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Curarsi con la cannabis, dal Consiglio regionale il sì definitivo. All'unanimità

La sperimentazione s'è svolta al "Ferrari" di Casarano con esiti giudicati positivi per i malati di sclerosi multipla che ne hanno fatto uso. Oggi il voto unanime alla proposta avanzata da Michele Losappio. Introna: "Legge avanzata e coraggiosa". Epifani: "Abbattuto un tabù culturale"

BARI – Il 21 gennaio c’era stato il primo passaggio dell’iter, con l’approvazione della terza commissione consiliare della Regione. Oggi arriva la ratifica del Consiglio, che ha votato all’unanimità: passa la proposta di legge promossa da Michele Losappio, di Sel, che permetterà in Puglia l’utilizzo di modiche quantità di cannabis a scopo terapeutico. Per il consigliere Giovanni Epifani, del Pd, si abbatte in questo modo un “tabù culturale”. E ci si allinea ad altre realtà italiane. Mentre per l’assessore al Welfare Elena Gentile è importante sottolineare oggi il “diritto ad attraversare il tunnel del dolore beneficiando di strumenti utili per lenire le sofferenze”.

Prossimamente, dunque, saranno disciplinate le “modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. 

La sperimentazione è già avvenuta nel Salento, per la precisione a Casarano, dove, per delibera di Giunta del 2010, cinque pazienti affetti da sclerosi multipla curati presso il “Ferrari” hanno potuto trovare conforto contro le sofferenze fisiche. E il presidente della terza Commissione, Dino Marino, del Pd ha tenuto proprio a precisare come la pratica sperimentale abbia condotto verso risultati positivi.

Con l’iniziativa portata avanti da Losappio e fatta propria dall’intero Consiglio regionale, si “recepisce una normativa nazionale, il decreto ministeriale della salute del 18 aprile 2007 che ha reso possibile sul territorio nazionale l’uso di alcuni derivati naturali o di sintesi dei cannabinoidi per la cosiddetta terapia del dolore su pazienti affetti da patologia cronica o da malattia terminale, come cura palliativa del dolore e di altre forme di disabilità fisica e mentale”, come illustra una nota stampa del sito istituzionale di via Capruzzi.

Sette gli articoli di cui si compone la legge, che ha, fra gli altri obiettivi, anche quello di regolare anche l’eventuale uso al di fuori degli ospedali. “Un'iniziativa di grande sensibilità nella quale tutto il Consiglio regionale, senza colori politici, si è riconosciuto per dare il via libera ad uno strumento che tutela la dignità del malato e permette di alleviare il dolore di malattie croniche o in fase terminale”. Così ha commentato il democratico Epifani.  

“Un risultato – ha aggiunto - di cui tutti noi pugliesi possiamo andare fieri perché con questa legge vengono sciolti quei nodi burocratici che impedivano di praticare, come in altre regioni ma soprattutto all'estero, cure palliative a base di cannabinoidi, decisive soprattutto per chi vive il dramma di malattie incurabili e dolorosissime. Utilizzare la cannabis ad uso medico è un tabù culturale che va sconfitto e la Puglia, possiamo dirlo con orgoglio, ci è riuscita”. 

Il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, ritiene questa “una legge avanzata e coraggiosa, che segue una scelta matura della Puglia, adottata insieme ad altre Regioni ed una sperimentazione accurata, attuata in un ospedale pubblico salentino”. 

“Siamo accanto ai cittadini più sofferenti. Sotto stretto controllo medico, la cannabis cessa di essere una droga e diventa un presidio sanitario, come altre sostanze stupefacenti trattate per l’uso farmacologico”, osserva Introna, che sottolinea la natura “compassionevole” dell’intervento normativo. 

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