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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Blocco degli stipendi, i docenti in rivolta. Zara: “Pronti a dare le dimissioni”

Il rettore dell'ateneo salentino ha dato pieno appoggio alla protesta, durante un incontro con i professori: "Abbiamo già evidenziato che servono 100 milioni di euro per finanziare i giovani ricercatori e risorse aggiuntive in favore dell'intero comparto dell'istruzione pubblica"

LECCE – Il rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara questa mattina ha incontrato una delegazione di alcune decine di professori e ricercatori che, come in molte università italiane, hanno protestato per il blocco degli scatti stipendiali. Questi docenti erano in rappresentanza di una platea ancora più vasta, che condivideva pienamente lo spirito della protesta.

“Ho partecipato ieri a una riunione della giunta Crui e sono stato il primo a porre la questione di questa vostra giusta manifestazione - ha spiegato Zara -, sollecitando una posizione unitaria da parte dei rettori. Sosteniamo pienamente la protesta, e lo dimostra il fatto che abbiamo già sollevato il problema del blocco degli stipendi esprimendo il nostro parere sulla bozza di decreto per l’assegnazione del fondo di finanziamento ordinario 2015. Abbiamo infatti sottolineato che occorre il recupero, per il prossimo anno, di almeno 100 milioni di euro per un piano giovani ricercatori, e poi di quanto necessario per il ripristino delle dinamiche salariali, in particolare per chi è all’inizio di carriera.

È paradossale, abbiamo scritto, che il sistema universitario, statale e non statale, che ha visto negli anni affermarsi il merito, la valutazione e i costi standard, sia quello a cui il governo continua a sottrarre risorse”. “A mio parere, la richiesta del recupero degli scatti stipendiali va inserita nel contesto generale di una ferma e unitaria presa di posizione sul sotto-finanziamento del sistema universitario - ha poi aggiunto - . Tutti i rettori sono pronti anche a dare le dimissioni, ma come segnale generale per evidenziare le difficoltà in cui versa il sistema universitario nel suo complesso. Forse anche di più, la protesta deve riguardare il complesso del sistema di finanziamento e gestione del settore dell’istruzione, scuola compresa. Servono risorse aggiuntive e una politica più attenta. Continueremo a sostenerlo presso il ministero e con il ministro in prima persona”.

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