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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Amianto, killer a piede libero. Al via la campagna per il censimento e la bonifica

Sono 4mila le vittime da amianto in Italia. Dopo 22 anni dalla legge che lo ha messo al bando, solo il 15per cento dei siti individuati è stato bonificato. Gli enti territoriali e Legambiente, con Teorema, aprono una nuova via per debellare il problema della fibra assassina

Lecce – Di amianto killer si è parlato oggi a palazzo Adorno durante la conferenza di presentazione di “Puglia eternit free”, la prima campagna regionale d’informazione sul rischio dell’asbesto, questo il nome tecnico del materiale fibroso, e delle iniziative per liberarsene senza conseguenze sulla salute, e sul territorio.

Promossa da Legambiente Puglia, con il patrocinio dell’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, e con la collaborazione del partner tecnico Teorema Spa, la campagna mira anzitutto a rilevare, statisticamente, la presenza di amianto nelle aree urbane, industriali e agricole, come previsto dalla legge n. 257/92, e dal Piano Regionale Amianto che, in ogni caso, vuole il censimento obbligatorio.

Un problema, quello dell’amianto che purtroppo ha causato, e continua a causare, danni collaterali la cui stima si potrà valutare in maniera esaustiva soltanto tra mezzo secolo. Come minimo. Questo perché, come ha avuto modo di evidenziare Michele Milano, direttore tecnico della Teorema Spa, i tempi di latenza di questa malattia nell’uomo sono molto lunghi, anche 40anni, per cui non è semplice sapere se c’è stato un rischio di contaminazione nell’immediato. Quello che si può di dire con certezza, invece, è che l’amianto va rimosso, e tale operazione non solo va condotta da personale esperto e accreditato, ma occorre procedere in tempi ragionevolmente brevi e di concerto con gli enti e le istituzioni.

“Si tratta di fibre circa mille volte più piccole di un capello – ha spiegato Michele Milano. – Una sola fibra può essere pericolosa per la salute. Per questo la campagna pone tra gli obiettivi principali quello d’informare i cittadini sul pericolo di mettere in atto azioni individuali per rimuovere in proprio, dalle abitazioni o dai siti aziendali, l’eternit. Ecco perché è necessario che siano proprio i cittadini a collaborare attivamente con noi per far sì che l’azione sia mirata e incisiva”.

Anche, e soprattutto per questo, è necessario dare la massima divulgazione al progetto, ha rimarcato Dario Corsini, dirigente del settore Ambiente della Provincia di Lecce, perché sulla base dell’esperienza dell’ente provinciale, durata oltre due decenni, ci si è resi conto che uno dei fattori primari di rischio per la salute è proprio la disinformazione.

Negli anni passati, è stato reso noto questa mattina, si è cercato di ottemperare nel miglior modo possibile all’obbligo di legge del 1992 (data in cui l’amianto e tutti i materiali compositi che ne prevedevano l’utilizzo, sono stati messi al bando), con mezzi e risorse davvero poco incisive. D’allora, infatti, non è mai stata censita concretamente la presenza sul territorio di siti ad alto impatto, né si era mai proceduto a individuarli tra quelli domestici, vero nocciolo del problema. Nonostante l’individuazione di ditte specializzate e metodologie d’intervento certificate, l’effettiva mappatura dei quantitativi smaltiti e del loro stoccaggio in aree sicure, tuttavia, non fu mai fatta. Risultato: molti hanno rimosso e abbandonato materiali altamente nocivi in aperta campagna o li hanno tombati in siti abusivamente individuati con la connivenza dei proprietari dei fondi. E la cronaca ogni giorno ci fornisce tristi esempi di questi ritrovamenti. A questi ultimi, contadini, imprenditori agricoli e proprietari di estensioni coltivate, va l’attenzione della campagna “Puglia eternit free”, non senza tralasciare le scuole che, poi, costituiscono il cuore della futura società alla quale si ha il dovere di consegnare un pianeta e una vita più salubri. E se si considera che in Italia, ogni anno, ci sono 4000 decessi per malattie direttamente collegate all’amianto la questione si fa imperativa.

 “Siamo in forte ritardo nell’adozione di un Pra, piano regionale per la bonifica dall’amianto, – ha dichiarato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, basti pensare che la Puglia e il Molise sono le ultime due regioni italiane a dotarsi di questo strumento e che, a distanza di 22 anni, la superficie complessiva bonificata, ad oggi, corrisponde soltanto al 15 per cento”.

Piano che, però, dev’essere ancora approvato. E questa campagna di sensibilizzazione cerca di riportare l’attenzione su quest’altro aspetto del problema che, a dire il vero, non è l’unico. Anche se da viale Capruzzi pare ci siano spiragli di apertura – proprio stamane Corsini avrebbe ricevuto rassicurazioni in tal senso – che si riuscirà ad adottare il regolamento entro la fine di questa legislatura. Tra le difficoltà di attuazione della bonifica, come avvenne già in passato, persiste il forte disagio di natura economica avvertito dai cittadini. Disagio scaturito dall’impossibilità di conoscere gli importi esatti degli interventi che, comunque, ad oggi restano in capo ai cittadini. Nodo evidenziato da alcuni dei sondaci presenti in conferenza stampa e che sulla questione costi non vogliono sentire discorsi vacui.

I cittadini – è stato fatto osservare – si recano dai sindaci preoccupati che questa possa essere l’ennesima mazzata economica e si dimostrano diffidenti soprattutto perché lo strumento dell’autodenuncia li esporrebbe maggiormente al rischio di sanzioni amministrative.

“Altro punto importante che ci proponiamo è proprio quello di chiarire che siamo ancora nella fase in cui alla gente conviene auto-denunciarsi – ha così chiarito Milano – In questo modo non solo si evita il rischio che i materiali possano deteriorarsi in maniera incontrollata, creando danni alla salute, ma si può fruire di un sopralluogo da parte del personale tecnico che mettiamo a disposizione anche per compilare la scheda di valutazione dei materiali esistenti. Il costo, per rispondere alla perplessità, è accessibile e sarà nostra cura fare il possibile per incentivare i cittadini, anche con strumenti finanziari, a procedere alla bonifica”.

Ma per ora, almeno fin quando il Pra non sarà adottato dalla Regione, di finanziamenti non si può parlare.

Alla conferenza stampa di oggi, oltre al responsabile provinciale di Legabiente Maurizio Manna, erano presenti anche i rappresentanti dei Comuni salentini che hanno già aderito alla campagna: Ruffano, Parabita, Montesano Salentino, Muro Leccese, San Michele Salentino, Cutrofiano, Vernole, Taviano, Melendugno, Tricase, Ortelle, Carpignano Salentino, Supersano.

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