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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Gallipoli

Barba: "Venneri se hai dubbi vai in Procura e denuncia"

Pronta replica del deputato cittadino del Pdl artefice della caduta dell'amministrazione. "Se il sindaco ha contezza delle pressioni vada dai magistrati come ho fatto io per denunciare i suoi impicci"

GALLIPOLI - La sfida infinita, tra accuse e ombre di possibili inquinamenti della politica Gallipoli. L'ex sindaco sfiduciato Giuseppe Venneri si congeda e denuncia pubblicamente pressioni e condizionamenti subite dai consiglieri dimissionari. L'artefice politico della cacciata del primo cittadino e della sua amministrazione, ovvero Vincenzo Barba, non ci sta. E ribatte colpo su colpo. Anche lui stavolta in maniera più incisiva e determinata. Per dare un segnale forte. Di trasparenza e linearità, al netto dell'accompagnamento della banda musicale in giro per la città che ha un tantino adombrato la sua indiscutibile vittoria sul campo. Ha sempre indicato la sua volontà manifesta all'indomani dello strappo in casa del Pdl: "Voglio mandare a casa Venneri". E così è stato. E sulle modalità attuate che ruota tutto il caos di questi giorni. Solo fumus e acredine politica da parte degli sconfitti? Tutto da verificare come sollecita Venneri nel suo incontro di saluto. Cadenzato da accuse pesanti.

Ma Vincenzo Barba si sente tranquillo e replica senza remore: "Se l'ex sindaco ha contezza delle pressioni subite da qualcuno vada dai magistrati come ho fatto io per denunciare i suoi impicci". Massaggio chiaro per sgomberare il campo da "facili e pretestuose illazioni". In casa Pdl si smentisce tutto: "Solo contrattazione politica, quella che Venneri ha sempre adottato quando era sindaco passando in rassegna tutti i venti consiglieri comunali". Ovvero in guerra...e in politica ogni mezzo è "lecito". Ma c'è di più perchè Barba, che non è certo incline a mandare a dire le cose, sbotta e chiarisce sulle accuse lanciate da Venneri in conferenza stampa. E affonda:

"Comprendiamo umanamente il senso di sconfitta e di frustrazione. Ciò che non è consentito sono le frasi smozzicate con le quali esce mestamente di scena, quei ‘detti e non detti', al limite della calunnia, che vorrebbero alludere a scenari molto più vicini alla sua indole che alla mia. Sfido pubblicamente l'ex sindaco, ormai ex-tutto, a provare ciò che fa sottintendere, non avendo nemmeno il coraggio di dirlo apertamente. Se egli è a conoscenza di qualcosa che si nasconde dietro il libero arbitrio di undici consiglieri che hanno rinunciato al loro incarico per dimettersi e mandarlo a casa, la dichiari pubblicamente o si rechi dagli organi competenti per testimoniare quanto lascia intendere di sapere. Così ho fatto io quando, essendo venuto a conoscenza di strane manovre che lo vedevano protagonista, in occasione della tanto vergognosamente millantata riconversione del glorioso porto mercantile, mi sono recato dagli organi inquirenti per denunciare ciò che sapevo. E con impazienza attendo di conoscere il risultato delle indagini. Se Venneri non si recherà da nessuna parte, ma continuerà ad abbaiare alla luna, non farà altro che confermare ciò che tutti pensano di lui e cioè che è un bugiardo, un mistificatore della realtà ed un menzognero".

Poi le stoccate sulle accuse mosse ai consiglieri della ex maggioranza che hanno votato per la sfiducia. Che secondo Barba lo hanno fatto "liberamente" e solo perchè "si erano resi conto del disastro amministrativo che l'ex sindaco stava continuando a portare avanti sorretto solo da inciuci e accordi sottobanco". E incalza quindi Barba: "Parole di circostanza quelle della consigliera Greco nei confronti di Venneri, visto che, tre giorni prima della caduta della giunta, rivolgendosi a noi, aveva esclamato: ‘Maledetto il giorno che non mi sono opposta all'intromissione dei vertici provinciali del mio partito nelle nostre questioni. Mi pento amaramente di aver accettato di sostenere Venneri che un disastro era, un disastro è e un disastro sarà'. Vaneggiamenti anche quelli di Tommaso Scigliuzzo, il quale, più che parlare delle pressioni da parte mia a persone a lui vicine, farebbe meglio a spiegare in cambio di quale promessa ha accettato di rimanere in aula il giorno dell'approvazione del bilancio per non far mancare il numero legale, mentre la maggioranza si scioglieva. Schizofreniche, poi, le accuse al consigliere Ferilli, soprattutto da parte di coloro che, per appoggiare Venneri, hanno chiesto e avuto. Facile prendersela con chi è stato ripetutamente gabbato dall'ex sindaco, il quale, prima di parlare delle mie fantomatiche promesse, dovrebbe raccontare ciò che ha contrattato con ogni consigliere per paura di perdere la poltrona. Insomma, neanche nel momento del commiato politico, Giuseppe Venneri si dimostra persona elegante".

Per poi concludere: "Le persone con più dignità e più amor proprio, che fino ad allora lo avevano seguito, non hanno pensato un solo istante prima di abbandonarlo: bilancio o non bilancio, promesse dell'ultima ora o non promesse. Non c'è niente di strano ad essere sfiduciati. Ma il modo in cui Venneri è stato mandato a casa, testimonia, inequivocabilmente, che l'uomo non era degno di stima ed è stato semplicemente sopportato perché si pensava di evitare il peggio. Una cosa però, in questa vicenda, è assai divertente: ad ispirare le parole calunniose di Venneri sono personaggi che, nel 2007, andarono di corsa dal notaio per dimettersi da consiglieri quando il sottoscritto era sindaco, comportandosi come coloro che adesso infangano. Doverosamente mi chiedo: erano spinti allora dalle stesse motivazioni che muovono ora gli undici consiglieri, oppure ragioni più oscure e più abiette muovevano il loro agire? Se Venneri sa, risponda. Altrimenti taccia, e lo faccia per un po' di anni".

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