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Calcio senza confini: lo sport come volano per il quartiere Stadio

La parrocchia di San Giovanni Battista metterà a disposizione la propria struttura sportiva per il progetto. Il sindaco: "Questo rione è già un esempio di partecipazione collettiva. Le periferie devono tornare al centro"

LECCE – Il calcio unisce tutti, senza distinzioni di età, colore, cultura o ceto sociale. E, oltre a essere un collante per la comunità, può diventare uno strumento per rivitalizzare e riqualificare le periferie.

Nasce con questo duplice obiettivo il progetto “Calcio senza confini e affini” che prenderà piede nel quartiere Stadio del capoluogo salentino. Alla base dell'iniziativa vi è il bando “L'importante è partecipare”, finanziato con 275mila euro da Fondazione con il Sud.

“Calcio senza confini” deve tutto alla sinergia che si è creata tra Comune di Lecce, parrocchia di San Giovanni Battista e Innova.Menti, associazione capofila di una rete che comprende l’associazione B Fake, la Uisp provinciale (Unione italiana sport per tutti), l’Istituto comprensivo Stomeo-Zimbalo e il Consiglio italiano per i rifugiati.

Il progetto mira a sviluppare un modello di sport “solidale urbano”, dando la possibilità agli abitanti del quartiere popolare e popoloso Stadio di partecipare a un programma variegato di corsi sportivi. All’interno del centro sportivo sociale della parrocchia San Giovanni Battista, punto di aggregazione del quartiere, si prevede di attivare una scuola calcio multiculturale, corsi settimanali di basket, volley, baskin, sitting volley, ginnastica dolce, scacchi, attività motorie di base e di avvicinamento alla mountain-bike.

La rete mira a coinvolgere diverse fasce della popolazione, con una particolare attenzione alla disabilità, in un'ottica popolare, inclusiva e multiculturale. A tal fine è prevista anche una costante attività di animazione volta a stimolare il dialogo con le famiglie locali e gli enti rappresentativi del territorio.

Si intende, inoltre, ristrutturare un campo da calcio presente nel centro sportivo parrocchiale, proporre tornei annuali delle varie discipline (fra i quali, riprendere il torneo antirazzista “Calcio senza Confini”), cicli di incontri formativi per adolescenti e familiari, una maratona, un cineforum, attività di urban art, un summer camp e una web radio (“CambiamoCi”). Complessivamente verranno coinvolti nelle attività sportive mille e 250 partecipanti. Il progetto di manutenzione dell'impiantistica sportiva è a cura dell'architetto Gianni Fiore.

Le dichiarazioni dei protagonisti

Il progetto è stato presentato questa mattina nella sala parrocchiale di San Giovanni Battista dal sindaco Carlo Salvemini, da don Gerardo Ippolito, dal presidente di Innova.Menti Ettore Bambi, dal presidente Uisp provinciale, Antonio Faraco, da Donatella Tanzariello del Consiglio dei rifiugiati e da Andrea Ferreri di B Fake.

“La parrocchia metterà a disposizione la propria struttura sportiva con l'obiettivo di rendere il quartiere pulsante di vita e non un semplice dormitorio – ha detto don Gerardo Ippolito -. Pur essendo la zona 167 un'area difficile, noi non vogliamo essere considerati un'appendice della città. Non a caso ospiteremo qui la festa della Notte della Taranta e al sindaco vorrei chiedere di ripristinare il frantoio ipogeo”.

“Abbiamo partecipato al bando per lo sport – ha spiegato Ettore Bambi di Innova.Menti -, cercando i partner ideali per questo nuovo progetto e abbiamo fatto centro, grazie a sinergie vincenti. I progetti del bando erano 300 e ne sono stati approvati soltanto 9: non è un risultato da poco”.

“Uisp si impegnerà a portare avanti tutte le attività sportive, a partire dal calcio, nel rione 167 per fare crescere la città e i suoi abitanti”, ha chiosato il presidente Antonio Faraco.

“Il Consiglio per i rifugiati è presente da vent'anni per far dialogare tra loro le varie culture – ha aggiunto l'avvocato Donatella Tanzariello - e questo quartiere presenta una predisposizione naturale a questo tipo di progetti, grazie alla sua particolare mescolanza di etnie e culture”.

“Questo lavoro di squadra aggiunge un tassello al mosaico di iniziative che hanno già preso piede nel quartiere – ha commentato il sindaco Carlo Salvemini -: l'ambizione è quella di trasformare le periferie in punti nevralgici della città. Piazzale Cuneo, ad esempio, è diventata la sede di murales che hanno attratto diversi talenti artistici, e si è trasformata in un vero laboratorio civico. Tra gli altri, ricordiamo anche il progetto per realizzare proprio in questo rione una sartoria sociale e l'iniziativa Storie cucite a mano, rivolta agli studenti fragili. Quest'ultimo progetto sportivo salda il protagonismo sociale: oggi il quartiere Stadio è veramente un esempio di partecipazione collettiva da replicare”.

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