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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Case di cura private, per il Tar giusto "demolire" il tetto storico dei budget

Respinto il ricorso del Città di Lecce Hospital che nel 2014 si era visto assegnare un tetto inferiore. I giudici amministrativi hanno dato ragione al nuovo metodo dell'Asl, basato su una ricerca sull'effettivo fabbisogno. In giudizio si è difeso Villa Verde, che ha difeso il suo tetto

LECCE – I giudici della seconda sezione del Tar di Lecce hanno rigettato il ricorso del Città di Lecce Hospital. La struttura riteneva il budget ottenuto nel 2014 attribuito in maniera illegittima, anche perché minore rispetto a quello del 2013. Per questo aveva avanzato richiesta di annullamento degli atti con cui l’Asl di Lecce aveva assegnato per lo scorso anno i tetti di spesa a tutte le strutture sanitarie private della provincia.

Nel giudizio si è costituita la casa di cura Villa verde, per difendere il proprio tetto di spesa, dimostrando la legittimità dell’operato dell’amministrazione sanitaria che nel 2014, superando il criterio dei “tetti storici”, ha ripartito le risorse economiche spettanti alle case di cura private utilizzando metodi che scaturiscono da un’analisi della domanda e dell’offerta di prestazioni sanitarie.

In base al “tetto storico”, invece, il budget veniva ripartito in precedenza di anno in anno in maniera fissa, a prescindere dall’effettivo fabbisogno, dalla qualità dei servizi offerti e dall’attività concretamente svolta.

La casa di cura Villa Verde, rappresentata dall’avvocato Pier Luigi Portaluri, ha difeso la propria posizione menzionando come sia l’unica struttura nel territorio dell’Asl leccese a erogare prestazioni di neuroriabilitazione e unica struttura in Puglia a fornire prestazioni nella branca della terapia intensiva per gravi cerebrolesioni acquisite.

“La normativa di settore […] – hanno scritto i giudici - ha superato e abbandonato il cosiddetto criterio del “tetto storico”, introducendo nuovi criteri che rapportano e commisurano le risorse da assegnare a ciascuna struttura sanitaria all'effettivo fabbisogno, valorizzano la qualità e l'appropriatezza delle prestazioni e dei servizi resi”.

“La Asl di Lecce – hanno proseguito - non avrebbe giammai potuto distribuire le risorse spettanti alla case di cura private del territorio confermando i tetti di spesa dell’anno precedente essendo mutato l’effettivo fabbisogno, come rilevato dall’approfondita istruttoria svolta dall’azienda sanitaria, anche in considerazione delle criticità assistenziali riscontrate”.

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