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“Buona scuola, tutto da rifare”. Sit-in dei lavoratori e sindacati in prefettura

Il Ddl è al vaglio del Parlamento ma gli emendamenti non modificano, a detta delle organizzazioni sindacali, l’impianto complessivo né i poteri del preside manager. Lavoratori e precari in rivolta: “Il governo non finanzia seriamente l’istituzione e non dialoga con le parti sociali”

LECCE – La figura del super preside è ancora nel mirino dei sindacati della scuola: non si placano, infatti, le polemiche dei docenti e delle famiglie degli studenti nei confronti del disegno di legge “buona scuola” presentato dal governo Renzi. Ma sul piatto della bilanciano pesano anche altri punti della controversa norma: il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro, la risicata stabilizzazione dei precari (100 mila quelli previsti, contro i 250 mila precari che ne avrebbero diritto, in base a quanto stabilito dalla Corte di giustizia europea), la presunta svalutazione della qualità didattica, l’offensiva contro la libertà di insegnamento e la creazione (come “inevitabile conseguenza”) di istituti di serie A e serie B.

Le organizzazioni sociali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e  Fgu–Gilda di Lecce questo pomeriggio sono tornate a farsi sentire, organizzando un sit-in di protesta ai piedi della prefettura del capoluogo. La pressione che viene dai lavoratori, compreso il personale Ata grande escluso dalla riforma, è più forte che mai. Ed il fronte sindacale vuole dimostrare di essere particolarmente compatto ed agguerrito. Smentendo, in questo modo, le voci di presunte spaccature che pure circolano sui social network e sono rimbalzate sulle pagine dei principali quotidiani nazionali.

“Oggi il Ddl è stato discusso in Parlamento e sono passati anche alcuni emendamenti, ma nessuno di questi è stato presentato dai sindacati e dalle associazioni che ruotano intorno alla scuola – spiega Gianna Guido della Cisl -. Ciò che ci preoccupa maggiormente è questa volontà di politicizzare l’istituzione scolastica: su questo disegno di legge si stanno avventando tutte le forze politiche, ognuna per la propria parte, senza considerare il valore formativo ed educativo che la caratterizza”.

_LUC7076-2Per quanto riguarda i tentativi di modificare o limare l’articolo di legge relativo al preside manager, anche in questo caso si tratterebbe di un intervento inconsistente: “Hanno cambiato qualche sostantivo e qualche verbo, in modo da allentare la tensione, ma di fatto è rimasto tutto invariato e questi poteri eccessivi che rimangono ai dirigenti rischiano, seriamente, di degenerare in fenomeni di nepotismo”, aggiunge Gianna Guido.

Al netto degli emendamenti, dunque, l’impianto della riforma sarebbe rimasto del tutto stabile, come conferma anche la collega di Flc Cgil, Ivana Aramini: “I sindacati, al contrario, avevano chiesto di ritirare completamente il Ddl e di discuterne in tempi molto più distesi insieme alle parti sociali, ai lavoratori ed alle persone che conoscono davvero dall’interno il mondo della scuola. Questa riforma lascia molto a desiderare anche sul fronte economico: destinare al comparto 200 milioni di euro quando, nel corso degli anni, se ne sono persi 700 milioni non serve a molto. Sono soltanto briciole”.

“Non ci siamo per niente – aggiunge- : non ci siamo con i numeri né con il carico di responsabilità affidato ai dirigenti liberi di scegliere i docenti su chiamata diretta. Dietro questa riforma ci sono poteri forti ed interessi diversi, ma noi siamo seriamente preoccupati perché a rischio ci sono la democrazia, la libertà d’insegnamento e gli stessi principi sanciti dalla Costituzione italiana. Il Ddl va rifatto completamente e una riforma seria, che comprenda anche la formazione e l’aggiornamento del personale, ha bisogno di essere finanziata corposamente dal governo: tutto il comparto necessita di investimenti seri, tali da allineare l’Italia agli altri Paesi europei”.

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