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“Braccianti di Nardò lasciati nelle mani dei caporali”: la denuncia di Cgil

Le segreterie nazionali di Cgil e Flai Cgil scrivono al ministro dell'Interno segnalando l'importanza dell'allestimento della tendopoli di Masseria Boncuri, dopo lo stop della Prefettura di Lecce."I lavoratori sono già arrivati"

 

NARDO’ - La tendopoli dell’accoglienza, destinata ai braccianti stagionali di Nardò, quest’anno non verrà allestita. Per la Prefettura di Lecce non ci sono le condizioni di mercato adatte a mettere in piedi gli alloggi temporanei in località Masseria Boncuri. Ma Cgil che aveva già manifestato il proprio “sconcerto” per la decisione, non ci sta. E punta i piedi, con una lettera inviata al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri dalla segretaria confederale nazionale Vera Lamonica e da Stefania Crogi, esponente nazionale della Flai.

“Siamo semplicemente esterrefatti per le affermazioni e le indicazioni operative contenute nella lettera che il prefetto di Lecce ha scritto a proposito della gestione del mercato stagionale di Nardò. Affermare che a causa della crisi economica non ci sarà bisogno quest’anno di manodopera per la raccolta è semplicemente non veritiero, perché le colture ci sono, la raccolta è già cominciata e ci sono già presenze di lavoratori stagionali”, scrivono le due sindacaliste, in riferimento alla missiva inviata qualche giorno addietro dal prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta a Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Nardò a proposito del lavoro stagionale degli immigrati.

I lavoratori lasciati prive di strutture, secondo Lamonica e Crogi, sarebbero “sparsi e spersi nelle campagne nelle mani dei caporali”. “Dopo le esperienze positive dello scorso anno, stoppare senza opportunità di replica quel percorso virtuoso è veramente incomprensibile e rischia di qualificarsi come un grave atto di irresponsabilità”, aggiungono le due segretarie.

Cgil Lecce ritiene che l’interessamento del ministro dell’Interno alla questione di Nardò abbia un significato molto importante. “Il caso dei braccianti di Nardò, della loro ribellione al caporalato datata 2011, del loro sciopero organizzato per chiedere diritti sindacali e condizioni dignitose nel lavoro, la rivendicazione di una più efficiente e adeguata organizzazione dell’accoglienza: sono tutte questioni che rappresentano un modello positivo per l’Italia, – denuncia il sindacato - per un futuro che guarda al rispetto dei diritti di tutti i lavoratori. Per questo crediamo che l’adeguamento e la riapertura di Masseria Boncuri non possa più aspettare”.

 

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