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La criminalità si evolve sul modello calabrese: welfare e lavoro per il consenso

Audizione del procuratore Cataldo Motta in commissione regionale. Il M5S ha proposto l'istituzione di una commissione di indagine e d'inchiesta

BARI – La criminalità organizzata in Puglia, e nel Salento in particolare, è sempre più attenta a conquistare il consenso sociale delle fasce deboli della popolazione, sul modello della ‘ndrangheta calabrese.

Con l’audizione del procuratore antimafia di Lecce, Cataldo Motta è stato avviato l’iter legislativo per l’istituzione di una commissione d’indagine e di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata nel territorio regionale e in particolare sul cosiddetto fenomeno eco-mafioso, come richiesto dal gruppo regionale del Movimento 5 Stelle già nel mese di novembre.

A questa proposta ha fatto seguito una seconda, a firma del consigliere Sabino Zinni per la creazione di una Commissione speciale di studio e di indagine per la promozione della cultura della legalità ed il controllo o forma di attività corruttiva. Le due iniziative sono state assegnate alla commissione consiliare presieduta da Erio Congedo: “Un tema sul quale la politica e i gruppi regionali non possono dividersi – ha precisato il presidente -: nella lotta alla criminalità l’unità non solo è indispensabile, ma deve essere visibile. Per questo confido nell’atteggiamento di grande equilibrio che tutti i colleghi e tutti i gruppi politici vorranno tenere, al fine di dimostrare un fronte monolitico di tutta l’istituzione regionale contro il crimine e ogni forma di illegalità. Atteggiamenti diversi svilirebbero il lavoro dell’intera commissione e, soprattutto, non valorizzerebbero come merita la disponibilità alla collaborazione che personalità del livello del dottor. Motta hanno inteso offrire con il loro prezioso contributo all’istituzione regionale e alla comunità pugliese”.

Probabilmente si giungerà alla presentazione in consiglio regionali di una proposta unificata, ipotesi alla quale gli otto consiglieri pentastellati non sono contrari: “Oggi anche i partiti sembrano essersi accorti della necessità di discutere la problematica anche se, forse per non lasciare la paternità di questa commissione al M5S, hanno preferito depositare una nuova proposta anzichè limitarsi semplicemente ad emendare la nostra. Ad ogni modo il nostro obiettivo rimane il bene del territorio, quindi se per vedere realizzata l’idea di questa commissione sarà necessario, venendo incontro alle richieste dal procuratore, accorpare le due proposte noi siamo disponibili purchè, come richiesto nella nostra proposta antimafia e come ribadito nel corso dell’audizione, si mantenga un focus sugli ecoreati”.

L'intervento del procuratore.

Motta, dopo aver sottolineato l’importanza in questo momento storico dell’azione preventiva rispetto a quella repressiva, ha spiegato come “nonostante il rigore della risposta fornita da magistratura e forze dell’ordine, il percorso della criminalità si sia riprodotto ed evoluto nel tempo sino ad assumere connotati di una vera e propria mafia”, nello stile della ndrangheta calabrese.

Come altre volte, il procuratore leccese ha rimarcato l’operazione di consenso sociale che la malavita sta attuando da tempo con l’elargizione di contributi in denaro per il sostentamento delle famiglie, con la ricerca di posti di lavoro, con la fornitura di servizi che oramai gli imprenditori tendono a chiedere senza subirne l’imposizione diretta ed esplicita, come la guardiania per gli stabilimenti balneari nel Salento. “Se il fenomeno ha caratteristiche sociali il carcere non basta più, è necessario uno strumento che agisca nella sfera della società” ha detto, aggiungendo che  “una impostazione culturale promossa dal legislatore regionale è importante e può essere particolarmente utile perché il momento è favorevole”.

La prossima audizione è in programma il 6 luglio con il procuratore antimafia presso il Tribunale di Bari, Giuseppe Volpe, mentre nelle successive saranno presenti i presidenti delle camere penali.

I commenti.

Un ringraziamento pubblico a Motta è venuto dal consigliere Paolo Pellegrino, presidente del gruppo La Puglia con Emiliano: "Il procuratore ha fatto riferimento ad esempio a settori ben precisi, come quello edile e ricettivo, nei quali spesso le organizzazioni criminali sottraggono risorse all’imprenditore di turno aggiudicandosi servizi e posti di lavoro. Per questo le due proposte di legge istitutive devono essere unificate per la costituenda commissione d’inchiesta su mafia e attività corruttive, che dovrà tenere dentro non solo la lotta ai reati ambientali, che deturpano le bellezze paesaggistiche e naturali non del Salento e di tutta la Puglia, ma tutti quei comportamenti corruttivi che minano il leale patto sociale tra cittadini, istituzioni e magistratura”.

Quello odierno, per il consigliere del Pd, Ernesto Abaterusso, è stato “un confronto indispensabile che ha posto l’accento su diversi temi di grande importanza, a cominciare dalla promozione di una cultura della legalità. Punto fondamentale che non posso non condividere. In un periodo come questo, in cui forte è la minaccia di infiltrazioni mafiose in diversi settori della nostra vita quotidiana, dobbiamo mostrarci uniti e giungere all’approvazione di una legge in materia che sia espressione corale di una volontà politica quanto più trasversale. Solo così saremo in grado di mostrare la maturità della nostra classe politica. Una classe politica responsabile e attenta ai problemi del nostro territorio”.

Andrea Caroppo, capogruppo di Forza Italia, pur apprezzando l’iniziativa, chiede dei chiarimenti al governatore, Michele Emiliano: “Infatti all’interno del gabinetto della presidenza della giunta regionale, Emiliano ha costituito una sezione specifica ‘Sicurezza del cittadino e Antimafia sociale’, diretta da Stefano Fumarulo. Ad oggi, però, non abbiamo alcuna notizia sulla vitalità operativa di questa sezione e vorremmo avere lumi a riguardo. Siamo convinti, tuttavia, al netto di incarichi dal sapore più politico che tecnico, della necessità di istituire una commissione permanente che vigili e controlli su tutti filoni “sensibili”, così come è accaduto nelle scorse legislature. 

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