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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Rudiae / Via Armando Diaz

Richiedenti asilo dormono da giorni per strada. Il Pd scrive al prefetto

Il gruppo di 35 uomini, di nazionalità siriana, irachena e afgana, si è accampato presso la sede del Dopolavoro ferroviario, non avendo altre soluzioni. Bellanova e Capone hanno sollecitato le istituzioni ad intervenire quanto prima, in attesa di un'interrogazione al ministro dell'Interno

LECCE – Il fatto che il mese di giugno strida fortemente con le temperature ancora piuttosto basse del periodo, rende ancora più drammatica la soluzione domiciliare improvvisata non da uno, ma da 35 uomini richiedenti asilo politico, provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan. Questi ultimi, infatti, si sono accampati presso la sede del Dopolavoro ferroviario, nel tratto finale di via Armando Diaz, a Lecce, quello che termina con un tunnel sotto al primo binario. I giovani immigrati, infatti, non avendo una casa in cui dormire, sono andati a "vivere", sebbenela parola strappi un sorriso amaro, presso l'edifico utilizzato dal personale delle Ferrovie dello Stato.

Davanti a questa vicenda, i due parlamentari democratici Teresa Bellanova e Salvatore Capone hanno scritto al prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, chiedendo di risolvere, in tempi brevi, le condizioni di indigenza del gruppo “approntando una temporanea sistemazione in previsione dell’esito della richiesta di asilo” . Il tutto, fanno sapere,  in attesa di un’interrogazione al ministro dell’Interno.

“Una situazione al limite in cui affermiamo la necessità che il nostro Paese si doti di una legge organica in materia di asilo politico, affrontando con spirito di civiltà una questione non più rinviabile”, hanno proseguito i due deputati salentini, i quali hanno rimarcato il ruolo determinante che, sul tema, svolgono da sempre le associazioni di volontariato.

Chiamate, troppo spesso, a sopperire alle mancanze del settore pubblico. Proprio nella giornata di domenica, infatti, i 35 ragazzi mediorientali sono stati invitati a partecipare al pranzo sociale organizzato dall'associazione che promuove il torneo "Calcio senza confini", un'iniziativa sportiva per sensibilizzare alla lotta contro il razzismo. Ma non è la sola. Una rete di sostegno si è infatti attiata, spontaneamente, per fornire aiuti al gruppo rimasto senza un tetto. Come, del resto, la stessa  la stessa disponibilità espressa dalla Caritas e da altre realtà territoriali con la messa a disposizione di cibo, servizi igienici, assistenza legale.

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