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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Binari occupati a Trepuzzi, blocchi a Lecce: in scena la crisi economica

Gli operai metalmeccanici della ditta Omfesa ed gli ex lavoratori del tabacco, transitati in Ip srl, alzano il tiro della protesta. L'urgenza è per gli stipendi arretrati, ma campeggia la sfiducia sul futuro delle due aziende

 

LECCE - Si sono scatenati, oggi, gli operai metalmeccanici dell’azienda “Omfesa” concedendo il bis della protesta inscenata ieri davanti alla Prefettura di Lecce insieme ai lavoratori ex Bat, ma alzando decisamente il tiro. Per loro non ci sono compromessi sugli stipendi arretrati e lo hanno dimostrato occupando i binari della stazione ferroviaria di Trepuzzi fino all’ora di pranzo.

Neanche l’incontro presso la Prefettura del capoluogo salentino, con il capo di gabinetto Guido Aprea è riuscito a smuovere le acque: la decisione degli operai di non firmare la liberatoria proposta dal gruppo guidato da Ennio De Leo, in modo da ottenere almeno una parte delle quattro mensilità arretrate, sembra irrevocabile. Il perché lo spiega il referente Fim Cisl, Maurizio Longo: “Non si fidano più dell’azienda e, nel caso in cui gli accordi venissero disattesi, non saprebbero su chi fare affidamento”.

Il senso di abbandono, la frustrazione e la sensazione di “essere presi in giro” ha spinto gli operai a presentare una richiesta diretta alla principale commessa di Omfesa, Trenitalia che sembra intenzionata a tendere una mano, sbloccando nell’immediato 300 mila euro per la lavorazione delle carrozze passeggeri effettuata nei due stabilimenti di  Voghera e Surbo. Ma per quanto riguarda il pagamento diretto degli operai, senza passare per il tramite di Omfesa, non se ne parla proprio. Semplicemente, precisa il sindacalista, non si può fare.

Se questa vertenza sembra aver imboccato una strada senza uscita, considerata anche la crisi di liquidità paventata da Omfesa che non trova l’assist degli istituti di credito, non se la passano meglio i “colleghi” passati all’improvviso dalla produzione di sigarette per conto di Bat, al “nulla”. Si tratta delle maestranze di Ip srl (già Korus), il gruppo guidato dal senatore Pdl Filippo Piccone finito nel mirino della polemica per aver disatteso, fin’ora, l’impegno a cominciare l’attività di produzione di manufatti di alluminio nello stabilimento vuoto della Manifattura tabacchi di Lecce.

Anche in questo caso mancano all’appello tre mensilità e incombe lo spettro di un futuro a tinte fosche per gli ex lavoratori del tabacco. La “resa dei conti” sulle promesse disattese nei vari tavoli istituzionali, a partire da quel famoso piano di riconversione del 2010 che, dopo due anni, stenta a decollare, è attesa per il 19 settembre. Sempre a Roma, sempre presso la sede del ministero dello Sviluppo economico. Ma British American Tobacco questa volta ci dovrà essere: per i lavoratori non si tratta una richiesta ma di un imperativo. Da ieri hanno bloccato via XXV luglio fino a tarda sera e questa mattina erano di nuovo lì, a minacciare futuri blocchi del traffico.

In mattinata sono stati accolti dai massimi rappresentanti del territorio, dal primo cittadino Paolo Perrone fino al presidente della Provincia, Antonio Gabellone cui hanno ribadito le loro richieste, senza peli sulla lingua. Ed i dubbi su una riconversione “mancata” in cui non si profilano chiaramente le responsabilità di ciascuno. Il sindaco, dal canto suo, ha comunicato di aver formalizzato la richiesta di presenza dell'American British Tobacco al prossimo tavolo ministeriale.

"Attendiamo che il ministero risponda a questa nostra richiesta atteso che i lavoratori avvertono la necessità di un confronto con Bat, oltre che con Korus Ip. – spiega Paolo Perrone - L'amministrazione comunale è spettatore interessato, perché oltre al coinvolgimento di settanta lavoratori che non percepiscono stipendio da tre mesi, questa situazione rischia di avere ripercussioni sull'intera economia cittadina”.

In favore di una risoluzione positiva delle due vertenze si sono mossi anche i consiglieri provinciali  Cosimo Durante, Alfonso Rampino, Gabriele Caputo, Roberto Schiavone, Salvatore Piconese sollecitando la convocazione urgente della V Commissione consiliare di Palazzo dei Celestini.

Per quanto riguarda l’annosa vicenda Bat, torna a farsi sentire anche la senatrice di Grande Sud, Adriana Poli Bortone che domani solleciterà la risposta del ministero all’interrogazione parlamentare presentata alcuni mesi addietro. Il fine  è quello di individuare le responsabilità di chi avrebbe dovuto vigilare sull’attuazione completa degli accordi, “ a cominciare da un chiarimento preciso dei rapporti economici tra la British e le società subentrate”.

Gli operai in protesta

 

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