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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Buonerba, 800mila euro di consulenze. "Mai trascritte"

Benincasa e Salvemini, dalla sede del Pd, annunciano: "Nella convenzione dell'amministrazione Poli era specificato: dovevano essere svolte delle relazioni trimestrali. Ma di queste non c'è traccia"

LECCE - Le sostanziose parcelle di Palazzo Carafa per consulenze tecniche, giuridiche, economiche. Parte dei soldi dei contribuenti sono finiti, in questi anni, nelle tasche di esperti, nominati proprio per fornire pareri agli amministratori su questioni per le quali si riteneva che fosse necessaria una conoscenza profonda di materie specifiche. E' il caso, per esempio, del docente universitario Massimo Buonerba, per circa nove anni chiamato a fornire consigli ad Adriana Poli, all'epoca dei fatti qui trattati, sindaco di Lecce. Un preciso mandato, quello affidatogli, poiché esperto di materie giuridiche ed economiche, "incaricato di specifici obiettivi connessi all'attività di indirizzo e controllo e di ispettorato sull'attività amministrativa dell'ente al fine di assicurare il corretto funzionamento delle strutture".

Si può supporre che su delicate vicende oggi al vaglio non solo dell'opinione pubblica, ma anche e soprattutto della magistratura, vi fosse dunque anche la sua parola. Non a caso, Buonerba è stato di recente interrogato dalla guardia di finanza, per conto della Procura, in relazione ai fatti di via Brenta. Ma il motivo per cui Carlo Benincasa e Carlo Salvemini hanno convocato questa mattina una conferenza stampa, presso la sede di via Milizia del Partito democratico, riguarda un caso particolare, sebbene la questione possa correre in qualche modo su un binario parallelo a quello delle inchieste in atto: sembra, infatti, che non vi sia la minima traccia di relazioni, dossier, scritti che attestino il lavoro svolto da Buonerba proprio come consulente.

Cosa intendete dire, che noi cittadini, a tutt'oggi, non sappiamo per quale motivo Massimo Buonerba abbia percepito in quasi dieci anni 800mila euro di soldi pubblici? Di fronte alla domanda a bruciapelo, Carlo Salvemini risponde: "La sintesi brutale può essere questa". La questione sembra apparentemente articolata, in realtà appare lineare nelle spiegazioni. Al punto che Benincasa si chiede se l'amministrazione comunale oggi guidata da Paolo Perrone non possa rivendicare, anche in questo caso (come per la Selmabipiemme con via Brenta), il diritto a richiedere le somme percepite da Buonerba. Certo, una goccia nel mare: da una parte 8 milioni di euro, dall'altra 800mila euro. Ma si tratta pure sempre di soldi pubblici. Benincasa e Salvemini hanno dunque richiesto accesso agli atti, partendo dal presupposto che all'articolo 5 della convenzione siglata tra amministrazione comunale e consulente il 24 giugno del 1998, poi rinnovata nel corso della seconda consiliatura Poli il 6 giugno del 2002, si precisa quanto segue: "L'azione del Dott. Prof. Buonerba è soggetta a giudizio del Sindaco che ne osserverà l'andamento sulla base degli elementi informativi che lo stesso fornirà con relazione trimestrale circa l'attività svolta in correlazione con gli obiettivi assegnabili e con gli indirizzi generali dell'amministrazione".

Il punto da prendere in esame è il passaggio in cui si parla di "relazione trimestrale". Cosa può significare? Non appare, infatti, segnalato in che termini debba essere composta. Relazione scritta? Relazione orale? Secondo Benincasa e Salvemini la questione è chiara: "La consulenza con terzi deve avere un riscontro documentale, per giustificare l'impiego di risorse pubbliche. Dovrebbero dunque esistere trentasei relazioni scritte, ma con stupore, di fronte alla richiesta di poterle leggere, abbiamo ricevuto la nota che il capo di gabinetto, l'avvocato Maria Teresa Romoli, ha dovuto rilasciare". La risposta è del 3 novembre 2009: "Con riferimento alla Sua (la richiesta è stata avanzata formalmente da Carlo Benincasa, Ndr) del 2/11 con la quale mi viene richiesta copia di eventuali relazioni fornite trimestralmente da parte del Prof. Buonerba, Le significo che nella mia qualità di Capo di Gabinetto non ho mai ricevuto nulla al riguardo".

