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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Tari, recapitati gli avvisi di pagamento. Il sindaco spiega i motivi dell'aumento

Nella buca delle lettere, in questi giorni, la comunicazione dell'ufficio Tributi. Il primo cittadino ricorda le condizioni che hanno determinato l'incremento del tributo: dall'evasione agli errori del passato

LECCE – Sebbene di aumento della tassa sui rifiuti si sia già discusso a fine marzo, in occasione della presentazione pubblica del bilancio di previsione triennale, il recapito dell’avviso di pagamento del tributo sta scatenando in questi giorni malumori e polemiche. Quattro le scadenza per coloro che optano per la soluzione rateale: 31 maggio, 31 luglio, 30 settembre e 30 novembre.

Il dato di fatto è senza dubbio un incremento, ma le ragioni sono molteplici ed è il sindaco Carlo Salvemini a metterci la faccia con una sorta di lettera aperta ai leccesi. “Come sapete quest’anno – ha scritto il primo cittadino -  i bollettini di molti cittadini sono leggermente più pesanti, nel senso che la tassa, laddove aumenta, cresce in media del 7 per cento sulle utenze domestiche e del 15 per cento su quelle non domestiche. Per l’anno 2018 il peso fiscale complessivo della Tari è cresciuto di circa 4  milioni di euro. Si tratta di un aumento causato da diverse motivazioni, in larga parte riconducibili a scelte che ci hanno preceduto, rispetto alle quali ci siamo assunti la responsabilità di intraprendere un percorso nuovo”.

I motivi alla base dell'aumento

Salvemini ha esposto le ragioni principali che sono alla base degli aumenti: “In primo luogo la copertura di costi del servizio che avrebbero dovuto essere considerati nella bolletta 2017 (160 mila euro solo per la parte maturata da luglio a dicembre 2017) e che invece non erano stati inseriti. La loro esclusione ha consentito a chi mi ha preceduto di affermare di non aver aumentato la Tari, salvo poi averli scaricati su altri capitoli del bilancio comunale, quindi, in ogni caso, a carico dei cittadini”.

In seconda battuta c’è la consapevolezza di dover affrontare gli esiti di contenziosi aperti da molto tempo. Uno di questi riguarda, ad esempio, l’adeguamento della tariffa per il conferimento nell’impianto di trattamento di Cavallino, di proprietà di Progetto Ambiente: è di qualche settimana fa la sentenza del Consiglio di Stato che condanna 63 Comuni, tra cui il capoluogo al pagamento di circa 30 milioni di euro complessivamente (salvo accordo tra le parti): “Abbiamo messo in atto la doverosa valutazione precauzionale (per la prima volta) dei datati contenziosi attivati nei confronti del Comune da diverse società coinvolte nel servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, decidendo di accantonare circa due milioni di euro che ci mettono parzialmente al riparo da sentenze sfavorevoli”.

Il sindaco ha poi ricordato la necessità di migliorare il capitolato d’appalto, firmato nel 2016 dalla precedente amministrazione, “che dimenticava interi quartieri dallo spazzamento e stabiliva il servizio di prossimità invece del porta a porta nelle marine e case sparse. Per questo abbiamo riconosciuto la necessità di prevedere maggiori risorse per 1,5 milioni di euro”

Importi restituiti dopo gli errori del passato

A Lecce, così come in molti altri comuni d’Italia, per anni il tributo è stato calcolato in maniera gonfiata, a causa di un errore della parte variabile. E Palazzo Carafa è tra le prime amministrazioni locali ad essersi attrezzata per la restituzioni di quanto era stato indebitamente percepito. “Come è doveroso – ricorda Salvemini -, l’amministrazione sta procedendo alla restituzione ai cittadini della quota variabile sulle pertinenze erroneamente calcolata dai Comuni nelle annualità precedenti. Il Comune, a questo proposito, ha già provveduto a istruire circa 3000 istanze e ad evaderne positivamente 2500, con conseguente compensazione sull’avviso di pagamento Tari 2018, per un importo di circa 550mila euro”.

Evasione: un contribuente su cinque non paga

Come noto, Lecce presenta una percentuale di evasione tributaria storicamente molto elevato, accompagnato peraltro da una incapacità cronica – di cui questa testata si è occupata a più riprese - di recuperare le somme che così finivano per comparire solo nominalmente sui bilanci comunali: “L’altissimo tasso di evasione della Tari che con il quale ci siamo trovati a far fronte, pari ad almeno il 20 per cento delle utenze complessive, ha un peso determinante sul valore delle bollette – ha spiegato il sindaco -. Potremo avere una Tari giusta quando tutti pagheranno per il rifiuto che producono. Fino a quando tanti continueranno a produrre rifiuti senza pagare la Tari, la città dovrà farsi carico complessivamente della quota evasa. Come sapete, l’amministrazione non è ferma su questo fronte: l’incrocio delle banche dati, quartiere dopo quartiere, sta già consentendo di recuperare numerose utenze alla corretta contribuzione”.

La consapevolezza di una scelta obbligata

Secondo il primo cittadino, insomma, non c’era altra maniera di stare nel solco delle regole: “Si poteva fare diversamente? Sì, a patto di non rispettare le leggi e di far ricadere sul bilancio del Comune (quindi, sui cittadini) costi che interessano il ciclo dei rifiuti, limitandosi, in tal modo, a nasconderli dalla bolletta Tari. Sì, a patto di ignorare i contenziosi in essere ed evitare di premunirsi per affrontare sentenze sfavorevoli, in parte già intervenute. Sì, a patto di continuare a servire in maniera insufficiente dal punto di vista dei servizi di pulizia, lavaggio e spazzamento numerosi quartieri della città e di non avviare nelle marine il servizio di raccolta differenziata. Noi abbiamo scelto un’altra strada: quella della trasparenza e della responsabilità, e puntiamo, attraverso il recupero dell’evasione del tributo e un sempre più efficiente servizio di raccolta differenziata, di giungere presto al risultato di una città più bella perché più pulita, tenendo conto del fatto che nessun servizio di raccolta differenziata potrà mai funzionare senza la necessaria collaborazione di ciascun cittadino”.

La Tari sociale

Da quest’anno è stata introdotta la Tari sociale che prevede l’esenzione dal pagamento per chi ha un indice della situazione economica equivalente fino a seimila euro all’anno, una riduzione del 50 per cento fino a novemila euro. Salvemini chiarisce che questo provvedimento non incide sulla determinazione del costo per gli altri cittadini.

“L’applicazione della Tari sociale, misura pensata per favorire il pagamento della Tari da parte dei nuclei familiari con meno possibilità economiche, non incide sulla determinazione del costo complessivo che i cittadini pagano in bolletta. In questi giorni l’Ufficio Tributi sta continuando a lavorare le numerose richieste di accesso al beneficio e presto saremo in grado di comunicare i dati sull’adesione a questa misura”.

“Questo mi sento di comunicare ai miei concittadini – ha concluso il sindaco -, con l’augurio di sentirsi motivati dal fatto di stare contribuendo al funzionamento di un servizio essenziale per la collettività. Non abbassando la guardia, come farà l’amministrazione comunale, sulla qualità dello stesso ma con la consapevolezza di vivere in una società nella quale al diritto di pretendere una raccolta efficiente e una pulizia puntuale corrisponde il dovere di farsi carico della propria quota di responsabilità”.

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