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Casilli sonda il Pd: "Se non decide presto, mi candido"

L'ex parlamentare invita il suo partito a fare presto: "Alle primarie con un nostro candidato. E' interesse anche di Salvemini". In sala anche Pankiewicz e Paolo Pagliaro del Movimento Regione Salento

LECCE - Cosimo Casilli si potrebbe "sacrificare" come candidato alle primarie se entro due, massimo tre mesi, non emergeranno candidature autorevoli da quello che lui chiama "il filone culturale del Partito democratico". E' questo uno dei messaggi che partono abbastanza nitidamente dall'Hotel Tiziano, dove l'ex parlamentare si è fatto promotore di un incontro informale, "di quelli che di solito faccio con una ventina di persone, solo un po' più allargato". Il nome di Casilli non è certo spuntato dal nulla, ma ricorre nelle cronache cittadine da diverse settimane, così come altre. Ma, rispetto ai nomi di Saverio Sticchi Damiani o di Fabio Valenti, per esempio, è l'unico che il Pd possa sentire come organico.

La sua però era e resta, per ora, formalmente una provocazione, un invito a far presto. Perché, ne è convinto, il centrosinistra "nella sua formulazione attuale, cioè quella classica, rischia di non essere competitivo se non passa dalle primarie". La consultazione della base, insomma, "fatta in modo serio e con un confronto vero e leale" come tonificante per battere il centrodestra.

Non era formalmente una iniziativa di partito, ma i dirigenti locali del Pd erano presenti al completo. Nella platea c'era il segretario provinciale, Salvatore Capone, quello cittadino, Fabrizio Marra (che dal profilo Facebook dell'evento risulta tra gli organizzatori), il capogruppo a Palazzo Carafa, Antonio Rotundo, i consiglieri Rita Quarta, Paola Povero e Sergio Signore, il consigliere regionale Giuseppe Taurino e una rappresentanza dei Giovani democratici.

Ma c'erano anche Wojtek Pankiewicz, consigliere comunale del Centro moderato e Paolo Pagliaro, presidente del Movimento Regione Salento. Due presenze che hanno naturalmente fatto sorgere degli interrogativi politici e che possono essere interpretati come un gesto di cortesia, di stima personale ma anche come segnale di non preclusione, per usare un eufemismo. Se, infatti, il dialogo con l'Udc resta un pallino per una parte del Pd, il gruppo di sei liste che fanno capo a Pagliaro, "Alleanza per Lecce e per il Salento", sembra volersi mantenere le mani libere il più possibile, ma solo in chiave tattica. In molti sono pronti a scommettere che, al momento del dunque, l'alleanza sarà con il centrodestra.

Lo ha detto chiaramente anche Alfredo Pagliaro, fratello di Paolo, con lui impegnato nell'allestimento del nuovo polo, ma amministratore in carica nell'esecutivo di Perrone. Il presidente del movimento, del resto, già domattina sarà al fianco della senatrice Adriana Poli Bortone per presentare il disegno di legge sulle modifiche costituzionali che potrebbe aprire una nuova strada alla prospettiva della Regione Salento.

Di certo, la sua storia politica rende Casilli un candidato di bandiera (quella del Pd) ma non troppo, una figura che potrebbe essere gradita anche al gruppo dirigente centrista (Totò Ruggeri ha avuto parole di elogio), avvalorando così la convinzione di quella parte del partito - soprattutto l'area che fa riferimento a Enrico Letta - che ritiene che senza i voti del'area moderata non sarà possibile battere il centrodestra.

"Ci sono tante esperienze locali in cui l'Udc ha sostenuto candidati del Pd o del centrosinistra", ha chiosato Casilli alla domanda su un eventuale allargamento all'Udc della coalizione. "Ci sono il profilo del candidato e la qualità del programma che possono essere determinanti. E' un lavoro in progress, che deve essere affidato al candidato che vincerà le primarie".

Appunto, chi sarà a spuntarla? Per il momento l'unica candidatura ufficializzata è quella di Carlo Salvemini. "E' la candidatura di una persona per bene che stimo molto. Nell'interesse dello stesso Salvemini ci vogliono primarie che rappresentino la pluralità della culture del centrosinistra anche perché, per la vera sfida, quella finale, è necessario che tutti si sentano a casa propria".

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