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L'assessore Macculi: "Sull'istituto Antonacci notizie imprecise e parziali"

Il responsabile del bilancio provinciale interviene sulla gestione dell'ente morale, con sede in via Scipione De Summa, e chiarisce che non ci sia stato alcun cambio di destinazione d'uso: "Stanze ancora destinate ai ciechi"

LECCE - Un ente morale, con sede in via Scipione De Summa, da sempre dedito all'assistenza e alla formazione degli ipovedenti, ma che ospiterebbe al suo interno anche camere per turisti: sarebbe questo il caso emerso dalla gestione dello storico istituto "Antonacci" che sta facendo discutere la politica locale e che paventerebbe il cambio di destinazione d'uso della struttura.

A prendere la parola, definendo queste notizie circa l'utilizzo dello stabile "assai imprecise" e che "ricostruiscono solo parzialmente l’attività dell’ente, allo scopo di gettare evidente discredito sulla sua gestione" è l'assessore provinciale al bilancio, Silvano Macculi.

"Innanzitutto - spiega - parliamo di un atto di donazione e non di comodato. L’immobile è di proprietà dell’Istituto Antonacci, riconosciuto ente morale da quasi 100 anni, con regio decreto del 17 febbraio 1921, dunque dotato di amministrazione e guida autonoma. Nessun cambio di destinazione d’uso è stato effettuato: le stanze sono ancora destinate ad alloggio per ciechi".

"L’istituto - ribadisce Macculi - è infatti nato come ente in grado di fornire servizi qualificati per i non vedenti in età scolare, in modo da favorirne fortemente il loro inserimento nel contesto sociale. L’Antonacci è guidato da un c.d.a. composto dai presidenti dell’unione italiana ciechi di Lecce, Brindisi e Taranto e da un componente dell’unione italiana ciechi. A questo si aggiungono un rappresentante della provincia, uno del Comune, uno della Camera di Commercio e un altro della diocesi di Lecce".

L'assessore chiarisce come, nel 2009, all'insediamento della giunta Gabellone, la situazione finanziaria dell’Antonacci fosse difficile con 1 milione di euro di debiti e che il c.d.a. avesse approvato un piano di risanamento e rilancio dell’Istituto, per valorizzare e vendere un suolo di proprietà sito nel comune di Cavallino, ricavare eventuali rendite dal proprio patrimonio, nel rispetto delle previsioni statutarie, privilegiando sempre i non vedenti, e utilizzando le sole stanze che erano state dismesse o mai utilizzate".

"Parallelamente - afferma - è proseguita regolarmente l’attività dell’istituto, che a livello internazionale ha attivato e continua a intrattenere lodevoli relazioni con le istituzioni bielorusse, per ospitare, più volte, decine di bambini non vedenti provenienti dalla repubblica ex sovietica. Allo stesso modo, è stata avviata la gestione del centro diurno, è stato implementato l’uso di testi braille per bambini non vedenti provenienti da oltre i confini regionali, potenziato il centro di ipovisione di concerto con la Asl (uno dei migliori della Puglia), e creata una biblioteca braille. I servizi sono dunque accresciuti nel tempo".

"Questo - precisa - risulta alla Provincia, almeno dall’intensa attività di controllo condotta nell’Antonacci. Ora è necessario che ognuno si attivi per la propria parte, nella direzione di dare il proprio contributo affinché l’attività dell’ente prosegua e si potenzi ulteriormente".

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