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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

L’urgenza dei lavoratori Filanto. I parlamentari Pd scrivono ai ministri

Capone e Bellanova inviano una missiva ai dicasteri del Lavoro e dello Sviluppo economico per sollecitare una soluzione per 600 persone private dell'indennità da 7 mesi. "Emergenza esplosiva nel territorio vessato dalla crisi"

LECCE – La profonda crisi del gruppo calzaturiero Filanto, composto da cinque aziende in stato di pre-fallimento, sbarca sui tavoli dei ministri Giovannini e Zanonato, rispettivamente del Lavoro e dello Sviluppo economico, grazie ad una la lettera a firma dei parlamentari del Pd Salvatore Capone e Teresa Bellanova.

Lo scopo è quello di  sollecitare l’attenzione verso i circa seicento lavoratori delle diverse aziende collegate al cluster, ma soprattutto per sostenere l’urgenza (ormai non più derogabile) di un programma di intervento “utile a riattivare nel distretto produttivo del basso Salento politiche industriali in grado di rimettere in moto il circuito del mercato del lavoro ed offrire così, a queste maestranze, una possibilità di reinserimento occupazionale”, anche a partire dai Piani industriali che le aziende affermano di aver delineato.

“I circa seicento lavoratori operanti nelle diverse aziende collegate al gruppo Filanto (Tecnosuole srl, Tomaificio Zodiaco srl, Filanto spa, Labor srl e Italiana Pellami) - scrivono i due parlamentari -, sono privati da circa 7 mesi privati dell’indennità di cassa integrazione, anche a causa dello stato dei procedimenti giurisdizionali pendenti o in fase di riproposizione dinanzi al Tribunale di Lecce – sezione commerciale, come si evince dal protocollo d’intesa stilato il 23 luglio scorso presso la prefettura di Lecce alla presenza delle parti interessate”.

Una situazione che i due firmatari non hanno difficoltà a ritenere di emergenza sociale ed “esplosiva”, in un territorio peraltro già “ pesantemente colpito dalla crisi irreversibile del settore manifatturiero”.Ecco perché, contestualmente alla necessità di risolvere urgentemente la questione prioritaria degli ammortizzatori sociali, Capone e Bellanova pongono all’ordine del giorno la necessità di mettere a punto un programma di interventi per le politiche industriali nel basso Salento, con una mappatura delle azioni possibili già fin d’ora utilizzando gli strumenti regionali, nazionali e comunitari a disposizione.

Pur facendo i conti con il calendario serratissimo dei lavori parlamentari, dunque, Capone e Bellanova si dichiarano impegnati a lavorare in questa direzione, e già dai prossimi giorni.  L’ obiettivo? Immaginare una risposta occupazionale per queste e  altre centinaia di maestranze, costruendo soluzioni capaci di individuare, nella filiera istituzionale che parte dall’Europa e arriva fino alla Regione. 

Come hanno già sottolineato: “Noi abbiamo le maestranze forse più preparate che è possibile trovare in Italia, abbiamo zone industriali e artigianali infrastrutturate grazie anche a passati programmi di sviluppo territoriale, abbiamo un’Università che sull’innovazione e sulla ricerca ha costruito una notorietà internazionale, abbiamo un tessuto di imprese, anche artigianali, che riesce a resistere, grazie alla capacità interna di immaginare soluzioni innovative sia sul versante del processo produttivo che del prodotto e che poi ha difficoltà enormi nel rapporto con il credito e nel posizionamento su mercati esteri".

"E’ necessario uno sforzo da parte di tutti gli attori sociali e istituzionali per capire come, a partire da questi elementi, è possibile costruire politiche di attrazione degli investimenti, di internazionalizzazione delle imprese, di formazione professionale e ricollocazione sul mercato del lavoro di chi oggi ha come unico orizzonte possibile solo quello della cassa integrazione o, purtroppo, del lavoro nero. Non possiamo permettere che questi lavoratori si rassegnino a un futuro fatto solo di una cassa integrazione, che in questo momento appare l’unico appiglio vitale”. 

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