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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Centro / via Scipione De Summa

Nell’istituto per ciechi, camere per turisti. In commissione il caso “Antonacci”

Ente morale da sempre dedito all'assistenza e alla formazione degli ipovedenti, con sede in via Scipione De Summa, è presente su molti siti turistici con i suoi servizi. Un cambio di destinazione d'uso, di fatto, che ha sollevato varie perplessità

LECCE – Ora spetta agli organi del Comune di Lecce, a partire dal segretario generale, Vincenzo Specchia, e dalla responsabile del settore Avvocatura, Maria Teresa De Salvo, stabilire se ci sono gli estremi per dare seguito alla segnalazione che, dopo tre sedute di approfondimento, è emersa in commissione Controllo a proposito dell’istituto per ciechi “Anna Antonacci”.

L’ente morale ha sede in via Scipione De Summa, praticamente a due passi dalla sede del comando provinciale della guardia di finanza e, da diversi mesi, ospita una “casa per ferie” che, sul sito istituzionale, è rivolta a ipovedenti e loro familiari, ma che trova anche il favore di normali turisti sui blog dove i visitatori si scambiano impressioni e giudizi o dove si promuovono le strutture ricettive. La proiezione fatta in sala consiliare lo ha confermato.

Secondo la minoranza la situazione è a dir poco anomala: i vertici dell’istituto, che occupa un grande immobile di cui una parte è stata concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune di Lecce, hanno presentato due “scia” (segnalazione certificata di inizio attività): una all’ufficio Annona, ad agosto dello scorso anno, l’altra a febbraio al settore Urbanistica. In pratica, con questa due comunicazioni, è stato detto al Comune di Lecce che l’istituto avrebbe destinato una parte della sua struttura ad attività ricettiva con determinate caratteristiche.

Ma per fare questo, ha sottolineato Antonio Torricelli, del Pd, è necessario un cambio di destinazione d’uso che può venire solo dal consiglio comunale, oltre ad una successiva conferenza dei servizi. Il Comune è proprietario dell’ala ovest di Palazzo Giaconia: 800 metri quadrati a piano terra, 480 al primo piano, 625 al secondo. In questa area è in corso un’attività di restauro della storica cappella, all’interno di un progetto che prevede l’attivazione di 20 stanze con servizi per 40 posti letto.

Al momento, invece, nella parte centrale del palazzo sono già  a disposizione delle stanze: per gli esponenti della minoranza ben sedici per oltre 50 posti letto, ma sui siti si parla di sei camere. Gli interrogativi che hanno messo tutti i commissari d’accordo nel chiedere l’intervento degli organi dirigenti del Comune riguardano la correttezza della procedura: si può, insomma, trasformare la sede di un ente morale, seppur in parte, in una “casa per ferie” a pagamento e senza che l’ente proprietario, cioè Palazzo Carafa, abbia dato un atto di indirizzo politico? Per Torricelli non si tratta né di un B&b, né di un affittacamere ma di un albergo vero e proprio, prevedendo, come recita una delle “scia” attività di ristorazione per gli ospiti. Francesca Mariano, di Io Sud, ha insistito perché copia dei verbali della commissione relativi alla questione vengano inoltrati con urgenza al segretario generale del Comune per ricostruire il percorso seguito e verificare eventuali inadempienze.

La questione sarebbe stata segnalata circa tre mesi addietro da alcuni lavoratori della struttura, oggi sulla via della mobilità, e nelle scorse sedute sono stati già convocati i dirigenti Paolo Rollo (Annona) e Gino Maniglio (Urbanistica) per verificare il grado di consapevolezza degli uffici rispetto alle richieste avanzate. Antonio Rotundo, presidente della commissione in questione, aveva in un primo momento convocati i commissari proprio presso l’istituto, ma il diniego notificato agli interessati dal presidente, Maurizio Antico, ha riportato la seduta nella sua naturale sede.

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