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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Assunzioni 2019 in ateneo. Zara: "Investiamo su offerta formativa e tassazione bassa"

L'Università ottiene 14,09 punti organico ma le possibilità di assunzione dipendono dalle risorse di bilancio. Il rettore: "Disattese le promesse di sostenere gli atenei nella flat tax area"

LECCE - Si aprono margini per le nuove assunzioni nell’ateneo salentino. Il decreto ministeriale 873 del 2018 ha infatti assegnato all’Università del Salento 14,09 i “punti organico” che indicano le “possibilità assunzionali”. Il punteggio è calcolato, lo ricordiamo, sulla base dell’indicatore finanziario Isef (sostenibilità economica) e sull’indicatore delle spese per il personale.

“Nell’anno 2017, l’indicatore delle spese per il personale dell’Università del Salento è risultato pari al 79,75 percento e l’Isef era di 1,03 – ha ricordato il rettore Zara -. I punti organico complessivamente assegnati alla nostra Università sono pari a 14,09. Nel 2016, i punti organico assegnati al nostro ateneo furono 7, corrispondenti al 50 percento dei punti organico relativi alle cessazioni dell’anno precedente”.

Le possibilità di assumere dipendono, come noto, dalle disponibilità di bilancio al netto di tutte le altre spese. Ovvero del pagamento di stipendi, borse di studio, servizi agli studenti, spese per la ricerca e via dicendo.

In altre parole, ogni ateneo dovrà fare i conti con le reali disponibilità monetarie per tradurre i punti organico assegnati in reclutamento di personale.

Come già accaduto in passato, non tutti i punti organico distribuiti tra gli atenei si sono tramutati in nuove assunzioni a causa della mancanza di risorse.

Nel caso dell’ateneo salentino sono ancora disponibili punti organico delle assegnazioni precedenti in quanto gli organi di governo hanno finanziato il numero massimo di punti organico che consentisse di non superare l’80 percento dell’Indicatore di sostenibilità della spesa di personale: soglia limite per tutti gli atenei.

Il decreto ministeriale ha introdotto però una novità: ha eliminato la soglia massima per l’assegnazione di punti organico al singolo ateneo. Alcune università hanno così potuto superare il 100 percento del turnover rispetto all’anno precedente.

L’algoritmo di ripartizione dei punti organico nell’ambito del sistema universitario tiene conto delle entrate complessive dell’ateneo che dipendono fondamentalmente da due elementi: il fondo di finanziamento ordinario e contribuzione studentesca.

Il fattore sul quale sta investendo UniSalento, allo scopo di migliorare la qualità e quantità dell’offerta formativa, è l’aumento del Ffo sulla base delle maggiori assegnazioni da costo standard per studente.

In questo senso è stato importate l’incremento del 20 percento delle immatricolazioni ottenuto negli ultimi due anni.

Il nodo della contribuzione studentesca

Un capitolo a parte è invece quello della contribuzione studentesca, ambito nel quale UniSalento non è intervenuto, puntualizza Zara, “per non comprimere il diritto allo studio in un territorio già economicamente svantaggiato”.

“Molti atenei nei quali il turnover ha superato il 100 percento delle cessazioni utilizzano al contrario una politica aggressiva, con contribuzioni studentesche che risultano ben al di sopra della media nazionale – spiega il rettore -. Nel nostro ateneo il peso della contribuzione studentesca rispetto al Ffo è intorno al 18 percento, mentre in altri atenei supera abbondantemente il 25-30 percento, fino ad arrivare a punte del 45 percento del Ffo”.

Come si fa, quindi, a giocare alla pari in queste condizioni?

“È troppo facile aumentare la contribuzione studentesca per migliorare in maniera netta gli indici finanziari e superare agevolmente il 100 percento del turnover – prosegue Zara -. Inoltre, a UniSalento abbiamo scelto di estendere la “no tax area” fino a 16mila euro di Isee, rispetto alla previsione normativa di 13mila euro, proprio per garantire un maggiore diritto allo studio. Purtroppo le promesse governative di sostenere con fondi ulteriori gli atenei con più forte impatto della no tax area sono state disattese”.

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