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Azione delle Terme messa in vendita per 50mila euro: approvata la delibera

Passa la linea del Comune di Minervino di Lecce che aveva deciso l’alienazione di una propria azione della società termale di Santa Cesarea: in consiglio comunale il via libera

MINERVINO DI LECCE – Il Comune di Minervino di Lecce ha messo in vendita per cinquantamila euro come base d’asta un’azione della società Terme di Santa Cesarea spa di cui è socio minoritario. Il via libera è arrivato dal consiglio comunale di venerdì scorso, con il voto della sola maggioranza. La motivazione che ha indotto il sindaco Ettore Caroppo a richiedere la discussione dell’argomento è da ricercare nel mancato sviluppo territoriale legato al tema della termalità, ancora oggi altamente strategico.

 “Il termalismo – afferma il primo cittadino - è l’unico vero tema di sviluppo territoriale e rappresenta la grande ed unica opportunità di crescita per il territorio, che è ben altra cosa rispetto alla società, i cui proprietari principali sono la Regione Puglia ed il Comune di Santa Cesarea. Il controllo o la vendita di chi oggi gestisce quelle ‘acque miracolose’ non può e non deve bloccare la realizzazione di progettualità che necessariamente per storia, tradizioni e cultura interessano un territorio più ampio”. 

“Ci è stato donato – prosegue - un luogo fisico meraviglioso ed unico, nel quale sorgono le Terme. Un luogo che nessuno può spostare: sapersi dunque confrontare, saper coinvolgere, essere protagonisti rispetto a questo territorio è compito del Comune di Santa Cesarea Terme e della Regione Puglia quali proprietari della Società. Molto ci sarebbe da fare poiché il turismo termale rappresenta un grande attrattore di risorse Pnrr o meglio ancora di fondi strutturali che potrebbero delineare interventi come il rilancio della stazione ferroviaria di Poggiardo, lo sviluppo di collegamenti rurali che dall’entroterra portano alle grotte sulfuree e coinvolgono le Torri costiere”. 

 In consiglio comunale, Caroppo, chiedendo un voto forte ed unanime per la vendita dell’azione, non ha lesinato critiche neanche al presidente regionale, Michele Emiliano, sottolineandone l’assenza da Santa Cesarea ed ha aggiunto perplessità sulla società di cui lo stesso è socio di maggioranza: “Spiace ricordare a me stesso – afferma - che mai il presidente Emiliano ha trovato il tempo di venire a presiedere un’assemblea dei soci o comunque a visitare gli stabilimenti termali e ciò sta ad indicare una ed una sola cosa: la termalità ed in particolare la termalità legata alla piccola ma meravigliosa Santa Cesarea non ha un grande appeal politico e forse non rappresenta un interessante serbatoio elettorale. Non esprimo una critica fine a sé stessa ma segnalo una oggettiva criticità e verità che va avanti da anni e che al più presto va affrontata e risolta”.

Per Caroppo, continuare a considerare le Terme una questione che riguarda solo Cerfignano e Vitigliano e la politica regionale di turno, “non darà mai la risposta che il territorio tutto, in primis i cittadini di Santa Cesarea Terme, si aspettano”: “Mettere in vendita una sola azione a 50 mila euro – aggiunge - significa valorizzare e dare senso e significato a quanto fin qui espresso. Mi auguro che le voci su privati interessati all’acquisto per ottenere il diritto di prelazione non rimangano tali”.

Una riflessione inoltre è stata posta su un argomento ritenuto parte integrante del processo di “riqualificazione strategica” del territorio, ovvero la fusione dei Comuni, che Caroppo con un acronimo, chiama “TeDoAn” (delle Terme Salentine, dei Dolmen e della antiche Fiere), per creare un “super comune” che vede al Centro il Comune di Santa Cesarea Terme e gli abitati di Specchia Gallone, Cocumola, Vignacastrisi e gli stessi capoluoghi Ortelle e Minervino divenirne frazioni.

“La Fusione della ‘attuale Unione dei Comuni – sostiene Caroppo - darebbe nuovi confini e nuovi assetti amministrativi oltre che ottenere importanti risorse che aiuterebbero quel processo di rilancio che indirettamente riguarderebbe anche il tema Terme”.

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