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Politica Campi Salentina

“Campi ignorata dalle istituzioni nelle celebrazioni pro Carmelo Bene”

La denuncia di Ilio Palmariggi, che attacca gli enti che stanno coordinando il festival nel decennale della morte dell’artista: “Il suo paese natio non è stato considerato: restituisca il decreto di città d’arte e della cultura”

CAMPI SALENTINA – “In questi giorni di ripetuti eventi rievocativi della figura del genio Carmelo Bene trovo davvero incomprensibile che istituzioni come Regione Puglia e Provincia di Lecce abbiano completamente ignorato il luogo d’origine, Campi Salentina, del grande artista”. Non usa mezzi termine Ilio Palmariggi, consigliere comunale cittadino e già assessore alla cultura dal 2001 al 2009.

“Leggere di Bifest, di retrospettive culturali, di incroci teatrali suggestivi tra Roma, Bari, Lecce ed Otranto e cancellare da questi ‘itinerari della memoria’ la cittadina che dette la vita al Maestro e che per quasi 18 anni lo accolse, lo formò, lo educò in quella culla della cultura da lui spesso evocata, il Calasanzio degli Scolopi, mi fa rabbrividire. In questi giorni sto provando un senso di disgusto per questo grave isolamento nel quale Campi Salentina è stata relegata. E pensare che fino a pochi anni fa era considerata da tutti ed a ragione, ‘città d’arte e cultura””

“Non lo so quanto questo silenzio calato sulla mia cittadina – precisa - sia doloso o frutto d’ignoranza. Nel primo caso vedo un’offesa irreparabile alla memoria di un uomo che non ha mai rinnegato la sua origine campiota, nel secondo caso (l’ignoranza del luogo natio) aleggia un oltraggio alla figura dell’artista, ma anche uno schiaffo morale ai cittadini di Campi che ancora ricordano quel giovincello, allievo della scuola Pia Calasanziana, aggirarsi nei vicoli del paese e nella sua sempre indomata sregolatezza, recitare a suo modo Dante, Petrarca, Boccaccio e i classici da cui, già da allora,  traeva fonte per le sue inimitabili performance”.

Palmariggi evidenzia che sembrano lontani i giorni in cui, nella città natale di Bene, erano le stesse istituzioni, che oggi ci ignorano, a fare a gara per proporsi quali partner di percorsi culturali (Il teatro dei luoghi) che “nell’eredità del genio vedevano Campi Salentina città capofila di quel risveglio culturale iniziato nel 1995 con un sindaco illuminato come Egidio Zacheo”: “Proprio quel sindaco – racconta il consigliere - che consegnò, in una convulsa serata, tra fischi, sputi ed applausi, le chiavi della città a quel genio amato quanto odiato. E su quella scia Campi continuò quel risveglio culturale anche dopo Zacheo, per lunghi anni ancora, con la stessa energia, lo stesso entusiasmo e l’unica certezza, che la cultura è il sale di ogni comunità.

“Mi spiace molto dirlo – precisa -, ma Campi, ahimè, ha perduto la rotta della cultura. Questo paese si sta via via inabissando nel profondo di un mare oscuro, quasi abbandonato ad un inaspettato, amaro destino. A 10 anni dalla morte di Carmelo Bene è stato compiuto un atto sacrilego contro una comunità, quella di Campi Salentina, che grida vendetta contro l’insulto d’essere ignorata. Un insulto che come cittadini non meritiamo ed al quale dobbiamo rispondere così come avrebbe fatto il grande maestro: restituire a chi ci ha ignorato quel fregio di ‘Città d’arte e cultura’. Tanto non serve più a nulla”.

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