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Capone alla minoranza Pd: "La vittoria è di Grillo e della destra populista"

Il deputato difende il merito della riforma costituzionale e mette in guardia dai regolamenti di conti: "In via Tasso basta giochi al massacro"

LECCE – Il deputato del Pd Salvatore Capone non cambia idea e mette in guardia dai facili entusiasmi quel pezzo di partito che è confluito nel fronte del “no” al referendum sulla legge di revisione costituzionale.

Dopo aver premesso che l’ampia partecipazione in termini di affluenza va salutata come una “grande prova di democrazia”, l’ex segretario provinciale dei democratici ribadisce la sua convinzione: “La riforma costituzionale era un’occasione di modernizzazione e semplificazione del governo delle cose: un passo avanti importante per l'Italia e una prova di affidabilità internazionale”.

Capone passa quindi alla disamina dei dati: “Il 40 per cento dei voti è un risultato importante che conferma il dato delle Europee avendo dinanzi un fronte variegatissimo in cui solo qualche ingenuo può immaginare che una percentuale consistente sia avocabile alla dissidenza interna. Al più relegata a un ruolo irrilevante anche alla luce del risultato salentino. E’ evidente che i vincitori di questa battaglia referendaria sono, senza mezzi termini, Grillo e la destra populista. Non ne vedo altri. E credo che questo debba essere oggetto di discussione e riflessione nel Paese e nel Pd a tutti i livelli. Se questa riflessione e questa discussione saranno vere e avranno al cuore le questioni concrete che il voto consegna, il Pd avrà ancora un futuro.

Il parlamentare, venendo alle ripercussioni a livello locale, chiede dunque di evitare toni belligeranti, con riferimento, evidentemente, anche alle dichiarazioni di Ernesto Abaterusso, coordinatore del comitato Scelgo no: “Se nella sede di Via Tasso si insedierà questo ulteriore gioco al massacro, come da tempo abbiamo registrato e soprattutto in queste ultime ore, allora qualcuno – e in particolare chi lo guida – se ne dovrà assumere, lo ripeto ancora una volta, fino in fondo la responsabilità”.

"E’ illuminante – conclude Capone - che mentre altrove si pratichino riflessioni non rissose, qui nel Salento qualche mestatore di ultima istanza, qualche padroncino della casa comune e qualche suo suddito, riaprano il giro di valzer della notte dei lunghi coltelli, con litanie e toni che appartengono al ridotto di qualche caminetto. Credo sia giunta l’ora della riorganizzazione del partito a tutti i livelli, e uno dei compiti che l’esito di questo referendum consegna al Pd è proprio questo. Per rilanciare con forza l’azione riformatrice nel Paese”.

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