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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Imu, verso l’aumento delle aliquote: al massimo quella ordinaria

Mercoledì si discuterà in commissione Bilancio la proposta del governo cittadino di ritoccare al rialzo la delibera di agosto: per la prima casa si tornerebbe allo 0.4 per mille, per gli altri immobili si salirebbe fino a 10.6

LECCE – Novità immediate sul fronte Imu e non sono buone. E’ intenzione dell’amministrazione comunale riportare l’aliquota sulle abitazioni principali dal 3 al 4 per mille e aumentare quella per le altre tipologie di immobili al massimo consentito, il 10.6 per mille (dal 10). Una decisione che avrebbe effetto immediato già sulla rata di dicembre. Le modalità di versamento del tributo, infatti, sono diverse: per quanto riguarda la casa principale, chi ha deciso di versare in due rate, le scadenze sono a giugno e a dicembre; per chi ha optato per tre rate c’è anche quella di settembre. Per la seconda abitazione e altri immobili la soluzione è unica, a dicembre.

L’obiettivo è quello di rimodulare in extremis, per esigenze di bilancio, la deliberazione del consiglio comunale del primo di agosto dove, al netto delle detrazioni e delle agevolazioni – per esempio quella che mantiene l’aliquota al 7.6 per mille sulla seconda casa concessa in uso gratuito ad un parente entro il primo grado a condizione che vi sia residente da almeno un anno con utenze intestate – si decise di fissare i parametri al 3 per mille per la prima casa e al 10 per mille per il resto.

Di queste variazioni in aumento, che intervengono a tre mesi di distanza dalla conferenza stampa con cui il sindaco Paolo Perrone e l’assessore al Bilancio, Attilio Monosi, annunciarono le nuove aliquote, si discuterà mercoledì 24 ottobre, in commissione Bilancio, alla presenza dell’esponente della giunta e del dirigente del settore Tributi e fiscalità locale, Piero Errico. Una volta passato il vaglio della commissione, la delibera che intanto è stata recapitata ai componenti della stessa, tornerà in consiglio comunale per il via libera finale.

L’amministrazione sarebbe stata costretta a tornare sui propri passi per la riduzione del fondo di riequilibrio da parte del ministero delle Finanze e per il minor gettito di circa 800mila euro dovuto alla cessione della marina di Casalabate. 

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