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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

"Attenzione alle differenze": incontro in Asl sulla medicina del genere

L'azienda sanitaria ha organizzato un dibattito con medici ed esperti per affrontare la diversità nei percorsi di cura tra uomini e donne

LECCE – La medicina si avvia, seppur lentamente, ad una differenziazione tra i pazienti legata al genere e ritagliata sulle peculiarità e le esigenze specifiche di un uomo e di una donna. Per troppi anni, infatti, lo standard su cui impostare i protocolli di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie, è stato l’uomo. Ma le differenze esistono ed il loro riconoscimento, anche in ambito sanitario, è un passo fondamentale per un salto di qualità nella presa in carico globale della persona.

La Asl di Lecce sta dedicando al tema un’attenzione nuova e particolare. Già nel 2015, ha spiegato il direttore sanitario Antonio Sanguedolce, l’azienda ha deliberato ed istituito un tavolo tecnico dedicato alla salute ed alla medicina di genere che ha una natura interdisciplinare, poiché considera tutte le variabili sociali e la loro influenza sul piano sanitario.

E il tema è tornato alla ribalta, proprio questa mattina, in occasione dell’evento conclusivo delle manifestazioni dedicate alla giornata nazionale della salute della donna, organizzato dalla Asl presso la sede del polo didattico.

L’incontro, aperto al pubblico, ha visto la partecipazione di esperti, medici, operatori ed associazioni di volontariato. Tutti a disposizione per offrire informazioni, consigli per la prevenzione e far conoscere le attività del tavolo di medicina e salute, nonché i servizi sanitari, clinici, socio-assistenziali e riabilitativi, particolarmente orientati rispetto ai bisogni sanitari e alle peculiarità legate al genere come determinante di salute.

In apertura dei lavori è intervenuta anche la consigliera di Parità della Regione Puglia, Serenella Molendini: che ha spiegato come l’Italia sia scesa dal 69esimo al 72esimo posto nella classifica della salute delle donne: “Il dato – ha commentato lei - indica che il gap con gli uomini sta aumentando. Lentamente, però, anche il nostro Paese si sta aggiornando rispetto al tema della medicina di genere e si avvia verso il superamento dei pregiudizi e delle discriminazioni: l’appropriatezza delle cure, infatti, è necessaria per ottenere un risparmio dei tempi e delle risorse”.

La consigliera ha ricostruito le tappe che hanno riportato il pensiero femminile, decisamente marginalizzato, al centro del dibattito pubblico, dell’agenda politica e della ricerca scientifica: “La medicina di genere è stata riconosciuta negli Stati Uniti alla fine degli anni ’80, quando i primi studi confermarono una penalizzazione delle donne nel percorso di cura e una maggiore esposizione ad errori diagnostici e terapeutici. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha inserito la prospettiva di genere solo nel ’98 e nel 2012 il parlamento italiano ha approvato una prima mozione, ancora confusa, relativa agli screening femminili. La Regione Puglia poi, dopo l’istituzione di un Osservatorio ad hoc nel 2015, sta procedendo nella direzione del riconoscimento delle diversità di genere nei sintomi, nelle risposte al trattamento, nella diagnosi e nella cura delle patologie”.

Nel corso della giornata, che chiude il calendario di convegni ed eventi informativi e di sensibilizzazione svolti tra aprile e maggio, il tema è stato affrontato, con l’ausilio del personale medico, da diversi punti di vista: dall’osteoporosi alle problematiche di genere nell’accoglienza dei migranti fino alla depressione post parto. I lavori sono stati chiusi con gli interventi del direttore generale della Asl di Lecce, Silvana Melli e dal direttore del dipartimento regionale della Salute, Giancarlo Ruscitti.    

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