015. In questo bilancio, ha spiegato il sindaco, il Comune di Lecce deve garantire stanziamenti annuali per un totale di 6 milioni e 138 mila euro.

A queste somme alle quali Palazzo Carafa fa fronte con la riduzione delle spese, il blocco delle assunzioni, una tassazione già al massimo consentito e grazie al “beneficio” che deriva dal pensionamento – senza turnover – di numerosi dipendenti, vanno aggiunte le minori entrate generate dall’emergenza Covid. Anch’esse dettagliate dal sindaco: 1.327.595 sulla prima rata Imu (in attesa di quantificazione la quota relativa alla seconda rata); circa 400mila euro per imposta di soggiorno non riscossa; circa 500mila euro di Tosap. Una “perdita” solo una parte compensata dalle quote riservate al Comune di Lecce nei decreti con i quali il governo ha inteso andare incontro alle difficoltà degli enti locali. E dai quali il Comune di Lecce ha potuto finora beneficiare per soli 6,7 milioni di euro

Da una così complicata situazione il Comune di Lecce riesce a uscire attraverso una rinegoziazione delle quote dei mutui in essere con Cassa Depositi e Prestiti, Bei, Credito sportivo e Banca San Paolo per un totale di 2 milione e.556mila euro (possibilità questa concessa agli enti locali dal governo con il decreto Rilancio) e con ulteriori tagli di spesa su acquisto di beni e servizi (spesa non contrattualizzata e non obbligatoria dei vari settori dell’amministrazione). Nessun taglio alla spesa sociale, dunque. E nessun pericolo per gli stipendi dei dipendenti comunali e delle partecipate. Ma una cura dimagrante molto impegnativa per Palazzo Carafa.

“Questo è il sentiero tortuoso che siamo chiamati a percorrere di cui avverto in pieno la responsabilità di condividere con tutti voi – ha detto il primo cittadino nel suo intervento -. Non dobbiamo perdere fiducia e ottimismo, ma la politica è anche un doveroso esercizio di realtà al netto di retoriche e propagande. A questo sono impegnato e rispondo ai cittadini ai consiglieri e all’aula".

La speranza è che da Roma arrivino segnali concreti rispetto alla possibilità di deroghe ai rigidi vincoli attuali: "C’è una discussione in sede Anci e di confronto con il governo per tendere la mano verso le amministrazioni in difficoltà. Mentre, infatti, il governo nazionale può negoziare con l’Europa momentanee sospensioni del patto di stabilità, una sterilizzazione dei divieti di sussidi e soccorsi, e quindi indebitarsi oltre quelli che sono gli accordi presi, purtroppo analoga opportunità non viene accordata dal Governo nel rapporto con gli enti locali. Che sono sempre tenuti al doveroso rispetto degli obblighi di pareggio del bilancio”.

Salvemini ha criticato la minoranza per la scelta di lasciare l'aula prima che di discutesse del bilanci previsionale 2020/2022: “Onestà intellettuale imporrebbe a chi è stato protagonista delle amministrazioni trascorse di comprendere che quello che oggi viviamo non è un accidente ma è l’esito inevitabile di scelte politiche si sono consumate negli anni – ha continuato il sindaco - E che noi oggi siamo chiamati a gestire. Io sono pronto a farmene carico, ma mi piacerebbe che da parte di chi prima di me ha avuto responsabilità di governo ci fosse un atteggiamento maggiormente rispettoso della verità e consapevole delle difficoltà in cui ci si muove. Invece si preferisce solo fare polemica sterile". 

Protesta una parte del centrodestra

Da una parte del centrodestra sono piovute però, nei confronti dell'amministrazione, accuse pesanti. Adriana Poli Bortone, Gianpaolo Scorrano e Andrea Guido hanno messo in evidenza presunte anomalie procedurali nell'analisi delle delibere relative al bilancio di previsione, al piano delle alienazioni, al documento unico di programazzione: Le loro eccezioni sono state respinte: "Davanti ad una serie di errori, mancanze, dimenticanze ed interpretazioni a dir poco soggettive - si legge in un post -, non abbiamo potuto fare altro che recarci dal Prefetto che, dopo averci ascoltato, ci ha invitato a formalizzare per iscritto le nostre legittime doglianze al fine di poter agire secondo le proprie competenze.  Ovviamente ci riserveremo di agire anche nelle altre sedi deputate al rispetto delle regole, della trasparenza e della dignità dei consiglieri comunali. Oggi abbiamo assistito, purtroppo, ad una delle pagine più indecorose della storia politica cittadina". Da queste contestazioni sarebbe nata, sottolineano gli interessati, la decisione di abbandonare l'aula.

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