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Politica Nardò

Asilo nido zona 167 e questione “Li Cafari”. Azione e rinnovamento alza la voce

Il gruppo politico accusa l'amministrazione di Nardò di contraddirsi, riferendo delle difficoltà burocratiche nell'iter progettuale dell'asilo nido e del "dietrofront ambientalista" dell'assessore Maglio sul progetto costiero

NARDO’ – “Azione e rinnovamento” in più occasioni ha fatto presente al sindaco ed alla maggioranza di governo, che amministra la città di Nardò, la necessità di  ridisegnare completamente l’organigramma del comune (ruoli, responsabilità, ecc.). Alla base della richiesta la necessità, secondo il gruppo, di renderlo “rispondente agli standard minimi di efficacia, di efficienza e di razionalità”.

Usa un argomento forte la componente politica di opposizione, per rimproverare alla giunta Risi responsabilità attribuite sempre ad altri. La prova “provata” sarebbe la vicenda “dell’asilo nido della zona 167”: “Noi di Azione e Rinnovamento – precisano in una nota -, nello specifico caso,  avevamo già evidenziato che non si può al tempo stesso rivestire il ruolo di stazione appaltante, controllori e controllati”.  

La vicenda è la seguente. Più di due anni fa una società  si aggiudicò, con un ribasso giudicato da AeR “spropositato”, la gara per effettuare le opere necessarie a rendere agibile l’asilo nido della zona 167. Anche il tecnico che doveva dirigere i lavori – l’ing. Formoso - si aggiudicò la gara  con un ribasso del 75%: “I lavori – raccontano - sono iniziati e si sono fermati. Solo successivamente si è appreso che nel bando non era stato previsto l’adeguamento antisismico della struttura. È di questi giorni la notizia che la società ha rinunciato all’incarico e che l’ufficio lavori pubblici sta valutando la possibilità di affidare lo stesso al  secondo in graduatoria”.

“Non entriamo – proseguono - nei meandri giuridici  della vicenda, sui tempi di consegna dell’opera, sulle penali, sul conflitto di interessi, ecc., ma una domanda ci sentiamo di porla al sindaco: Chi paga tutto ciò? Non è la prima volta che le ditte aggiudicatarie rinunciano ai lavori già aggiudicati con  ribassi impressionanti. Tutte le volte che non hanno rinunciato è perché ci sono sempre state varianti in corso d’opera di importi esorbitanti. Tutto ciò è illegittimo. Anche in questo. A nostro avviso, si dovrà procedere a nuova gara o si dovrà accantonare l’ipotesi di scorrimento della graduatoria”.  

Il direttivo di Azione e rinnovamento, però, vuole evidenziare anche lo “strano comportamento” dell’assessore all’ambiente Maglio, in riferimento alla questione “Li Cafari”: “Sul punto, ed in via preliminare, preme evidenziare che condividiamo condivide pienamente la posizione assunta dalle associazioni ambientaliste e ritiene il progetto di forte impatto ambientale e territoriale, oltre che non consono all’idea di sviluppo turistico di Nardò il quale deve passare attraverso forme rigorose di tutela e conservazione dei beni ambientali e delle bellezze paesaggistiche”.

“Del tutto strano – affermano - o, meglio, contraddittorio (come oramai ci ha abituati) è il ruolo assunto in questa vicenda dall’assessore che, in un articolo apparso sulla stampa locale, ha scaricato sui suoi predecessori la responsabilità della intera questione legata al progetto ‘Costa dei Cafari’, sostenendo la invasività in chiave ambientale dell’opera. Vorremmo ricordare all’assessore Maglio che lo stesso risulta tra i firmatari della delibera di consiglio comunale n. 12/2009 con la quale è stato deciso di dare inizio proprio all’iter procedimentale del progetto per la realizzazione dell’eco mostro in zona Cafari”.

“Lo stesso assessore – concludono - che, oggi, si scopre ambientalista e modifica il proprio intendimento ed il proprio convincimento. Piacerebbe sapere cosa ha prodotto una tale redenzione dell’assessore, così come piacerebbe che in amministrazione comunale vi fossero persone dotate di senso di coerenza, affidabili nelle loro decisioni e, soprattutto, nelle loro convinzioni”.

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