Voto per la decadenza del Cavaliere: Buccarella preme per anticiparne la data

LECCE – E se Silvio Berlusconi presentasse le sue dimissioni volontarie da senatore prima che venga inserito in calendario il voto sulla non convalida della sua elezione? Il quesito se lo è posto, all’interno di una riflessione più ampia, Maurizio Buccarella, esponente leccese del Movimento Cinque Stelle. Il dubbio, in realtà, ha fatto capolino più volte nei commenti degli addetti ai lavori già nelle scorse settimane ma, nelle parole dell’avvocato pentastellato si coglie anche l’intenzione di disinnescare l’effetto propagandistico di un colpo “gobbo”.

In pratica lo scenario è il seguente: il Cavaliere si dimette chiamando i colleghi di Palazzo Madama ed esprimersi con voto segreto (perché così prevede il regolamento). Una scelta del genere – spiega Buccarella – di solito in prima istanza viene respinta, per cortesia istituzionale. Così, tra l’altro, è capitato anche per la senatrice del M5S Giovanna Mangili.

E allora, questo il timore, Berlusconi si presenterebbe al voto del 27 novembre con due argomenti che i suoi esperti di marketing politico proverebbero a capitalizzare: la volontà di sottrarsi alla gogna della legge Severino - che lui ritiene sia stata stravolta per essere utilizzata nel suo caso - e la probabile contrapposizione tra l’esito del voto segreto nel caso della richiesta di dimissioni e quello del voto palese previsto a fine mese. Come a dire che quando la libertà di coscienza prevale sulla disciplina di partito, i senatori sarebbero dalla sua parte.

Per evitare ogni ulteriore complicazione, il senatore del M5S chiede che si insista per chiudere la vicenda prima della data stabilita, arrivando a scrivere la pagina finale di una storia politicamente lunga vent’anni.