"Non c'è traccia di relazione a Palazzo Carafa che documenti la consulenza svolta dal professor Buonerba al sindaco Poli", sostengono dunque Benincasa e Salvemini. "A meno che non si voglia concludere che la città di Lecce ha sperimentato tra il 1998 ed il 2007 la prima esperienza di consulenza nella pubblica amministrazione avente contenuto orale. Insomma, pur in previsione di uno specifico obbligo sancito dalle convenzioni in quegli anni sottoscritte, il professor Buonerba non avrebbe fornito le relazioni sull'attività. Sorprendentemente, però, è stato sempre pagato". Tutto, "dietro presentazione di regolare fattura vistata dal sindaco". E questo mentre "abbiamo fornitori di beni materialmente consegnati, di lavori visibilmente eseguiti, di danni documentalmente subiti, che devono ancora essere risarciti. Ci sono pignoramenti presso la tesoreria del Comune di Lecce - fanno sapere i due esponenti politici di centrosinistra - pari a 5 milioni di euro".

Ovviamente, tutto fino a prova contraria. Dove la prova contraria potrebbe essere rappresentata, per fare un paio di esempi concreti, da registrazioni audio, o magari da documenti depositati al di fuori di Palazzo Carafa. Al di là di tutto, Salvemini calca la mano in particolare sul dato politico, parlando apertamente di spensieratezza nell'impiego di risorse pubbliche, in quegli anni, a fronte di casse comunali che oggi piangono e che fanno gridare al sindaco Paolo Perrone di rivolere indietro i fondi persi. E' l'esempio lampante di via Brenta. Il sindaco ha richiesto a gran voce di veder tornare indietro gli 8 milioni di euro già elargiti per il leasing d'acquisto degli immobili oggi sotto la lente degli investigatori, perché frutto della "più rilevante truffa organizzata ai danni dell'amministrazione comunale e dei cittadini leccesi", usando le parole del gip Ercole Aprile, redatte nella sua ordinanza che, di fatto, avalla l'inchiesta della Procura leccese.

Il Pd improvvisamente alleato del sindaco? Difficile crederlo, anche perché non manca una frecciatina quando entrambi fanno riferimento all'attuale consulente economico di Perrone, Francesco Natale. Quasi a voler dire: la frittata delle consulenze in qualche modo si rigira, in un momento in cui si richiede parsimonia. Piuttosto, fanno sapere i due politici, la necessità di fare luce su una vicenda molto più complessa. Gestione della Lupiae, filobus, polo umanistico, Boc, Iskenia, leasing di via Brenta: tante le questioni scottanti ancora aperte. E la domanda che si pongono oggi Benincasa e Salvemini è quanto di ciò sia frutto, appunto, di consulenze oggi difficilmente tracciabili nel tempo. "L'ex sindaco Poli ha difeso con orgoglio quella stagione di governo, non mostrando il minimo ripensamento. Di fronte all'incalzare degli eventi, costretta, suo malgrado, a prendere atto che non tutto è stato compiuto nel rispetto delle norme, ha tracciato una linea precisa di demarcazione, di presa di distanza". Ed ecco che riprendono le sue stesse parole, quelle di Adriana Poli: "C'era il segretario, c'era l'avvocatura, c'erano i dirigenti. Se avessero ritenuto che il provvedimento (il riferimento è a via Brenta, in questo caso, Ndr) andava portato in Consiglio, me lo avrebbero detto. Altrimenti, oltre al sindaco, avrei dovuto fare anche il dirigente".

Per Benincasa e Salvemini "una dichiarazione di esplicita precisazione di ruoli e responsabilità. Ma anche una dichiarazione omissiva. Perché tra le figure che in quegli anni affiancavano il sindaco Poli nell'espletamento del mandato c'era anche il suo personale consulente". Ovvero, un incaricato che avrebbe un ruolo chiave: "L'ufficio personale, sempre accanto al sindaco nei momenti istituzionali e nelle conferenze stampa, pronto ad assisterlo con suggerimenti pronunciati a mezza voce". Ed ecco perché alla conferenza è stato dato un esplicito titolo: "Lo strano caso del professor Buonerba". Volendo usare un'allegoria, si può presumere che dietro a tante scelte vi sia la sua eco. Quello che manca oggi, però, è proprio l'orecchio in grado di percepirla.

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